Lady Diana, 25 anni senza la principessa che sapeva parlare al mondo (anche con gli abiti)
Chi sarebbe diventata Diana Spencer se non fosse morta il 31 agosto 1997? Quale sarebbe stato il nuovo capitolo della sua vita se a Parigi le cose fossero andate diversamente? Sarebbe diventata amica di Kate Middleton e di Meghan Markle, che così spesso guardano a lei pur non avendola mai conosciuta? Avrebbe trovato la sua gioia nei cinque nipotini, oltre che negli adorati figli William e Harry? Sicuramente sarebbe ancora oggi un'icona di stile, come lo è sempre stata: lady Diana, il volto glamour e gentile della famiglia reale, ha trovato negli abiti il modo per parlare al mondo. Venticinque anni fa un incidente stradale costò la vita alla principessa di Galles, ma oggi il suo mito è più vivo che mai.
La trasformazione di lady Diana: da timida adolescente a icona di stile
E pensare che all'inizio della sua storia Diana Spencer era tutto fuorché un'icona di stile: era nobile, sì, ma viveva una vita semplice, molto lontana dai balli e dalle battute di caccia. Viveva in un appartamento a Londra e lavorava come assistente in un asilo, vestendosi con gilet, gonne lunghe e mocassini. La tipica Sloan Girl londinese, insomma, che i giornali presto ribattezzarono Shy Di, la timida Diana.
Da subito i paparazzi furono rapiti da quella ragazza così luminosa, così spontanea, così diversa dal resto della famiglia reale. Il royal wedding sembrava l'inizio di una favola: l'abito da sposa confezionato per lei dagli stilisti David e Elizabeth Emanuel ancora oggi è tra i più ammirati e copiati.
Da lì inaugurò un nuovo stile: tailleur bon ton in colori pastello, abiti da principessa, spalline anni Ottanta e l'immancabile riga di kajal sotto agli occhi. Non che la principessa facesse sempre centro, anzi. Furono proprio le sue piccole stravaganze, al contrario, gli errori di stile, a lanciare le mode. La prova? Ancora oggi Kate Middleton copia la principessa del Galles ogni volta che ne ha l'opportunità.
Dai pois al Revenge Dress: i look iconici
Anche se il rapporto con la famiglia reale non era sempre facile – anzi, fu complicato fin da subito – Diana aveva una carta segreta: l'empatia. La sua sensibilità la avvicinava alle persone: Diana fu la prima, tra i reali, a ridurre le distanze con il pubblico, ad abbracciare, a stringere mani.
La principessa capiva perfettamente l'importanza di comunicare in modo più diretto e caloroso e ben presto trovò negli abiti il modo migliore per farlo. Quando non riusciva a esprimere i suoi sentimenti lasciava che gli abiti parlassero per lei. Chi non ricorda la foto di fronte al Taj Mahal, sola, con una giacca rossa abbinata a una gonna viola? Un'immagine così forte che per molti fu una pietra tombale sul matrimonio.
Ebbe la geniale intuizione di affidarsi a stilisti emergenti, che confezionarono per lei un guardaroba più alla moda: Catherine Walker, ad esempio, disegnò l'abito tempestato di perle rimasto nella storia come l'Elvis Dress. Tra i molti, moltissimi abiti entrati nel mito ce n'è uno particolarmente eloquente: il celebre revenge dress, scollato e sensuale, con cui Diana gridava al mondo che era una donna libera e pronta per una nuova vita.
Perché Diana è ancora l'icona di stile reale più copiata
Sono passati 25 anni dalla morte di lady Diana ma il suo mito è più vivo che mai: dal film Spencer con Kristen Stewart alla serie tv The Crown, la sua storia continua ad affascinare e a commuovere. I suoi look non sono invecchiati un giorno anzi, paradossalmente, tornano a fare tendenza, perfino all'interno della famiglia reale: non si contano gli omaggi nei look di Meghan e Kate, che devono confrontarsi con una grande eredità.
Che dire della versione casual con jeans e mocassini? E dei ciclisti, sfoggiati dalla principessa prima di qualsiasi influencer? La vera svolta di stile, per Diana, arrivò dopo la separazione: a quel punto era una donna libera di mostrarsi come voleva e gli stilisti facevano a gara per vestirla. Uno, fra tutti, diventò il preferito della nuova Diana: Gianni Versace. Per una coincidenza scritta nelle stelle sarebbero morti a pochi mesi di distanza: uno assassinato nella sua villa, l'altra inseguita dai paparazzi. Morti prima del tempo, ma entrati nel mito: due icone immortali capaci di cambiare per sempre la moda e, con essa, la storia del nostro tempo.