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Giorgio Armani rivede il suo testamento: come sarà organizzata la società dopo la sua morte

Un documento trapelato ha riportato una possibile diffusione delle azioni sul mercato regolamento, dopo la morte dello stilista italiano.
A cura di Annachiara Gaggino
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Giorgio Armani
Giorgio Armani

Giorgio Armani organizza il futuro della sua compagnia. Dopo Bernard Arnault, che ha di recente stabilito l'assetto societario che avrà LVMH quando lui non ci sarà più, sembra che anche lo stilista italiano abbia deciso quale sarà il destino del suo impero, aprendo la possibilità di una quotazione in Borsa. Secondo un quanto trapelato da un documento riservato ottenuto dal Corriere della Sera, il gruppo attualmente posseduto per il 99,9% dal suo fondatore, il giorno della sua morte sarà scisso in sei categorie di azionisti, tutti uguali davanti al dividendo (solo "il 50% degli utili netti verrà ripartito"), ma solo alcuni di loro avranno diritto al triplo dei voti oltre che la possibilità di nominare un amministratore delegato. L'organizzazione della "nuova Giorgio Armani" darà "priorità allo sviluppo continuo a livello globale" e perseguirà quello che è stato l'obiettivo del suo fondatore, la "ricerca di uno stile essenziale, moderno, elegante e non ostentato". Questo assetto sarà effettivo a partire dalla data di apertura della successione di Giorgio Armani, oggi ottantanovenne.

L'eredità di Giorgio Armani

Il coutier aveva iniziato a delineare il destino della sua compagnia alcuni anni fa, dando vita alla Fondazione Giorgio Armani che a oggi possiede lo 0,1% della società. Il documento, infatti, è stato approvato in un assemblea straordinaria nel 2016 ed è stato integrato lo scorso settembre. Non avendo eredi diretti, Giorgio Armani nel suo testamento non dovrà soddisfare alcuna quota di legittimane, potendo disporre come crede del proprio patrimonio. Al momento i parenti più stretti dello stilista, i nipoti Silvana e Roberta Armani e Andrea Cameran, siedono nel consiglio della società assieme al manager e amico Pantaleo Dell'Orco e il fondatore di Yoox Federico Marchetti.

Nell'Armani del futuro potrebbe esserci la Borsa

Il documento recita, inoltre che dopo cinque anni dall'entrata in vigore dello statuto sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei presenti nel Consiglio di amministrazione per approvare la quotazione delle azioni sul mercato regolamentato. Suonerà quindi la campana in Borsa? Al momento non possiamo saperlo, ma la possibilità è stata lasciata aperta.

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