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Il portachiavi fallico da 450 euro: da dove nasce la provocazione di JW Anderson

Il brand JW Anderson è famoso per le creazioni dal design pop e irriverente, ma stavolta non si tratta di una semplice provocazione, bensì di un manifesto di liberazione.
A cura di Beatrice Manca
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Il portachiavi fallico di JW Anderson
Il portachiavi fallico di JW Anderson

Il portachiavi più irriverente della stagione? Lo ha lanciato JW Anderson: il brand basato a Londra ha lanciato una serie di accessori dall'inequivocabile forma fallica. Il portachiavi in pelle, declinato in diverse varietà di colori, è completato da un moschettone in argento ed è disponibile anche con applicazioni di strass, in metallo o con stampe. La forma non è una mera provocazione, ma riprende un discorso avviato durante l'ultima London Fashion Week, quando lo stilista Jonathan Anderson aveva fatto sfilare in passerella t-shirt con stampe degli organi maschili.

Chi è Jonathan Anderson, l'enfant terrible della moda

Per capire il significato di questi accessori a dir poco goliardici, bisogna prima capire chi è l'uomo dietro a JW Anderson. Lo stilista Jonathan Anderson, nato nel 1984 in Irlanda del Nord, è uno dei nomi più originali e interessanti sulla scena fashion internazionale. Prima di approdare a Loewe, dove ricopre il ruolo di direttore creativo, si è fatto le ossa lavorando per Prada come visual merchandiser e poi da Versace, nella linea Versus. Oggi Anderson disegna sia per Loewe sia per il suo marchio omonimo, dove sperimenta con suggestioni pop, stampe irriverenti e colori sgargianti. Sua, per esempio, è la borsa piccione che Sarah Jessica Parker sfoggia nella nuova stagione di And Just Like That, oppure le scarpe rana diventate virali durante l'ultima fashion week.

Il portachiavi da 450 euro di JW Anderson
Il portachiavi da 450 euro di JW Anderson

La storia dei portachiavi a forma di fallo di JW Anderson

L'irriverenza quindi fa parte del suo dna creativo, ma nel caso delle stampe falliche la questione è in realtà più complessa. La collezione Autunno/Inverno 2023-24 infatti è un omaggio a Michael Clark, coreografo e ballerino  protagonista della vita notturna londinese degli anni Ottanta. Con le sue esibizioni (all'epoca definite scandalose) hanno spinto in avanti il dibattito sulla liberazione sessuale, abbattendo tabù e pregiudizi. Con questo spirito, nel mese del Pride, JW Anderson ha lanciato la sua collezione ‘Stud', con corpi maschili in mostra su camicie e felpe, e il famoso portachiavi in pelle a forma di pene. I portachiavi fallici in vendita sul sito in realtà sono molti di più, in tutti i colori dell'arcobaleno, con applicazioni o tinta unita. I prezzi partono da 150 euro, per i modelli basic in pelle colorata (o 115, per le sagome in metallo) fino ad arrivare a 450 euro per quelli ricoperti di strass.

Portachiavi in pelle JW Anderson
Portachiavi in pelle JW Anderson

Perché la moda si ispira spesso al bondage

Del resto, la moda ha sempre giocato con i temi della sessualità, contribuendo a normalizzare il discorso su un tema ancora molto spesso tabù. Tom Ford ha impresso a Gucci un carattere estremamente sexy e audace negli anni Novanta, mentre Gianni Versace scandalizzò il suo pubblico mandando in passerella abiti con cinghie e collari ispirati al mondo del bondage. Tra gli esempi più recenti c'è Alessandro Michele, ex stilista di Gucci, che sdoganò i sex toys trasformandoli in gioielli durante la sfilata Love Parade. Nel lungo elenco non può mancare anche un accenno a Richard Quinn e alle sue creazioni fetish e romantiche al tempo stesso con tutine in lattice e volti coperti. L'invasione di latex, maxi stivali e maschere negli ultimi anni ci racconta di una commistione sempre più stretta tra monda e BDSM. La moda celebra da sempre la gioia dei corpi, esplorando ogni lato dell'esperienza umana: perché non usare questo strumento creativo per superare gli stereotipi e sentirci liberi?

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