Ghali con un alieno a Sanremo 2024: la stylist Ramona Tabita racconta i look spaziali per il Festival
Ghali è uno dei personaggi più attesi di questo Festival di Sanremo 2024. Il suo rap contaminato da tante sonorità diverse rivive nel suo stile eclettico, che alterna influenze più eleganti e riferimenti streetwear. Proprio ieri sera sul green carpet inaugurale di Sanremo lo abbiamo visto sfilare con un particolare completo di Thom Browne. A curare il suo stile da ormai otto anni è Ramona Tabita, una delle stylist più affermate della moda italiana. Tabita ha curato, negli anni, i look della modella Mariacarla Boscono e dell'attrice Simona Tabasco, star di The White Lotus, che durante gli ultimi Emmy Awards ha stregato i critici di moda statunitensi con un abito custom made di Marni. Ai microfoni di Fanpage.it, Ramona Tabita racconta in anteprima il viaggio stilistico di Ghali che per la prima volta sarà in gara all'Ariston.
Quale sarà lo stile di Ghali a Sanremo?
Ghali porta una canzone, "Casa Mia", che racconta il dialogo con un alieno. Partendo dal testo abbiamo fatto un lavoro di ricerca: dalla space age (un'estetica ideata dal designer Pierre Cardin negli anni Sessanta ispirata allo spazio, ndr) e poi siamo arrivati al suo più grande mito che è Michael Jackson. Abbiamo mischiato queste due ispirazioni per quanto riguarda le forme e i volumi, aggiungo lo stile che già conosciamo di Ghali. Il risultato sarà uno stile moderno che dialoga con l'alieno che lo seguirà ovunque".
Ci sono state delle richieste particolari da parte di Ghali per il palco dell'Ariston?
No, in realtà, io ho fatto un moodboard che gli è piaciuto subito. Da lì, poi, sono iniziati i lavori di ricerca e di approfondimento su come dare forma e voce al testo della canzone. Sempre seguendo le ispirazioni a cui accennavo prima, a Sanremo Ghali sfoggerà anche degli abiti custom made.
Ghali indosserà un solo brand per tutte le serate o più brand?
Non abbiamo voluto legarci a un solo brand per rispettare il percorso tematico: il fil rouge è il testo, non i brand. Ogni sera una Maison diversa interpreterà il tema del brano. Ci saranno grandi marchi così come brand emergenti, sia italiani che stranieri. Ci piaceva l'idea di fare di un mix and match pur avendo un unico filo conduttore. In questo momento ci diverte di più usare nomi emergenti del mondo della moda: potevamo scegliere solo grandi brand, ma siccome non dobbiamo rivendicare uno status, abbiamo deciso di concentrarci più sulle forme e sui fit. Non ci siamo preclusi niente, abbiamo messo tutto quello che ci piaceva.
Come avete iniziato a collaborare tu e Ghali?
Abbiamo iniziato a collaborare otto anni fa. Il mondo della musica all'epoca aveva un altro approccio rispetto alla moda. Ghali è stato forse uno dei primi a essere supportato dalle grandi Maison come Dior e Gucci: in uno dei suoi primi tour, nel 2018, ha sfoggiato tutti outfit del brand fiorentino. Abbiamo iniziato a lavorare tanto con Bottega Veneta e, recentemente, collaboriamo molto con Jil Sander, un brand che non veste mai nessun cantante. Non ho la presunzione di dire che siamo stati i primi ad avviare un rapporto tra musica e moda, però, ecco, diversi anni fa era più complesso.
Come si è evoluto il suo stile dagli inizi di carriera a oggi?
Credo che Ghali oggi riesca a portare qualsiasi tipo di look con disinvoltura, senza mai risultare forzato. Il pericolo, quando si ha uno stylist, è che sia evidente che gli outfit siano curati da qualcuno. Lui, invece, è disinvolto. Questo anche perché lavoriamo insieme da molto tempo e i nostri gusti si sono praticamente allineati.
C'è un aneddoto che ricordi delle passate edizioni di Sanremo, un ricordo legato a un abito in particolare degli artisti che hai seguito?
Uno dei ricordi che mi viene in mente è un aneddoto legato al Sanremo 2020 (quell'anno Ghali era super ospite e portò sul palco dell'Ariston un medley dei sui successi e, per la prima volta, una canzone in arabo, ndr). La sua esibizione preveda uno sketch con uno stuntman che cadeva dalle scale del teatro. Per me è stato strano in quell'occasione vestire due Ghali: dovevo fare lo styling per una persona che doveva cadere e risultare credibile nel farlo, senza però essere più figo del Ghali reale! Dunque lo stunt ha indossato un completo rosa, mentre Ghali ha sfoggiato un abito custom made di Dior nero con una banda rosa, che si abbinava al colore dei suoi capelli di allora.
Quest'anno l'esperienza divertente sarà fare lo styling anche alla sua controfigura, l'alieno, che accompagnerà Ghali nei giorni del Festival e che vestirà Marni. In alcune serate avranno look coordinati, di base, però, avrà uno stile a sé, anche vista la diversità dei brand che Ghali sfoggerà.
Guardando alle passate edizioni del Festival che hai vissuto c'è un look che avresti evitato o che non avresti scelto?
Credo di no, anche perché non faccio scelte di pancia, le penso tutte prima di dare vita a un look. Ho preferito non seguire artisti di cui non ero convinta del percorso che volevo fare: quando lo faccio sono sempre convinta della visione che ho.