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L’arte sul corpo di Dain Yoon: si fonde con lo spazio e diventa tela umana per le illusioni

Dain Yoon si definisce “artista delle illusioni”. Nei suoi autoritratti si fonde con lo spazio circostante: ma guai a domandarle se c’è di mezzo il fotoritocco!
A cura di Giusy Dente
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Instagram @designdain
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Guardare le opere di Dain Yoon genera a volte un senso di vertigine, di spaesamento: le illusioni che riesce a creare sul suo corpo lasciano a bocca aperta. Riesce a diventare un tutt'uno con lo spazio, a fondersi con ciò che la circonda, dando vita a forme e colori. Oggi l'artista è nota in tutta America e apprezzatissima in Europa, ma gli inizi nella sua terra non sono stati semplici.

Instagram @designdain
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Ha iniziato a sviluppare la passione per l'arte e gli autoritratti surreali quando viveva ancora in Corea del Sud. Studiava alla Yewon Arts University, dove era stata additata come strana. Poi si è trasferita negli States e nel 2016 i suoi lavori, grazie anche ai social, sono diventati virali, catturando l'attenzione della stampa. Solo a quel punto anche in patria ha iniziato ad acquisire notorietà, perché come ha raccontato alla CNN, lì percepiscono l'apprezzamento dei coreani all'estero come un elemento di grande prestigio.

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Oggi i suoi capolavori fanno il giro del mondo e sui social è seguitissima. Non solo. È stata invitata a The Ellen DeGeneres Show, ha lavorato a spot pubblicitari per aziende del calibro di Estée Lauder, BMW, Apple e Adidas, è comparsa sulle pagine di Vogue e Harper's Bazaar. Le sue illusioni ottiche fotorealistiche sono sconvolgenti: ma guai a domandarle se c'è di mezzo lo zampino del fotoritocco!

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Proprio per non lasciare spazio a dubbi, l'artista è solita riprendere per intero le sue lunghe sessioni di make-up e body painting, così da dimostrare che è tutto frutto delle sue mani e della sua creatività. Photoshop o altri metodi di manipolazione e post produzione non sono contemplati. Utilizza una combinazione di vernici per il corpo, acrilico e numerosi prodotti cosmetici per le sua creazioni. C'è solo lei, uno specchio, una macchina fotografica e tanto tempo a disposizione.

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Impiega anche 12 ore per una sola ripresa, soprattutto quando c'è da creare con precisione anche lo sfondo e l'ambientazione circostante.  Insomma, un processo lungo che la vede coinvolta da sola: non ha mai usato modelli o modelle. In View from my studio (2021) per esempio, l'artista ha dipinto se stessa fondendosi con il paesaggio al di fuori della sua finestra a New York. In uno dei suoi tanti autoritratti si è trasforma in un'affascinante creazione geometrica 3D, con forme triangolari dipinte in chiaro e scuro.

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In un altro è diventata una creatura dipinta da Vincent Van Gogh. Distorsioni e illusioni sono parte integrante del suo lavoro, che anche per questo risulta a tratti inquietante, benché alla CNN ha ammesso di non avere mai questa intenzione nei confronti del suo pubblico. Il suo intento è prevalentemente umoristico e giocoso.

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Quando il suo viso diventa una tela, per lei è un modo per raccontarsi, per esprimere il suo mondo interiore. Ecco perché gli autoritratti sono la forma prediletta: sono istantanee dei suoi sentimenti. What I'm made of, per esempio, è proprio questo: il volto di Yoon è interamente dipinto da emoji tra faccine e simboli, tutte espressioni della sua identità.

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