GCDS porta gli alieni alla Milano Fashion Week. Giuliano Calza: “È un invito alla stranezza”
Gli alieni arrivano a Milano e sfilano in passerella. Ma non sono creature terrificanti: sono cool e bellissimi. La sfilata di GCDS, durante la terza giornata di Milano Fashion Week è uno show colorato e distopico, irriverente e sexy com'è nel dna del brand fondato dallo stilista Giuliano Calza. Quella dell'invasione aliena non è solo una fantasia, ma un potente manifesto identitario: la diversità è ricchezza. La diversità è bellezza. Anche quando sentiamo di non appartenere questo pianeta, possiamo sempre cambiare le cose. Messaggio che ha tanta più risonanza in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Intervistato da Fanpage.it, Giuliano Calza definisce la sfilata Primavera/Estate 2023 un "manifesto surreale, non letterale". Alla vigilia del suo show, il designer napoletano che ha conquistato il mondo con il suo streetwear graffiante racconta gli esordi difficili, gli anni in Cina e l'amicizia con Dua Lipa "da quando eravamo bambini". E confessa: "Io mi sentivo un alieno nel fashion system".
La collezione GCDS Primavera/Estate 2023
Colorata, futuristica, glamour: la nuova collezione immaginata da Giuliano Calza è un "invito alla stranezza", come la definisce lo stilista. La mascotte della sfilata è Wirdo, l'alieno fucsia che ha accompagnato l'invito allo show. In passerella sfilano abiti a rete e bomber colorati, lunghe gonne in denim sfrangiato e microbikini. La sfilata è piena di citazioni pop, come Spongebob, che campeggia sull'abito giallo della top model Bianca Balti. La rete è un elemento ricorrente nella collezione: si intreccia in passamontagna che coprono il viso, rendendo i modelli veri "alieni". GCDS ha voluto aprire virtualmente le porte della sfilata al pubblico: ha invitato cento studenti di moda, che seguiranno la sfilata da un maxischermo all'esterno collegato con la regia. In questo modo hanno visto la sfilata dalla prospettiva dello stilista.
Come descriveresti la collezione Primavera/Estate 2023?
"Creare questa collezione è stato molto divertente perché spesso nella mia vita mi sono sentito un alieno e credo che molte persone della mia generazione si siano sentite in questo modo. Sembra che siamo solo in transito in questo mondo, ma in realtà siamo la generazione che può e che deve cambiare le cose. Penso che la ricchezza di ogni persona sia nei loro colori, quindi ho immaginato uno show molto colorato, molto divertente. Porterò tutti nel mio Disco Place, una sorta di disco alieno in cui ogni persona vede colori diversi".
Volevi lanciare un messaggio particolare?
"Per me è importante incoraggiare le persone a credere in quello in cui credono e a essere quello che sono, specialmente in vista delle elezioni che sono così strane. L'Italia si è scordata che siamo un paese di creativi, di poeti, di scrittori. Credo che questa sia anche la mia missione, fare in Italia qualcosa di rilevante per il mondo. Questo messaggio così politico l'ho esplicitato perché il 25 settembre, due giorni dopo allo show, andrò a votare cercando di non peggiorare una situazione già precaria".
Quali sono i valori che guidano la tua moda oggi?
"Molti ragazzi mi dicono che sono un'ispirazione. Vedere un ragazzo come loro, nato nel Sud Italia con tutte le sue difficoltà, che è riuscito a studiare, e far crescere un'azienda Made in Italy credo che per loro sia un simbolo, un segno. Io sostengo loro e loro sostengono me. Questo mondo non è fatto solo di Swarovski e di borse, ma di tanto lavoro, di rischi, paure. Se io posso essere di supporto con un paio di scarpe che ti rendono felice e ti fanno sentire sexy e confident, questa è la mia missione".
Vedremo degli abiti manifesto in passerella?
"Diciamo di sì – ride, ndr – ma sarà un manifesto più surreale, che letterale. Sarà un invito alla stranezza. Spesso i media propongono l'idea che l'alieno sia solo cattivo, ma se invece fossero belli e hot? Questa è la domanda che ci dobbiamo fare perché veramente nella diversità c'è bellezza, che è quello che porta noi giovani a trovare la nostra strada".
Cosa ricordi del tuo esordio?
"All'inizio io ero davvero da solo. Ho iniziato in uno scantinato facendo i pacchi e spedendoli ai primi negozi che mi compravano e vendendo online. Ero considerato quello sbagliato, ero io l'alieno al di fuori dei circoli della moda che, fino a pochi anni fa, erano molto esclusivi e elitari. Questo però mi ha permesso di credere in me stesso: quello che tutti consideravano brutto e cafone poi si è trasformato in un successo. Questo dimostra che si deve credere nelle proprie idee. Oggi ho un'azienda di 100 persone con lo showroom, dove posso ospitare le celebrità e la stampa, per me è un onore".
Da Napoli hai conquistato il mondo…
"Io sono nato al Sud, a Napoli, e oggi sono internazionale: dobbiamo disfarci dei cliché e ricordarci che siamo un popolo di poeti e artisti. Come dico sempre: Made in Italy, ma make it cool. Siamo un paese di grande cinema, di alta moda, di arte, non siamo certo un paese di ignoranti che credono che una legge contro i migranti risolverà i problemi dell'Italia".
Ti riferisci alla campagna elettorale in corso?
"Dobbiamo guardare alle cose realmente importanti: per la politica il problema più urgente è la comunità LGBTQ, le adozioni, i migranti e Peppa Pig. Questo è avvilente. Io sento di avere solo doveri verso questo stato: sono un ragazzo, un imprenditore, un omosessuale. Pago le tasse, e tante, ma ho pochi diritti. Mi fa arrabbiare che i nostri leader non abbiano credibilità, non parlino inglese. Io ho dovuto imparare il cinese per avere l'approvazione di queste persone, in un certo senso. Decisamente triste".
Quali sono i mercati in cui GCDS è più forte?
"Adesso sono la Cina, la Corea, l'Europa e ci stiamo aprendo agli Stati Uniti grazie a celebrity come Beyoncé, Anitta e Madonna".
L'influenza cinese però c'è sempre stata nelle tue collezioni…
"Sì, perché io faccio solo me. Nel senso che nelle mie collezioni c'è tutto ciò che vivo. Ho vissuto quattro anni a Shangai, quindi questa parte molto kawaii, divertente e colorata, fa parte della mia quotidianità. Non ho mai fatto nulla per seguire il trend: mi è sempre piaciuto il rosa come colore da uomo, mi sento a casa in Cina, il pensiero di lavorare su queste influenze mi fa felice".
Guardando al Giuliano Calza di 5 anni fa, faresti qualcosa di diverso nel tuo percorso?
"Non credo che avrei fatto nulla di diverso. Credo anzi di dover ringraziare chi mi ha portato dove sono oggi quindi gli studi, la Cina, l'aver rifiutato l'Italia e poi il volerci tornare con tutto me stesso. Fino a cinque anni fa in Cina dormivo in una stanza piena di scatole di bicchieri senza sapere cosa sarebbe stato del mio futuro. Ma continuando a lavorare duro, credendoci sempre, mi ha portato a realizzare il tuo sogno. Io dico sempre che c'è una sfortuna nella fortuna: quando ti capitano cose brutte è perché poi arriveranno anche cose belle".
Vesti moltissime celebrity, ma con Dua Lipa c'è un rapporto speciale. Come vi siete conosciuti?
"Ci siamo conosciuti qualche anni fa quando è uscita la canzone Mwah. Ci siamo conosciuti tramite uno stylist: lei era a Milano e io avevo fatto un chocker per lei. Eravamo due bambini: io non avevo questa società e lei non era Dua Lipa, siamo cresciuti insieme".
Com'è lavorare con lei?
"Diciamo che non lavoriamo – ride,ndr – è proprio un'amicizia. È stato amore a prima vista, ci siamo sempre tenuti per mano in tutti questi anni. Siamo rimasti così come eravamo da piccoli, ci diciamo tutto, abbiamo passato l'estate insieme. Sapere che dall'altra parte del mondo c'è qualcuno che si preoccupa per te è una bellissima cosa, molto rara".
Un'altra tua grande cliente celebre, Chiara Ferragni, sarà a Sanremo 2023: se dovessi vestirla tu, come la vestiresti?
"Chiara è un altro orgoglio italiano e le faccio un grande in bocca al lupo per Sanremo. È bellissima, quindi può indossare qualsiasi cosa: se dovesse toccare a me, dovrebbe essere qualcosa di inaspettato, che nessun altro penserebbe mai di fare".
Visto che le urne sono vicine, vuoi fare un appello alla politica?
"Non alla politica, ma ai giovani: voi decidete le sorti di questo Paese. So che c'è molta disillusione verso la politica, ma la politica è una cosa seria, riguarda noi e il nostro futuro, dal lavoro che sognate all'energia. Non possiamo vivere in un paese dove le maestre guadagnano così poco e sono il centro del futuro. Quello che si impara a scuola è quello per cui ci dovremo battere. Siamo noi giovani che dobbiamo impegnarci per cambiare le cose".