Kate Winslet contro il body shaming: “Bisogna celebrare il corpo femminile reale”
A partire dal 13 settembre Kate Winslet tornerà nei cinema britannici col film Lee, il biopic ispirato all'opera firmata da Antony Penrose in cui ricopre i panni di Lee Miller, corrispondente dal fronte della Seconda Guerra Mondiale per British Vogue. Intervistata dalla BBC, l'attrice ha rivelato alcune indiscrezioni su ciò che è accaduto nel backstage delle riprese, concentrandosi su un episodio in particolare: quando le è stato chiesto di sedersi più dritta per nascondere i "rotolini di pancia". Piuttosto che lasciar correre, ha voluto approfittarne per fare un incoraggiante discorso sul tema della body positivity: ecco cosa ha dichiarato l'attrice e perché le sue parole dovrebbero essere d'esempio.
Cosa è accaduto a Kate Winslet sul set
Ieri sera Kate Winslet è stata intervistata da Laura Kuenssberg, giornalista della BBC, e ha spiegato che il suo obiettivo sul set del film Lee era quello di immedesimarsi in tutto e per tutto nel personaggio di Lee Miller, una fotografa che visse la Seconda Guerra Mondiale direttamente dal fronte. Non si allenava, non faceva pilates, mangiava formaggio, beveva vino e di sicuro, di fronte una situazione storica grave e fuori controllo, considerava la silhouette "morbida" l'ultimo dei suoi problemi. L'attrice ha dunque lasciato intendere che la richiesta dei produttori di "mascherare" i rotolini di pancia di fronte la macchina da presa fosse paradossale e senza senso: se avesse accettato di cambiare postura, avrebbe solo reso il suo personaggio poco realistico.
Il discorso di Kate Winslet sul body shaming
Kate Winslet ha poi fatto un discorso d'ispirazione per le donne che non riescono ad accettarsi così come sono. Ha spiegato che tutte dovrebbero celebrare la loro forma fisica reale, anche quando hanno una silhouette morbida o con qualche rotolino di pancia in più. "Siamo così abituate a non vedere le imperfezioni e a non accettarle che per istinto, nel momento in cui le notiamo, non possiamo fare a meno di criticarle. È interessante quanto alle persone piaccia dare delle etichette alle donne", ha spiegato l'attrice. La sua speranza è che si cominci ad affrontare più spesso il tema, così da spingere le rappresentanti del sesso femminile a non preoccuparsi più del proprio corpo in maniera ossessiva: è arrivato il momento di dire basta alla demonizzazione delle curve, delle silhouette morbide o delle piccole imperfezioni, la verità è che sono il simbolo della propria unicità.