Gli 80 anni di Calvin Klein, lo stilista che ha cambiato la moda con un paio di jeans
Se oggi indossiamo i jeans a ogni ora del giorno e della notte, al lavoro o al ristorante, è merito suo. Se ci siamo abituati a vedere l'elastico degli slip spuntare dai jeans, è merito suo. Se lo slip dress, la sottoveste satinata, è uscita dalle camere da letto per finire sui red carpet, è sempre merito suo. Lo stilista Calvin Klein oggi compie 80 anni: con il suo stile minimal, comodo ed estremamente sexy ha cambiato le regole dell'abbigliamento maschile e femminile. Visionario e provocatore, ha anticipato il concetto di unisex e ha scioccato il mondo della moda con campagne pubblicitarie entrate nell'immaginario collettivo. E pensare che tutto iniziò da un ascensore che faceva le bizze…
Una carriera nata per caso
La storia di Calvin Klein sembra la classica fiaba americana dell'uomo che si è fatto da sé. Nato il 19 novembre 2022 nel Bronx da una famiglia di ebrei ungheresi, Calvin cresce con la nonna sarta e impara a maneggiare con destrezza ago, filo e forbici. Frequenta il New York's Fashion Institute of Technology senza mai riuscire a laurearsi e avvia con l'amico Barry Schwartz una piccola attività in una stanzetta del York Hotel. Per puro caso Donald O'Brien, vicepresidente dei grandi magazzini Bonwit Teller, prese un ascensore che si fermò al piano dove lavorano. Le porte si aprirono e O'Brien si trovò di fronte a cappotti e abiti: gli piacquero così tanto che, si dice, piazzò un ordine da 50mila dollari.
Da lì in poi la carriera di Calvin Klein fu un successo dopo l'altro. Nel 1970 arriva la prima sfilata, dominata da linee pulite e una tavolozza di colori neutri. Ma poi lo stilista capì che per conquistare un mondo che cambiava velocemente doveva abbandonare i diktat rigidi delle passerelle e puntare su qualcosa di nuovo, qualcosa che tutti volevano. Cosa c'è di più universale e democratico dei jeans? Grazie a lui un indumento da lavoro salì in passerella e diventò l'emblema di una nuova sensualità, comoda e alla portata di tutti, senza pizzi e fronzoli.
Le pubblicità di Calvin Klein fecero scandalo
Già, la sensualità. Calvin Klein fu uno dei primi stilisti a puntare sulla biancheria intima, per gli uomini e per le donne. Niente lacci, tulle o trasparenze: slip bianchi con l'elastico alto che urlava il nome dello stilista. Il successo di Calvin Klein deriva soprattutto dal modo lungimirante e spregiudicato in cui sapeva usare la pubblicità. Le sue campagne ad alto tasso erotico scioccarono gli Stati Uniti (tanto che finirono anche sotto indagine).
Chi non ricorda Brooke Shields, allora adolescente, che indossava i jeans Calvin Klein? Perfino Vogue si rifiutò di stampare la pubblicità. Anni dopo, fu la volta di una quasi esordiente Kate Moss. Eppure le campagne pubblicitarie con modelli giovanissimi in jeans e biancheria intima hanno fatto epoca, definendo l'estetica minimalista degli anni Novanta e anticipando l'esuberanza sexy degli anni Duemila.
Il successo di Calvin Klein sta nelle sue grandi intuizioni: come le linee pulite in passerella, gli abiti sottovesti sul red carpet e la scelta di puntare su volti nuovi, testimonial giovani e poco conosciuti. Per non parlare poi dell'idea di un profumo unisex, senza etichette di genere.
Nel 2003 Calvin Klein si è ritirato dalle scene, vendendo l’azienda che porta il suo nome. Il suo marchio, però, continua a fare faville e a incarnare un'idea di sensualità libera e anticonformista, che non deve mai chiedere scusa. Blanco è stato scelto come testimonial e perfino il nuovo film di Barbie ha reso omaggio allo stilista: avete notato i boxer di Ken?