La rivoluzione di Vogue: modelle con disabilità (finalmente) in copertina
British Vogue infrange l'ultimo tabù: la copertina di maggio dell'edizione britannica della Bibbia della moda celebra la disabilità, chiamando a raccolta modelle e attiviste che scardinano gli stereotipi. Una scelta che testimonia un cambio di rotta del settore, a lungo accusato di tagliar fuori una grande varietà di persone e di corpi ‘reali'. Niente, dice oggi la rivista, è più alla moda che l'inclusività.
Vogue celebra la diversità
"Reframing Fashion", cioé "Ripensare la moda". Con questo slogan British Vogue ha dedicato il numero di maggio alla bellezza della disabilità, creando diverse copertine. Immagini di rottura, che fino a qualche mese fa era impossibile vedere sulle pagine delle riviste patinate. Per realizzarle, Vogue ha lavorato insieme a Sinéad Burke, attivista irlandese affetta da nanismo che sta cambiando le regole della moda. Burke si è occupata di affiancare il team della rivista in modo che il set fosse accogliente per le varie esigenze dei modelli: un ambiente silenzioso e senza barriere architettoniche, con postazioni trucco regolabili. "L'accessibilità e l'inclusione della disabilità sono responsabilità e opportunità di tutti – ha detto in un lungo editoriale – Questo è un movimento, non un momento. E coinvolge tutti noi".
Tra le star in copertina ci sono Ellie Goldstein, modella britannica affetta dalla sindrome di Down, che indossa un abito Gucci e la modella trans disabile Aaron Rose Philip, oggi richiestissima in passerella, che posa con un abito nero Del Core e ballerine di Miu Miu. L'industria della moda e dello spettacolo troppo a lungo hanno cercato di chiudere gli occhi di fronte alla malattia e alla disabilità: lo testimonia l'attrice Selma Blair, affetta da sclerosi multipla, magnifica in copertina con una cappa Valentino e il bastone.
Nel lungo servizio dedicato alla disabilità compare anche Justina Miles, l'interprete della lingua dei segni che milioni di persone hanno visto esibirsi nel Super Bowl Halftime Show di Rihanna. Il tema è molto personale per il direttore, Edward Enninful: "Come persona con una malattia cronica del sangue, oltre a complicati problemi con la vista e l'udito, posso iniziare a immaginare come il mondo quotidiano possa sembrare ostile e inaccessibile ai bisogni dell'individuo". Ma, come sottolinea nell'articolo, queste copertine devono essere un punto di partenza per la moda, non di arrivo.