La guerra dei simboli tra Russia e Ucraina: perché Zelensky parla al mondo con una t-shirt verde militare
Al Parlamento Europeo. Al tavolo con il premier britannico Boris Johnson e con la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen. Per le strade bombardate di Kiev. Davanti al Consiglio di sicurezza dell'Onu e di fronte al Congresso degli Stati Uniti. Da oltre due mesi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky indossa la stessa uniforme, maglia e pantaloni verde militare. La sua t-shirt verde è ormai diventata un simbolo del conflitto russo ucraino, destinato a entrare nei libri di storia. In questo caso la scelta non è solo dettata dalla necessità e dalla praticità – come pensare ai vestiti sotto alle bombe? – ma fa parte di una sofisticata narrazione che Zelensky porta avanti con i discorsi, con la prossemica, perfino con i vestiti.
Perché Zelensky indossa sempre le magliette verde militari
Non è scontato che un presidente di una nazione di guerra rinunci al tradizionale completo con giacca e cravatta per adottare un abbigliamento militare, specialmente durante le trattative diplomatiche o gli incontri internazionali con gli altri capi di Stato: Winston Churchill visitò le macerie bombardate di Coventry con cappello e papillon. Quando i presidenti si vestono come soldati vogliono far passare un messaggio preciso: George W. Bush rinunciò alla cravatta per annunciare la fine della guerra in Iraq, scendendo da un jet con un tuta mimetica grigia. Zelensky ha dovuto rinunciare agli abiti civili quando la Russia ha invaso l'Ucraina. Anche il presidente ha imbracciato le armi: vestirsi come un soldato (e non come un generale) significa dire alla popolazione "Sono con voi, sono uno di voi".
Nelle prime apparizioni video ha rinunciato a ogni simbolo di potere: cravatta, giacca, mostrine. Ha parlato ai leader del mondo con una semplice t-shirt, il capo più diffuso e accessibile del mondo, variando al massimo con un pile dello stesso colore, come quello indossato per ricevere il premier britannico Boris Johnson, o una camicia verde militare, vista durante l'incontro con Ursula von der Leyen.
La strategia di comunicazione di Zelensky
C'è un'altra guerra che si combatte tra Ucraina e Russia ed è quella della comunicazione. Nell'era dei social e di Internet saper parlare alla propria nazione e alle altre è fondamentale. In questo, il presidente Zelensky ha dalla sua parte una vasta esperienza nel mondo dello spettacolo: una carriera da comico e da attore prima di entrare in politica. Zelensky comprende la cruciale importanza dei simboli, dell'emozione, della comunicazione. I suoi discorsi nei parlamenti del mondo sono già storia della politica, ma Zelensky sa che ogni dettaglio conta e che i simboli dicono più delle parole.
La distanza con il presidente russo Vladimir Putin
La prossemica, l'espressione, perfino i colori hanno un peso. I gesti di Zelensky ribadiscono anche su un piano visivo la distanza siderale con il presidente russo Vladimir Putin. Da una parte un uomo in maglietta, un capo di abbigliamento che ogni essere umano ha nell'armadio, dall'altra un presidente che parla alla nazione avvolto da un cappotto italiano da 12mila euro (l'azienda Loro Piana ha poi comunicato "imbarazzo" per l'accaduto) e in un dolcevita in cachemere Kiton. Del resto è nota la passione di Putin per il lusso europeo, dagli orologi Patek Philippe ai palazzi, nonostante la profonda crisi sociale ed economica che sta fronteggiando la Russia.
Da una parte la democrazia, dall'altra l'élite, da una parte la resistenza, dall'altra l'invasore. Quando Zelensky parla al Congresso statunitense o al parlamento italiano con la maglia verde, invece, sottolinea la sua appartenenza al popolo ucraino, il suo rispetto per chi combatte (e per chi muore). Sta dicendo: "Io sono sempre uno di voi, mi vesto come voi". In un capolavoro di strategia politica, il suo abbigliamento è stato "imitato" dalla presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola. La foto della stretta di mano a Kyev sembra scattata allo specchio: entrambi indossano una maglietta verde scuro a maniche corte. La guerra, oggi più che mai, si combatte (e si vince) con i simboli.