I 25 anni di Sex and the City, la serie tv che ha cambiato la moda (e il culto dello shopping)
Il 6 giugno 1998 la rete HBO lancia il primo episodio di una serie tv che racconta la vita di giovani donne single a New York impegnate nella ricerca dell'amore e di un posto nel mondo. Fin dal primo episodio si capisce che non è una serie come le altre: le quattro amiche protagoniste parlano continuamente di relazioni, e soprattutto di sesso, con disarmante candore. Venticinque anni dopo, possiamo serenamente affermare che Sex and the City è stata per molti versi una piccola rivoluzione culturale: con leggerezza e brio esplorava la sessualità in tutte le sue sfaccettature, rompendo i tabù. Il successo è stato tale che la serie è stata ‘allargata' con due film, un prequel e un reboot, la serie And Just Like That, dove è appena stato annunciato il ritorno di Samantha Jones. Sex and the City ha cambiato il modo in cui pensiamo il sesso ma soprattutto ha rivoluzionato il rapporto tra moda e televisione. I vestiti (griffatissimi) indossati dalle protagoniste non sono solo costumi di scena, ma parte dell'identità delle protagoniste. Anzi: la moda è forse la quinta protagonista del fortunato show.
Il ruolo degli abiti in Sex and the City
Negli anni anche Sex and the City è andata incontro a una rilettura critica: guardandola oggi, con una nuova sensibilità, la serie presenta diversi problemi in fatto di inclusività, diversity e accettazione del corpo. Innegabilmente però ha fatto fare un balzo in avanti al dibattito pubblico su emancipazione femminile, sessualità e indipendenza economica. Poi certo, restano grandi misteri: come faceva Carrie, giornalista freelance, a permettersi un guardaroba sterminato? Ma non importa: bastavano i suoi outfit a farci sognare. "Mi piace tenere i miei soldi dove posso vederli – diceva sempre la protagonista – appesi nel mio armadio". Una donna moderna, una donna indipendente – suggeriva la serie – non ha paura di niente: né di un due picche, né di attraversare la città sul tacco dodici.
Come gli anni Ottanta hanno avuto Dinasty, e i Novanta Friends, Sex and the City è stato il riferimento visivo (e di stile) degli anni Duemila. Quando non erano impegnate in un brunch o nell'inaugurazione di un nuovo locale, le quattro protagoniste erano alle prese con una sessione di shopping: il piacere di comprare e di tornare a casa stracolme di sacchetti griffati è un'abitudine che oggi giudichiamo poco sostenibile, ma all'epoca sembrava l'apoteosi del successo. La migliore cura per un cuore spezzato o per una giornata storta. La moda diventava un mezzo per esprimere se stesse, un'armatura per affrontare le giornate, una storyline parallela a quella che si svolgeva nelle varie scene anticipando le varie serie ‘fashion' che sarebbero venute dopo, da Emily in Paris a Gossip Girl.
Chi ha firmato i costumi di Sex and the City
Famosa è l'ossessione di Carrie Bradshaw per le scarpe, in particolare per le Manolo Blahnik. Il brand è inevitabilmente debitore dello show e soprattutto della geniale costumista, Patricia Field, che puntata dopo puntata ha costruito il guardaroba ‘parlante' di ciascuna protagonista mixando capi vintage, pezzi low cost e moltissimi abiti ricevuti direttamente dalle case di moda, sempre più felici di far parte dello show. Le ‘ragazze di Sex and the City non avevano paura di correre qualche rischio né di farsi notare tra abiti coloratissimi, pellicce finte, borse di lusso e abbinamenti originali.
Ognuna di loro, poi, aveva uno stile signature: Miranda Hobbes è una donna in carriera, porta i pantaloni (letteralmente) e ama lo stile mannish, enfatizzando i completi con un taglio di capelli corto e un po' punk. Samantha Jones è sopra le righe in tutto, anche nei look: colori accessi, spesso in contrasto tra loro, accessori bold e una sensualità senza compromessi. La romantica Charlotte York incarna il lato bon ton dell'upper class newyorkese: tailleur, tubini, perle e tantissimo rosa, anticipando le tendenze attuali.
La più complessa, e la più trasformista è proprio la protagonista Carrie Bradshaw: molti dei momenti chiave nello show sono sottolineati proprio dagli outfit. Come non ricordare il tutù da ballerina della primissima scena, ripreso poi in moltissime altre puntate da vaporose gonne in tulle. Oppure la sua Baguette di Fendi, da difendere a costo della vita, o la collanina con scritto il suo nome? O ancora: lo slip dress stampato come una pagina di giornale disegnato da John Galliano per Dior? Sex and the City ha fatto tendenza e continua a farlo: venticinque anni dopo, il piacere di vestirci per noi stesse (e non per lo sguardo altrui) non è mai passato di moda.