Gli abiti di Salvatore Vignola a Sanremo 2024: Big Mama come un pugno in faccia, per Arisa un abbraccio di metallo
Manca ormai pochissimo all'inizio di Sanremo 2024, il Festival della canzone italiana che quest'anno sarà ancora condotto da Amadeus che, nelle diverse serate, avrà al suo fianco Marco Mengoni, Teresa Mannino, Giorgia e Lorella Cuccarini. Dopo aver dato alcune anticipazioni sui look dei conduttori, sappiamo cosa indosserà Giorgia e quale stile ha scelto Amadeus, e aver rivelato diverse indiscrezioni su chi veste i cantanti in gara, Fanpage.it ha intervistato Salvatore Vignola, giovane designer e talento emergente della moda italiana, che sul palco di Sanremo porterà tre abiti couture. I capi appositamente realizzati per l'occasione li vedremo indosso a Big Mama, concorrente in gara, Sissi, che accompagnerà Big Mama nella serata dei duetti, e Arisa, ospite dell'edizione 2024 del Festival.
Hai disegnato per Big Mama un look custom made che indosserà a Sanremo 2024, cosa puoi anticiparci?
C'è un dettaglio nell'abito che ho realizzato per Big Mama che quando lo vedrete sul palco sarà come un pugno in faccia e al cuore. Vedere un'immagine del genere, accompagnata dal suo testo sarà come assistere a un vero e proprio racconto, una storia visiva.
Come è nata la collaborazione tra di voi?
La collaborazione tra di noi va avanti da un po', le avevo già fatto il vestito del concerto del 1° Maggio, poi ci siamo tenuti in contatto e poi le avevo prestato delle cose per degli shooting. Ora, in questo passo così grande, ha voluto portare con sé sul palco i designer con cui ha collaborato dall'inizio. Da parte sua è stato un gesto stupendo.
Vestirai anche Arisa, che sarà ospite a Sanremo, da cosa sei partito per il suo look?
Anche il suo look è molto forte. Per lei l'ispirazione è concettualmente un abbraccio tra metallo e seta. L'ispirazione viene da un'armatura, dunque una sorta di protezione che avvolge il corpo.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a diverse trasformazioni di stile che riguardano Arisa. Tu in alcuni casi sei stato artefice di queste trasformazioni?
Con Arisa sono stato un po' artefice del suo cambiamento, ma il cambiamento era già in lei, io semplicemente gli ho dato un'immagine visiva.
Com'è lavorare con un'artista così eclettica?
Arisa è un'artista è in continua mutazione. Questa cosa a volte su di lei viene travisata come insicurezza, ma ti assicuro che nel suo caso è pura sperimentazione. Io la ricorderò per sempre al primo Sanremo con "Sincerità". Secondo me quel look è stato avanguardia pura, perché ha rotto qualsiasi canone. Il suo era un voler star bene con se stessa, senza curarsi dei giudizi, senza voler per forza seguire la moda. E quel look poi è diventato moda perché io, dopo la sua apparizione a Sanremo, mi comprai quegli occhiali, come penso tutta l'Italia.
Guardando al tuo passato da stylist c'è un look per una celeb che avresti evitato e uno invece di cui vai particolarmente fiero?
Tutti i lavori, nel bene e nel male, mi hanno portato a dei miglioramenti. Lavorare con gli artisti ci spinge in mondi che non sono più solo i nostri e quindi è sempre un arricchimento. Quando lavoro sulle mie collezioni c'è sempre un chiudersi, un ragionare tra me e me, mentre se lavori con un artista entri in una strada diversa e poi quelle cose diventano anche le tue.
Lo stile di molti artisti evolve durante gli anni di carriera, a volte cambia radicalmente, guardandoti indietro vedi un'evoluzione o un cambiamento significativo nella tua arte?
Ci sono stati dei blocchi. Con il primo blocco volevo raccontare il mio passato, quindi sono stato molto più descrittivo e legato alla mia terra. Lavoravo molto sulla Basilicata e sul raccontare cose a cui tenevo molto quando ero piccolo. Mi sono affacciato al lavoro molto presto, dopo l'Università rifiutai la borsa di studio per lanciare il mio brand, avevo ventitre anni. Nelle prime collezioni c'era proprio questa voglia di raccontarmi. Poi vivendo a Milano e facendo altre esperienze mi sono immerso in un modo più pop e anche legato di più alla musica e alle mie icone americane. E poi adesso c'è il terzo blocco in cui sto cercando di unire le due cose.
E quali sono queste icone? C'è un'icona del cinema, della musica o della moda in generale a cui ti ispiri?
C'è stato un periodo, intorno ai 26-27 anni, dove ho tirato fuori Gwen Stefani, Christina Aguilera, Britney Spears. Adesso mi sento come se fossi un po' nella mia era Frozen, come quella di Madonna.
Quali sono i designer a cui guardi e da cui hai tratto ispirazione per le tue collezioni?
Sicuramente John Galliano, Alexander McQueen e Vivienne Westwood mi hanno ispirato. Più che altro mi hanno mostrato quello che si può fare con gli abiti, mi hanno fatto capire che non sono solo abiti. Mi hanno dimostrato come inserire dei concetti negli abiti e quanto si può esagerare.
Gli intrecci nel tessuto, i lacci, le stringhe, i cut che disegnano forme sul corpo tornano ciclicamente nelle tue collezioni. Hanno un significato particolare, derivano da qualche ispirazione che ti è cara?
Sicuramente sono dettagli che mi affascinano e amo molto anche l'estetica anni 2000 di Gaultier, Dolce&Gabba, Cavalli, erano i trend di quell'epoca che ho fatto miei. Io adoro disegnare, questo lavoro l'ho scelto proprio per assecondare questa mia passione per il disegno. Quando disegno un corpo mi piacciono così tanto i disegni che faccio che poi tengo negli abiti una parte dei bozzetti. Mi riferisco proprio a quelle linee che vanno a marcare e a definire il corpo, quindi i centri davanti nella coscia, la vita, la coppa del seno, quelli sono tutti tratti che in realtà io uso per disegnare il figurino, che poi mi piacciono così tanto che quando vado a disegnare l'abito non li cancello e li faccio diventare dei dettagli.
Nel tuo stile c'è anche un mix di elementi opposti, alcuni ricordano il bondage, come il lacci, altri uno stile romantico, come le ruche o i merletti. Da dove arrivano questi dettagli e come coniughi mood così opposti?
Derivano da una mia dualità, da questi due mondi: uno è quello delle principesse, l'altro è quello della night life. Piano piano, come ti dicevo prima, sto riuscendo a unire questi due mondi che prima pensavo non potessero stare insieme. Nella progettazione cerco di amalgamare questi due mondi e spero che ci sarà un'ulteriore crescita nella mia carriera, dove queste anime opposte potranno vivere sempre più in armonia.
Da sempre proponi collezioni e abiti per tutti i corpi, quanto nella moda, soprattutto da parte dei grandi brand, l'attenzione verso donne che non portano la taglia zero sia reale o sia solo un escamotage per cavalcare una nuova moda?
Credo come sempre che sia un trend, ma ci sono cose che è meglio farle, anche se solo per moda, rispetto a non farle. Quindi non mi va di criticare dei passi corretti che stiamo facendo verso un miglioramento, anche se lo si fa solo per trend comunque lo si sta facendo.