Il segreto per essere felici a lavoro è l’arte danese dell’arbejdsglæde: come metterlo in pratica
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Ti svegli la mattina, fai colazione, ti lavi i denti, fai una doccia, ti vesti, prendi la metro e raggiungi l'ufficio: giornate tutte uguali, dove le ore trascorse lavorando superano di gran lunga quelle che si dedicano alla famiglia, alla vita sociale, ai propri hobby e passatempi. Il posto di lavoro a volte fagocita tutto il resto e questo a lungo andare incide molto sulla qualità della vita e, di conseguenza, sul proprio umore e sulla propria salute mentale. La situazione peggiora se ciò che si fa non è stimolante, se la spinta è solo il dovere. La nostra società ha sviluppato una concezione tossica di lavoro: conta la performance vincente al primo posto spesso a discapito della soddisfazione personale. Non è così nella cultura nordica, dove viceversa si presta molta attenzione a quella che loro chiamano Arbejdsglæde.
Che significa la parola Arbejdsglæde
I danesi hanno una parola specifica che racchiude un concetto che, invece, nella nostra cultura si è un po' perso. Arbejdsglæde significa "gioia di lavorare". In Danimarca e in tutti i Paesi nordici è una questione fondamentale e molto radicata nella società: il piacere di lavorare e di fare qualcosa che si ama non è considerato un optional. Quando lo diventa è un problema, perché è lì che si fanno avanti problemi di burnout: e un lavoratore insoddisfatto diventa una persona infelice, di conseguenza il suo malessere si riversa su tutta la società.
Nel Paese tutti vogliono sentirsi appagati lavorativamente, tenendo questo aspetto anche molto separato dalla vita privata: in questo modo riescono a concentrarsi su entrambi, a dedicare energie e forze sui due fronti senza tralasciare nulla. Le persone vengono incentivate ad andare al lavoro felici, a sentirsi rilevanti nell'ambiente; ne viene sostenuta la crescita professionale, così che si possano sentire sempre stimolati, valorizzati e importanti. Questo fa bene all'azienda stessa.
Uno studio condotto dall’Università di Warwick nel 2015, infatti, ha dimostrato che i lavoratori felici sono fino al 12% più produttivi rispetto alla media. La felicità sul lavoro, quindi, è strettamente legata alla performance ed entrambe si riflettono nei risultati aziendali, nei profitti. Per questo sono gli stessi recruiter e i professionisti HR a promuovere l'Arbejdsglæde, nell'interesse di tutti. Costruire un ambiente di lavoro sano e positivo significa sentirsi valorizzati, significa favorire l'interazione umana e implementare politiche di flessibilità, ma anche riconoscere e celebrare i traguardi professionali, dare benefit e bonus.
È un modo per tenere lontane dinamiche tossiche che mettono a rischio la salute dei dipendenti come la mancanza di crescita professionale, episodi di discriminazione e violenza, i pettegolezzi in azienda. Nell’indagine Work in America, promossa dall'American Psychological Association, il 22% dei dipendenti ha dichiarato che l'ambiente di lavoro ha danneggiato la loro salute mentale. Gli intervistati hanno definito la cultura tossica dell'ambiente di lavoro un motivo valido per lasciare il loro impiego.
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Come trovare la "gioia di lavorare"
Il lavoro è un diritto, è una necessità, ma non dovrebbe diventare un'ossessione, compromettendo la salute mentale, costringendo a rinunce significative nella vita privata. Purtroppo è quello che troppo spesso accade. Dovremmo invece imparare dai danesi a vivere il lavoro con più serenità, senza farci schiacciare dalle sue logiche tossiche. La puntualità, la serietà, la cordialità, la responsabilità, il rispetto delle scadenze sono tutti valori importanti, da non estremizzare fino a farli diventare fonte di stress, che poi prendono il sopravvento su tutto il resto. Abbiamo bisogno di rallentare, a volte, anche di chiedere aiuto se necessario senza per questo sentirci dei perdenti.