Il successo di Miu Miu si vede dalle canzoni dei trapper come Tony Effe
"Miu Miu, Courchevel, Tony, comprami la borsa". Da questo verso molti di voi avranno già capito di che canzone non possiamo smette di parlare: in Miu Miu di Tony Effe, Palmitessa, artista hip-hop che si alterna con lui nelle varie strofe, chiede al trapper ex Dark Polo Gang di comprarle una borsa del brand di Miuccia Prada. Ma come è arrivata Miu Miu nell'immaginario collettivo di un rapper di Roma Nord?
Tony Effe, il maschio che compra Miu Miu
Con il primo posto e il disco d'oro conquistato in poche settimane, Miu Miu è forse il singolo più celebre di Icona, nuovo album di Tony Effe, nome d'arte del rapper Nicolò Rapisarda. Il videoclip, che alterna riferimenti a Gordon Gekko, lo squalo di Wall Street di Oliver Stone, e la capra tanto citata dall'ex sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, è solo l'ultima tappa di un viaggio che sta definendo l'immaginario della canzone. A completare questa operazione di marketing, Tony Effe ha regalato perfino una borsa a una fan, estratta a caso in un contest su Instagram, il celebre modello Hobo Wander con il logo Miu Miu, scatenando il panico su TikTok.
Ma cosa c'entra Miu Miu con Saint-Tropez, Courchevel (località sciistica super glamour), gli yatch e gli altri riferimenti contenuti nella canzone di Tony Effe, che non è altro che un inno alla ricchezza ostentata? Se non sorprende il contenuto della canzone (il mondo della trap non è nuovo all'esibizionismo, all'elenco dei loghi, all'ostentazione del lusso), non è ancora chiaro perché il brand di Miuccia Prada sia finito in mezzo a "il vestito è Balenciaga, ti porto in un posto chic".
La signorina borghese della Signora
Fondato nel 1993 da Miuccia Prada, il brand prende in nome proprio da un tenero nomignolo con cui le persone care chiamano la designer italiana. Il marchio, che fa parte del Gruppo Prada, inizia la sua trentennale storia imponendo un'estetica prettamente leziosa, milanese e alto-borghese, con le signorine dell'alta società che ritrovano in Miu Miu quel femminile fatto di raso, seta, satin mischiato all'erotismo e all'autodeterminazione. Se negli anni il mondo della moda ha definito Miu Miu come la petit-soeur di Prada, negli anni la Signora ha dimostrato come con questo brand potesse sperimentare le variazioni del concetto di femminile contemporaneo, riuscendo sempre a essere al passo con i tempi.
L'immaginario, incastonato nelle grandi sfilate parigine, è sempre stato quello di un brand comunque elitario (non solo per i prezzi) ma anche come pubblico di riferimento. Tuttavia, nelle ultime collezioni, Miu Miu ha saputo diventare anche il brand più desiderato non solo dall'alta società, ma anche dalle giovani della Generazione Z, spopolando su Tiktok, un medium che, anche solo 20 anni fa, non avremmo mai associato alle signorine parigine di Miuccia Prada.
Invece, la Signora della moda italiana con Miu Miu ha trovato la sintesi perfetta tra l'estetica inconfondibile del brand e i desideri di una generazione che magari non avrà il potere d'acquisto per essere la clientela ideale del brand, ma che si rivede nei look pantless, nei ciuffi spettinati, nelle ballerine, nelle microgonne e nelle felpe e nelle giacche proprie dello streetwear che la signora Prada ha saputo proporre. La scelta di testimonial come Emma Corrin, attrice non binaria che sfoggia le Church's (in collaborazione con Miu Miu) così come l'abito blazer con una gonna velata, è il perfetto ponte verso una generazione che ha cambiato e vuole mettere in discussione lo status quo già definito per lei. Dunque, una presa di posizione anche politica che ha reso ancora più desiderabili e interessanti gli abiti di Miuccia Prada. A conferma di questo, il brand ha appena lanciato una campagna con protagonista Gigi Hadid ispirata al movimento femminista delle Suffragette.
In questo ampio scenario, Miu Miu si è imposto come il brand più desiderato del 2023, secondo Lyst. Questo primato comporta l'essere desiderati anche da quella parte di pubblico che fino a vent'anni fa non avrebbe mai sposato il sogno femminile ma borghese di Miuccia Prada. Tuttavia, il mercato impone anche cosa dobbiamo desiderare e dunque ecco perché anche i trapper di Monti o quelli della periferia milanese non fanno distinzione tra il lusso di Courchevel e quello più politico di Miu Miu.