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Harry Styles, l’uomo che con glitter e smalto ha liberato i maschi dai loro stessi stereotipi

Da una boy band famosa in tutto il mondo – gli One Direction – Harry Styles è diventato un’icona di stile gender fluid e lo studiano persino all’università: la sua libertà è un manifesto generazionale.
A cura di Beatrice Manca
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Idolo delle teenager, icona di stile queer, sex symbol, attore hollywoodiano, cantante di una boy band, popstar e icona dalla sessualità fluid. Harry Styles non è nessuna di queste cose, oppure è tutte queste cose insieme. L'ex leader degli One Direction, la band britannica che ha conquistato classifiche e cuori in tutto il mondo, oggi è diventato uno degli artisti più apprezzati al mondo, e non solo in campo musicale: impossibile non aver sentito nemmeno una volta, nemmeno per caso, As It Was o Watermelon Sugar. Per non parlare dei film, come Dunkirk, e del corso di studi che un'università statunitense ha deciso di dedicargli, provando a rispondere alla domanda: come ha fatto il frontman di una boy band a diventare una tale icona di stile genderfluid?

Harry Styles in J W Anderson
Harry Styles in J W Anderson

Per chi avesse vissuto su Marte negli ultimi dieci anni: Harry Styles esordisce negli One Direction grazie all'edizione inglese di X Factor. Le sue foto con i capelli spettinati e la giacca da collegiale riempiono le camerette delle adolescenti di tutto il mondo e la band diventa un caso planetario. C'è qualcosa, nella definizione di boy band, che rimanda subito a un'estetica precisa: aria innocente ma vagamente conturbante, ciuffo sulla fronte da monello, rassicurante camicia portata aperta sulla t-shirt. Harry Styles corrisponde alla descrizione, ma con un tocco british in più: capelli spettinati da romanzo gotico, trench, blazer, mocassini. Come altri cantanti prima di lui, anche Styles decide di fare il salto verso la carriera da solista. Ma oltre alla musica, il suo linguaggio espressivo è la moda.

Harry Styles in Gucci ai Grammy
Harry Styles in Gucci ai Grammy

L'incontro fatale è con Alessandro Michele di Gucci, che lo fa sfilare sul red carpet con orecchini di perle e camicie trasparenti. Il sodalizio è destinato a durare, tant'è che oggi i due hanno prodotto una collezione di abbigliamento insieme. Come altri grandi musicisti prima di lui – pensiamo a Mick Jagger – Harry Styles sperimenta uno stile fuori dalle etichette: più colore, più stravaganze, più sensualità. Un sex symbol può continuare a turbare i sogni delle adolescenti con lo smalto sulle unghie? O vestendosi da Sirenetta? Sì, Harry Styles sì. Lui può.

Harry Styles sul palco
Harry Styles sul palco

Che poi, intendiamoci, non è che Styles sia un provocatore o abbia l'energia dissacrante e iconoclasta di una rockstar che si spoglia sul palco. Non è Damiano dei Maneskin, ecco. Nella maggior parte delle apparizioni pubbliche è vestito di tutto punto in un modo apparentemente classico: pantaloni sartoriali, doppiopetto, cappotti dal rigore british, gilet colorati. Solo, rivisiti e corretti alla sua maniera: con le perle, il tacco, le trasparenze, il make up, lo smalto alle unghie, le stampe pop. Tutti quei dettagli che tradizionalmente etichettiamo come "femminili" e che quindi saltano all'occhio solo quando li sfoggia un ragazzo. Harry Styles è diventato un'icona di stile genderfluid dopo una storica copertina di Vogue in cui posava con un abito lungo. Ma non era il culmine di un percorso, né una provocazione o uno statement: Harry Styles continua a spostare il confine di "maschile e femminile" come un gatto che gioca con il gomitolo, ingarbugliando tutto e dimostrando che, spesso, le etichette sono scatole vuote.

Harry Styles in Gucci
Harry Styles in Gucci

Sarebbe riduttivo, se non proprio scorretto, dire che Harry Styles abbia abbracciato il suo lato femminile: ha dato un nuovo senso alla mascolinità, riempiendola di colori, di leggerezza, persino di vulnerabilità. L'assoluta libertà di Harry Styles ha anche un meraviglioso effetto collaterale: far sentire libero chi lo guarda. I suoi concerti sono un trionfo di piume, glitter, colori e make up. I suoi fan cercano in lui un riconoscimento, un via libera per vestirsi come non avrebbero avuto il coraggio di fare altrimenti.

Harry Styles al MET Gala
Harry Styles al MET Gala

L'impatto deflagrante dell'estetica di Harry Styles va ben oltre la cerchia dei fan: l'idea che si possa indossare un boa di piume rosa e avere una relazione con Olivia Wilde scardina diversi stereotipi su mascolinità tossica e cultura queer. Già, a proposito di Olivia Wilde: l'attore e cantante ha sempre mantenuto il massimo riserbo sulla sua vita privata e sulla sua sessualità che, tirando le somme, è del tutto indifferente: non è l'orientamento sessuale a definire la palette cromatica che un uomo può indossare o la quantità di accessori.

Harry Styles
Harry Styles

Non deve stupirci che Harry Styles oggi abbia un corso di studi all'università (nel senso che lui è la materia di studio, non il docente): l'ex One Direction oggi è in grado di incarnare lo spirito di un'epoca, lo zeitgeist di una generazione più fluida, più libera, più tollerante. Non a caso il corso di laurea che lo riguarda si intitola: "Il culto della celebrità: la cultura dell’identità, di Internet e del pop europeo". In anni in cui red carpet e passerelle continuano a citare e a pescare dal passato, Harry Styles ha aperto un varco in una direzione nuova. Azzardiamo una previsione: se tra cinquant'anni si studierà l'estetica degli anni Venti (non quelli ruggenti, quelli del Covid) Harry Styles sarà sulle pagine dei libri. Con le sue perle, i tatuaggi e il boa di piume.

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Nata a Roma nel 1992 e cresciuta a pane e libri a Viterbo, sono giornalista professionista dal 2019. In tasca una laurea in Editoria e un master in giornalismo alla Scuola Rai di Perugia. Lavoro a Fanpage nella sezione Stile e Trend. Mi occupo di questioni di genere e di moda, con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale. Prima al Fattoquotidiano.it e Fq Millennium.
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