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Con uno suggestivo show, che sovverte le regole dell'Haute Couture, Alessandro Michele fa il suo debutto nell'Alta Moda presentando la collezione Primavera/Estate 2025 di Valentino. Il designer è riuscito a portare il suo mondo, caotico e a tratti distopico, nell'intoccabile e rigoroso Olimpo parigino. La prima sfilata Couture di Michele ha poco o nulla a che fare con le tipiche sfilate a cui l'Alta Moda ci ha abituati negli anni: nessun atelier raccolto ed esclusivo a fare da cornice, nessuna melodia soave a fare da sottofondo, nessuna movenza teatrale durante il défilé. Oltre che con l'allestimento, Michele porta la sua estetica a Parigi facendo sfilare modelle over 60 e non conformi ai classici standard dell'Haute Couture francese.
Le creazioni di alta sartoria della Maison Valentino sfilano indosso a modelle che camminavano in orizzontale, in una location buia e davanti a uno schermo, sul quale sono proiettati il numero dell'abito in collezione e una serie scorrevole di parole chiave che rimandano all'ispirazione degli abiti, ai tessuti utilizzati, ai dettagli dell'archivio Valentino a cui Michele ha guardato e alle forme e ai volumi dei vestiti.
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Nella collezione i simboli che da sempre caratterizzano lo "stile Michele" ci sono tutti: dai colori tanto amati, come il rosso, il viola e il verde smeraldo, ai decori che sembrano usciti da una Wunderkammer, ai dettagli barocchi come gorgiere, balze sulle gonne lunghe, ruche, plissé, fiocchi e piume. Gli abiti più belli e riusciti, anche i più nuovi, sono quelli con immense gonne attaccate a corpetti aderenti dalle spalle strutturate o quelli con ricami che ricordano la tappezzeria e gli arazzi. I look più interessanti sono poi quelli dove lavorazioni knitting, apparentemente semplici e che ricordano gli intrecci di un maglione di lana, sono utilizzate per ricoprire drammatici e ampi abiti da gran sera.
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Lo show si conclude nel buio totale, il pubblico vede, e non vede, la parade finale grazie a pixel "rotti" che appaiono sullo schermo. L'oscurità voluta da Michele è interrotta da veloci flash che appaiono come bug disturbanti per la visione, illuminando solo a tratti le uscite finali, senza renderle del tutto palesi. Si intravede poi l'arrivo di Alessandro Michele per il classico "take a bow". Tutto il finale è pensato per contribuire a creare la vertigine disegnata da Michele.
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Vertigineux, che letteralmente vuol dire "dare le vertigini", è infatti il nome della prima collezione couture disegnata dallo stilista per Valentino. Addio alla poesia romantica e didascalica dell'alta sartoria parigina: con la sua collezione (ancora una volta) Michele riesce a rompere le regole, a portare la sua visione, sempre coerente, a volte troppo simile a se stessa, eppure ben costruita, estremamente significante e ricca di rimandi. Una visione capace di creare uno strappo iconoclasta e straniante all'interno di un flusso fin troppo lineare, didascalico, spesso anacronistico, a volte noioso, che è la Couture francese.
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