La giacca fatta di batteri: sembra in pelle ma non lo è
La moda sta cercando nuove strategie per rendere i processi di produzione più sostenibili e per abbandonare le pratiche cruelty-free. Uno degli esempi più stravaganti realizzati con materiali riciclati è una giacca di batteri, realizzata da Ganni, brand danese, in collaborazione con l'azienda messicana che si occupa di biomateriali, Polybion. L'effetto visivo è quello della pelle ma, con uno sguardo attento, si comprende subito che il materiale è derivato da prodotti organici. Non è la prima volta, comunque, che un brand realizza capi con prodotti organici: dalle giacche agli abiti, fino ai cappotti, sono già diversi i capi realizzati con funghi o con la pianta delle banane. Ma come nasce una giacca formata interamente dai batteri?
Com'è fatta la giacca di batteri
La giacca di Ganni in collaborazione con Polybion ha una silhouette tradizionale ma è realizzata dai batteri isolati dalla Kombucha, una bevanda messicana a base di té fermatato e zuccherato. Da questi batteri, quindi, viene estratta una piccola quantità di particelle, chiamata Celium. I batteri con cui è stato realizzato il blazer vengono nutriti con gli scarti della frutta in scatola: un processo sostenibile anche dal punto di vista alimentare, considerato che gli scarti andrebbero dismessi in una discarica, dove genererebbero ulteriore inquinamento. Il colore giallo lime della giacca è frutto di una scelta precisa: come ha spiegato la responsabile sostenibilità di Ganni, Lauren Bartley, alla CNN il giallo è simbolo di luminosità e riprende i colori accesi molto amati dal brand danese.
Il materiale innovativo ricalca le sembianze della pelle o della finta pelle, realizzata in plastica, e promette di essere resistente e traspirabile, come dichiarato da Ganni in occasione della presentazione della giacca. "Questa è la prima giacca mai realizzata da un brand con nanocellulosa batterica", ha commentato il Ceo di Polybion. La giacca "batteriologica" è, attualmente, ancora un pezzo unico, non in vendita. Tuttavia, come è stato reso noto, il brand si propone di vendere capi realizzati in Celium nel 2024. Questa decisione fa parte della più ampia politica dell'azienda danese di dimezzare le emissioni di carbonio entro il 2027.
Da Balenciaga a Stella McCartney: tutti i capi realizzati con materiali organici
La giacca giallo lime realizzata con i batteri della frutta decomposta è solo l'ultimo in ordine di tempo dei capi di moda realizzati con materiali organici. Nel 2021, Hermès, celebre per le sue borse in pelle, ha lanciato una versione della sua iconica Victoria Bag interamente realizzata con radici dei funghi. Sempre nel 2021, è stata la volta di Jason Momoa, attore noto per il suo ruolo in Acquaman: la star, particolarmente sensibile ai temi ambientali, ha lanciato una linea di scarpe interamente vegane, realizzate in fibre ottenute dai bambù o dalle alghe marine.
Sempre nello stesso anno anche i grandi brand di moda si sono cimentati nella creazione di abiti con materiali innovativi. Stella McCartney, designer molto legata al tema della crisi climatica, ha creato una linea di abiti realizzati con i funghi. I vestiti, infatti, sono realizzati con il Mylo, una fibra vegana che deriva dalle radici dei funghi. Dopo la scelta della designer britannica, anche Balenciaga, nel 2023, ha presentato un cappotto nero che all'apparenza sembra in pelle, ma in realtà è fatto con i funghi. Il cappotto nero della collezione Autunno/Inverno 2022-2023 è realizzato in Ephea, un materiale composto da fibre in micelio. Non mancano anche i prodotti beauty realizzati con i funghi: sono sempre più diffusi i detergenti e le creme a base di diverse tipologie di fughi che sembrano portare benefici alla pelle.