Milano Fashion Week, il terzo giorno è quello di Prada e della sfilata Primavera/Estate 2025 del marchio guidato da Miuccia Prada e Raf Simons. In scena sfilano le linee e gli accessori iconici della Maison italiana in un turbinio di auto citazioni, colori acidi, trompe-l'œil, occhiali futuristici, copricapo bizzarri, materiali plastici e dettagli metallici.
C'è una costante che accomuna tutti gli show di Prada: le collezioni della Maison a prima vista sono stranianti. Lo styling, e i primi look che aprono ogni sfilata, creano un disturbo, quasi uno shock derivante da una "incomprensione" iniziale. Pian piano poi si riesce a mettere a fuoco, osservando con attenzione si iniziano a collegare i puntini e d'improvviso quelli che apparivano come dettagli slegati dal contesto acquistano significato nell'insieme totale. Bisogna però essere disposti a sforzare l'occhio, a guardare bene, a cercare quella linea sottile che porta alla comprensione.
Prada: a Milano la collezione Primavera/Estate 2025
Nella sfilata P/E 25 di Prada le cinghie dal sapore bondage, i dettagli metallici applicati su gonne dai materiali plastici, i maxi occhiali che coprono il volto e gli strambi copricapo lasciano di stucco chi li guarda. Poi appaiono i top bicolor con colletti disegnati e le camicie stropicciate con i colletti sagomati da fili metallici e ancora le cinture trompe-l'œil stampati sulla vita dei pantaloni, tutti dettagli già visti sulla passerella maschile di Giugno. Questa è un'altra costante: da Prada la collezione uomo rappresenta quasi un teaser di ciò che vedremo sulla passerella femminile.
Prada cita Prada, in passerella scarpe e fantasie "già viste"
Continuando a osservare si scorge ancora qualcosa. Le cinture applicate sulle borse, i décolleté con decori origami sulla punta, i vestiti impalpabili dai dettagli svolazzanti ci rendiamo conto che quei dettagli li abbiamo già visti. Poi appaiono Mary Jane con plateau gommato, stringate con suola alta in rafia e gomma piuma, fantasie con rombi dal mood seventies, tutto riporta alla mente qualcosa di già visto. Dove li abbiamo visti? Non sullo schermo di un cinema, non sulla passerella di un'altra Maison di moda. Tutti questi dettagli provengono dalle precedenti collezioni Prada.
I rombi della gonna a tubo, realizzati con pietre e inserti, ricordano da vicino quelli che erano il fil rouge della collezione Prada Autunno/Inverno 2012-2013. Sulla stessa passerella erano apparse per la prima volta le Mary Jane bicolore con plateau e tacco alto.
Tra gli accessori P/E 25 spuntano poi un paio di sandali optical in bianco e nero: sulla parte posteriore del tacco fuoriescono punte che ricordano una cresta, praticamente identica a quella dei modelli apparsi sulla passerella Autunno/Inverno 2008-2009.
Poi ci sono le derby stringate che mimano le forme delle scarpe Primavera/Estate 2011. Strano che sull'ultima passerella di Milano non siano apparse le fiamme degli iconici sandali flame, della Primavera/Estate 2012, una delle più celebri collezioni Prada degli ultimi anni, ispirata agli anni '50 e alle auto d'epoca, riproposti poi nella collezione F/W 18-19.
In un mondo ormai omologato, in cui i marchi di moda inseguono un pubblico sempre più volatile e "infedele", dove tutti cercano disperatamente di creare La it bag per far crescere il fatturato, Prada, come al solito, se ne frega delle regole e ancora una volta si configura come uno dei pochi marchi del panorama italiano capace di dettare le tendenze, una delle poche Maison in grado di essere apripista. Lo fa in questa fashion week disegnando in passerella un racconto attraverso cui sembra voler affermare il proprio primato nella capacità di indirizzare la moda contemporanea.
In molti penseranno: facile copiare e ancor più facile copiare se stessi attingendo dal proprio archivio. La "copia" di Prada si inserisce però all'interno di una collezione del tutto nuova, in cui i codici vengono sì ripresi ma sono poi stravolti e reinventati, accostati a dettagli inediti per creare nuovo significato. Il bello poi è che scarpe e accessori apparsi più di dieci anni fa risultano comunque contemporanei e guardando i look non si ha l'impressione di osservare qualcosa di datato.
Guardaroba eterno, l'ossessione della Signora della Moda
Forse le citazioni auto referenziali viste in questa collezione Primavera/Estate 2025 sono il personale tributo di Raf Simons per Miuccia Prada? Probabile. O forse a guidare l'ispirazione per la Spring/Summer 2025 è l'ossessione della Signora della Moda italiana di riuscire a creare un guardaroba "eterno", fatto di capi intramontabili che volano sopra le tendenze del momento, capaci di essere sempre attuali proprio perché slegati da un contesto ben delineato e preciso. Capi che riescono a essere "pazzi" all'interno di un quadro così rigoroso. Proprio come piace a Miuccia Prada.
In una Milano Fashion Week dove la creatività è ridotta a zero, dove persino i grandi marchi copiano gli altri marchi, Raf Simons e Miuccia Prada sorprendono (ancora) decidendo (anche loro) di copiare, non gli altri ma se stessi. I richiami al passato del marchio spuntano come funghi nella nuova collezione senza apparire desueti, senza essere poco funzionali al racconto contemporaneo. Sono proprio quei richiami, quelle auto citazioni che dimostrano come la Signora sia riuscita nell'intento di creare un guardaroba eterno.