Il mito di Balenciaga diventa una serie tv: chi interpreterà lo stilista divo
Il connubio tra cinema e moda è sempre più stretto: dopo il successo della serie Netflix sullo stilista Halston arriva su Disney+ il biopic sullo stilista Cristobal Balenciaga, fondatore dell'omonima casa di moda. Oggi il nome Balenciaga è associato all'estetica "post soviet" del designer Demna Gvasalia e ai suoi accessori cult, ma tutto iniziò con il maestro di Getaria, il primo couturier divo. Hubert de Givenchy lo soprannominò "l'architetto dell'haute couture" e Coco Chanel, lapidariamente, lo definì "l’unico vero couturier, gli altri sono solo fashion designer". Le sue linee audaci e senza tempo sono state una fonte inesauribile di ispirazione per chiunque sia venuto dopo: la piattaforma streaming racconterà la sua storia, fatta di genio, riscatto e perdite dolorose.
Disney celebra il maestro Cristobal Balenciaga
Anche se il suo lavoro è famoso in tutto il mondo, la vita di Cristobal Balenciaga è avvolta nel mistero: lo stilista era riservatissimo e concesse una sola intervista in tutta la sua vita. Oggi la piattaforma Disney+ vuole riscoprire la sua storia: la serie è in fase di lavorazione e per ora non si conosce né la data di uscita né il titolo definitivo. Balenciaga (questo il titolo provvisorio) verrà girata tra Spagna e Francia e copre le vicende del couturier nel periodo che va dalla guerra civile spagnola ai primi anni ‘70. Un ruolo fondamentale, neanche a dirlo, è quello rivestito dagli abiti di scena, curati con filologica precisione dalla costumista Bina Daigeller e il modellista Pepo Ruiz Dorado.
Chi interpreta lo stilista Cristobal Balenciaga
La figura di Balenciaga è avvolta dal mito: occhi scuri, fascino magnetico, portamento elegante. Difficile dunque trovare un volto adatto a interpretarlo: la sfida è stata vinta dal pluripremiato attore spagnolo Alberto San Juansi. "Partecipare a questo progetto è un onore – ha dichiarato l'attore in una nota stampa – È una sfida per tutti. Come lo è sempre, ma questa volta un po’ di più. È quasi come girare tre film in quattro mesi, in diverse lingue e con un intervallo di alcuni decenni tra l’inizio e la fine. In poche parole è un’emozione!”.
