Giornata contro l’omotransfobia, l’amore arcobaleno di Elia e Ginevra: “Lo Stato non ci tutela”
Se Ginevra avesse una bacchetta magica, il primo desiderio che vorrebbe esaudire è viaggiare in aereo con il suo fidanzato Elia. Anche un'azione apparentemente semplice come quelle di imbarcarsi su un volo, per una persona transgender può rivelarsi complicata per via dei documenti non rettificati. Se la carta di identità riporta un nome che non è più il tuo, un genere che non ti identifica più, allora sì, anche il check-in diventa una sfida. Elia Bonci, scrittore e attivista trans, e Ginevra Di Spirito, educatrice e attivista, sono una "coppia arcobaleno" impegnati nella divulgazione social sul tema della transizione di genere. In occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia, la transfobia, la coppia ha raccontato la loro storia a Fanpage.it.
La storia di Elia Bonci e Ginevra Di Spirito, attivisti Lgbtqia+
Elia Bonci ha 27 anni, è un attivista per la comunità LGBTQIA+ e uno scrittore: il suo terzo libro, Controcuore, è appena uscito per New-Book Edizioni. Ginevra Di Spirito, invece, si sta specializzando in educazione sessuoaffettiva e sui social si occupa principalmente di diritti e inclusione sociale. Le loro vite si sono incrociate diverse volte da quando erano bambini, dalla scuola al campo estivo dove Elia era un'animatore, ma la scintilla è scoccata con un messaggio sui social. "Io lo seguivo sui social perché lo stimavo, ma mi ero appena lasciata e credevo che tutto ciò che scriveva Elia sull'amore fosse una cazzata – racconta Ginevra – ma poi insieme abbiamo costruito un altro amore insieme, un amore vero". Oggi fanno divulgazione insieme sui social (sul profilo di @elia.lien) sfatando pregiudizi e tabù sul percorso gender affirming, cioé sulle azioni che alcune persone trans compiono per adeguare il proprio aspetto alla propria identità di genere. Con semplicità e un po' di ironia rispondono a domande del tipo: "Come superare le feste coi parenti transfobici?" oppure: "Credi che le persone trans siano nate nel corpo sbagliato?" (Spoiler: non esistono corpi sbagliati).
Elia e Ginevra: "Siamo una coppia arcobaleno"
Anche se la famiglia di Ginevra, come racconta lei stessa, è sempre stata comprensiva e di supporto, non tutti hanno la stessa sensibilità, spiegano. La transfobia non colpisce solo le persone trans, ma invalida e ferisce anche chi hanno accanto. "Molte persone pensano che visto che io sono un ragazzo trans e Ginevra è una donna cis, allora sono eterosessuale – racconta Elia – A me questa cosa ferisce: in questo momento il mio orientamento sessuale è questioning, cioé non lo so e non voglio definirlo, ma stare con una ragazza non fa di me un ragazzo eterosessuale".
Ginevra ricorda una conversazione avuta con la psicologa: "Io sono troppi colori per definirmi in un solo colore. Perché devo limitare la mia identità a una sola parola quando in realtà a me piacciono tutti i colori? Io non posso definirmi in una relazione etero ma non perché Elia è un ragazzo trans. Semplicemente perché io non mi riconosco come etero. Noi siamo una coppia arcobaleno, ma non perché è il simbolo della comunità LGBQTIA+, ma perché è un simbolo che mi piace molto. Noi siamo tutto".
Alla base di certe assunzioni stereotipati, spiegano, c'è una grande confusione tra identità di genere, orientamento sessuale e orientamento romantico. La prima fa riferimento a come ci sentiamo, i secondi indicano da chi ci sentiamo attratti, in modo sentimentale o sessuale (qui una piccola guida per orientarsi). Lo stereotipo più doloroso da sopportare, spiegano, è essere scambiati per una coppia lesbica, negando l'identità maschile di Elia: "È come quando al tavolo da gioco butti una carta che fa due mosse – aggiunge Ginevra – invalidi sia l'identità mia che quella di Elia. Chi ti ha detto che io sia lesbica? Chi ti ha detto che Elia sia una ragazza" .
Cosa vuol dire vivere con i documenti non rettificati
Anche la legge italiana, oggi, non li riconoscerebbe in modo pieno: Elia sta aspettando la rettifica dei documenti e, fino ad allora, molti aspetti della vita quotidiana che noi diamo per scontati per lui diventano complicati, dal semplice biglietto aereo con un nome che non è più il suo (il cosiddetto deadname, cioé il nome all'anagrafe prima di iniziare il percorso gender affirming) fino alla possibilità di sposarsi. "Io non ho ancora rettificato i documenti quindi per lo stato italiano il nostro sarebbe un matrimonio omosessuale, tra due donne – sottolinea Elia – Questo mi ferisce molto".
La Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia è un occasione per tracciare un bilancio su quanta strada è stata fatta e quanta c'è da fare: per entrambi, la priorità è snellire le pratiche burocratiche che portino alla rettifica dei documenti delle persone trans. Significa permettere alle persone di iscriversi in palestra, fare il check in in hotel, noleggiare una macchina senza dover spiegare perché il nome scritto sulla patente non corrisponde al proprio aspetto. E sposarsi, se lo desiderano, come tutte le persone cisgender: "Vorrei avere un matrimonio e una famiglia senza dover aspettare la rettifica dei documenti – conclude Ginevra Di Spirito – E non è colpa di Elia che mi fa ‘aspettare', ci tengo a sottolinearlo. Vorrei sposarmi perché lo voglio, quando lo voglio. Vorrei poter vivere la mia vita da ventenne "normale", e per normale intendo tutelata e riconosciuta dallo Stato che non mi e ci tutela".