La sfilata di Prada tra David Lynch e intelligenza artificiale: “L’uomo moderno incontra il primordiale”
Oggi è il giorno dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca: il mondo intero vedrà il 47esimo Presidente prestare giuramento e cominciare il secondo mandato. L'evento cade proprio all'indomani della sfilata di Prada, che ha portato in passerella la collezione Autunno/Inverno 2025-26, nella terza giornata dalla Milano Fashion Week. Miuccia Prada in questa collezione non ha potuto fare a meno di riversare i propri timori nei confronti dei tempi che corrono, della piega che il mondo ha preso e che trova in questa elezione uno dei suoi fronti più preoccupanti.
La sfilata di Prada alla Milano Fashion Week
"Il mondo è diventato conservatore" ha detto Miuccia Prada, intervistata da The Guardian. La stilista, come è solita fare, ha lasciato che fossero i suoi abiti a parlare, piuttosto che proferire fiumi di parole. Lei, donna di sinistra nonché ex membro del Partito Comunista Italiano, è un'attenta osservatrice della contemporaneità, dell'attualità. Al suo occhio critico non sono sfuggiti i veloci cambiamenti, le pericolose derive sociali che si stanno venendo a creare: nella sua mente, quando ha concepito la nuova collezione, c'era tutto questo. C'erano gli estremismi di destra e c'era l'ascesa dell'intelligenza artificiale, con le sue conseguenze. "Tutti vogliono che gli stilisti siano rivoluzionari – ha aggiunto – Ma cosa sta succedendo nel mondo? È orribile".
Ecco perché lo show della Milano Fashion Week va considerato come la sua risposta a tutto questo. In particolare, i capi portati sulla passerella Autunno/Inverno 2025-26 sono una risposta alla "prima stagione dell'intelligenza artificiale". Questa visione, di riflessione sui tempi difficili che corrono, è stata chiaramente condivisa da Miuccia Prada e da Raf Simons, co-direttore creativo. C'era qualcosa di disordinato e apparentemente incongruo nel mondo in cui i capi erano accostati, ma era intenzionale: stavano cercando di resistere all'algoritmo.
Per questo c'erano posto per abiti sartoriali tagliati alla perfezione, ma assemblati in modo imprevedibile. E poi gioielli attaccati ai maglioni e tanto stile country tra pellicce e stivali texani. "Queste sono cose che non dovrebbero stare insieme – ha detto Simons – L'uomo moderno incontra il primordiale". Persino lo spazio di scena per i modelli è stato allestito in questa ottica, con illuminazione bassa quasi cinematografica: "Una reazione a ciò che di solito è un set" ha concluso Simons, il quale ha ammesso che il defunto David Lynch è stato un'influenza.