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Fru esploratore a Pechino Express, il dettaglio nascosto nei look e l’errore in Nepal: “Mia madre si arrabbierà”

In molti lo conoscono per le performance comiche con i The Jackal e per i balletti sul palco dell’Ariston, pochi sanno che Gianluca Colucci, alias Fru, ha una passione per la moda e lo stile che lo porta a selezionare con attenzione i suoi look. Nell’intervista per Fanpage.it l’inviato “esploratore” di Pechino Express racconta le difficoltà incontrate durante il viaggio e rivela alcuni dettagli nascosti nei suoi outfit vintage.
A cura di Marco Casola
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Fru in una delle puntata di Pechino Express
Fru in una delle puntata di Pechino Express

Tutti conoscono Fru (al secolo Gianluca Colucci) nelle vesti di attore comico dei The Jackal, come protagonista di serie televisive tra cui Generazione 56K e Pesci piccoli, in quelle di conduttore e inviato di Italia's Got Talent e Pechino Express. Dopo "l'invasione" sul palco di Sanremo 2025 al fianco dei The Kolors, dove si è esibito con una coreografia sulle note del brano Tu con chi fai l'amore, molti ora conoscono le sue doti da ballerino. La scena, oltre a essere stata la più virale dell'ultima edizione del Festival, ha mostrato a milioni di spettatori la grande passione di Fru per la moda e lo stile. Rimarrà infatti iconico il look etno-chic scelto dall'attore comico per prendersi il palco dell'Ariston.

Fru in Antik Batik a Sanremo 2025
Fru in Antik Batik a Sanremo 2025

Sempre impeccabile, con i suoi outfit basati sulla regola "dei tre terzi", con i pantaloni a vita alta (suo feticcio) e le camicie dalle stampe vintage indossate su canotte bianche, l'inviato di Pechino Express rivela un aspetto, quello dell'attenzione allo stile, che non sempre fa parte dell'immagine di un attore comico. "Faccio molta attenzione a come mi vesto, sempre, anche quando vado a lavoro – rivela a Fanpage.it – Quando ci vestiamo possiamo raccontare qualcosa, diciamo qualcosa con quello che indossiamo. La moda è fatta di racconti. In tutto questo vedo un grande valore." 

Non è comune parlare di scelte di stile con un attore che fa della comicità il suo baluardo. Per questo abbiamo voluto raccontare l'aspetto inedito di un artista capace di non rimanere ingabbiato all'interno delle regole (non scritte) che prevedono un disinteresse per la moda da parte degli attori comici, generando la nascita di un cliché ormai superato. Fru è diverso dagli altri e porta avanti le sue scelte di stile riuscendo a creare un'immagine sempre coerente. Un'immagine che in fin dei conti appare riuscita proprio perché non è costruita e deriva da gusti e riferimenti personali.

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Oltre a rivelare la sua passione per la moda e per lo stile dei fashion blogger asiatici, nell'intervista rilasciata a Fanpage.it Fru racconta come ha creato (con l'aiuto della costumista Teresa Papa) il suo guardaroba da battaglia per la nuova edizione di Pechino Express, in onda su Sky, rivelando tutte le difficoltà che si incontrano durante l'avventurosa conduzione del reality game.

Come hai scelto i look per la nuova edizione di Pechino Express?

E' un lavoro che non ho fatto da solo, sono stato affiancato dalla costumista Teresa Papa. Lavorare con una costumista è stata una scelta perché credo che per un'avventura come Pechino ci volesse una persona che si occupa di costumi nel cinema più che di una stylist. Teresa lavora su set di film e di serie, il suo è un campo un po' diverso rispetto a quello dello styling.

Da cosa siete partiti per il mood board di Pechino?

Per Pechino Express siamo partiti dalle cose che mi piacciono, da quello che indosso tutti i giorni, non ci siamo allontanati da quello che è il mio stile personale, da quello che mi caratterizza. A me piacciono i dettagli, mi piace il layering, mi piace lo stile asiatico. Mi piacciono poi molto i pantaloni larghi, con le pinces e a vita alta, indossati con la cintura e abbinati a canotte e camicie. Siamo dunque partiti da tutto questo.

Ci sono delle figure a cui vi siete ispirati?

Abbiamo preso come riferimento diverse immagini non una in particolare. Il ruolo che ho a Pechino è quello da inviato, che è un ruolo diverso da quello del conduttore, perché è più intento a fare i suoi giri, a scoprire, a esplorare. Quindi nei look abbiamo voluto creare qualcosa che legasse la mia figura a quella di un esploratore. C'è qualche elemento che rimanda un po' a Indiana Jones, ci sono alcuni dettagli, qualche camicia, il tutto però con un mood un po' più intellettuale. Abbiamo cercato di creare una nostra versione dell'esploratore, mixando il mio stile con dettagli dello stile asiatico che è una delle mie grandi passioni. Mi piace molto lo stile dei fashion blogger coreani, ne seguo diversi, metà dei miei follow su Instagram sono fashion influencer asiatici. Siamo dunque partiti anche da questa ispirazione adattandola. Un'altra cosa interessante è che abbiamo voluto usare quasi tutti abiti di seconda mano, molti capi sono stati presi al mercato di Resina a Ercolano. C'è qualcosa nei capi vissuti, in quello stile vintage che è perfetto per il tipo di ricerca che abbiamo voluto fare.

Fru in una delle puntata di Pechino Express
Fru in una delle puntata di Pechino Express

Ci sono dei paletti legati ai look che vanno rispettati per uno show come Pechino Express?

Da un punto di vista pratico è necessario avere abiti che possano essere adatti all'utilizzo che ne faccio a Pechino. Lo show non è girato in studio, a Pechino si cammina tanto, ci si deve adattare a tante situazioni diverse, si può cadere, si scivola, si sta per terra. I vestiti si possono rompere o rovinare, a volte poi hai necessità di lavare gli abiti in viaggio, quindi ci sono tutta una serie di questioni pratiche che abbiamo dovuto considerare prima di scegliere i look e anche per questi  motivi la nostra scelta è ricaduta su un guardaroba vintage e di seconda mano.

C'è un'evoluzione dello stile nelle diverse puntate? I look cambiano dalle prime puntate andando in avanti?

Non abbiamo pensato a un'evoluzione particolare. Come ti dicevo a Pechino ci si deve adattare continuamente, non sappiamo mai davvero a cosa andiamo incontro. L'idea, quindi, era quella di creare una sorta di armadio portatile, fatto di look che potevo scegliere in base alla situazione in cui ero, in base a quello che succedeva. Spesso ci si deve cambiare più volte al giorno perché magari ti sporchi in una pozzanghera. Il vero nemico poi è il caldo e dunque il sudore. A volte passi molto tempo ad aspettare coppie che sembrano non arrivare mai e il caldo ti fa pezzare tutta la camicia, quindi bisogna cambiarsi. Per questo non è possibile scegliere e programmare un ordine. Sicuramente nelle fasi finali del programma mi piace sposare uno stile più istituzionale. Quelle finali sono le fasi più concitate, in cui c'è meno spazio per giocare, dunque una giacca trasmette maggiore autorevolezza. Raccontiamo sempre qualcosa quando ci vestiamo in un certo modo. Credo che in alcuni contesti c'è bisogno di una certa formalità, magari siamo in un tempio o in luoghi di culto, oppure oppure stiamo raccontando qualcosa di più serio, oppure siamo nella fase finale del programma. E tutti questi contesti mi portano a fare delle scelte diverse e magari un po' più formali.

Quali sono state le "difficoltà di stile" legate al percorso dell'edizione 2025 di Pechino Express?

In questa edizione abbiamo una rotta fantastica e molto varia, perché partiamo dalle spiagge delle Filippine alla giungla della Thailandia, fino alla montagna nepalese. Nel mood board ci sono look con costumi da bagno e look con le giacche. Abbiamo dovuto coprire un ventaglio di climi molto differenti, è stato difficile in questo senso, dovevamo portarci delle valigie che fossero pronte a ogni evenienza.

C'è una stampa o un capo che avete scelto per un significato particolare? 

C'è una camicia azzurra che ho indossato solo nelle Filippine, per me è il capo che raccontava alla perfezione il mood di quel Paese. Era la mia camicia preferita, anche questa vintage e second hand. Va detto che era fatta con un tessuto molto pesante, quindi lo stile era giustissimo, ma da un punto di vista climatico è stata molto provante.

Fru in una delle puntata di Pechino Express
Fru in una delle puntata di Pechino Express

C'è stato anche un dialogo tra i tuoi look e quelli di Costantino?

Il dialogo con Costantino sta nel cercare di avere un approccio stiloso ma mai serioso. Mi sono ispirato a lui non solo per lo stile di conduzione ma anche per quanto riguarda i look. Costantino, negli anni passati a Pechino, indossava in tutte le puntate una sorta di divisa, tutta nera, nelle ultime edizioni, invece, da grande intenditore di moda quale è, si è lasciato andare con una serie di look più stravaganti che mi hanno colpito. Vedendo su di lui delle fantasie più azzardate, ho osato anche io di più. L'anno scorso il mio stile a Pechino ero molto più sui blocchi di colore, invece quest'anno mi sono lasciato andare anche io osando con qualche fantasia in più.

Hai mai sbagliato look in questa edizione di Pechino?

C'è stato un look troppo stiloso ma troppo poco caldo, in quel caso ho sottovalutato le temperature fredde del Nepal e quindi qualche decimo di febbre me lo sono guadagnato. Ho deluso mia madre che mi dice sempre di coprirmi quando fa freddo, è il suo pensiero fisso, ancora oggi è l'unica cosa che mi dice sempre quando vado a casa sua. Quando mi vedrà con una giacchetta e una canotta ad affrontare i 10 gradi del Nepal, si arrabbierà molto.

Fru alla conferenza di lancio di Pechino Express 2025
Fru alla conferenza di lancio di Pechino Express 2025

C'è qualcosa che non manca mai nei tuoi look, sia in tv che nella vita privata?

Quando penso ai miei look seguo sempre la regola dei tre terzi, cioè un terzo busto e due terzi gambe. Uso spesso il pantalone alto con la cintura per slanciare la figura. Così sembro più alto, anzi più slanciato, perché mia nonna diceva "L'altezza è mezza bellezza" e quindi io faccio di questa cosa una regola di vita.

E nei look di Pechino c'è un dettaglio ricorrente?

Sì c'è un porta radio. Teresa ha trovato su una bancarella al mercato di Resina questo porta radio in cuoio, che ho già utilizzato l'anno scorso, e che, incredibilmente, ha la stessa misura della radio che usiamo a Pechino Express. E' un oggetto che ha svolto un compito importantissimo, perché la radio è fondamentale nella trasmissione. E' un accessorio molto figo in cuoio marrone, la nostra quota Indiana Jones.

Al collo indossi sempre una collanina con un ciondolo. Come mai? Ha un significato particolare?

Sì, è un ciondolo con il simbolo dell'Om, che è un simbolo induista. Ha un significato, lo indosso sempre, c'è in ogni mio look. E' un regalo della mia fidanzata che ha un tatuaggio con lo stesso simbolo, il ciondolo è un mio modo per portarla sempre con me. Nel periodo delle riprese di Pechino Express siamo lontani e questo è il modo per avere una parte di lei con me.

Hai un rito scaramantico che utilizzi prima di registrare o prima di una diretta?

No, non sono molto scaramantico, però c'è una cosa che mi dà molta carica: ascolto la musica e ballo mentre mi preparo. Per me vestirsi senza musica è come vestirsi a metà. Mi aiuta a scaricare un po' di tensione e di ansia che, quando si performa in televisione, viene sempre. Non lo ritengo un rituale scaramantico, è proprio la mia quotidianità. E poi in base a come mi vesto cerco di mettere delle determinate canzoni.

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Questa edizione di Pechino Express ha registrato un record d'ascolti nella prima puntata e le coppie hanno già conquistato il pubblico. Come mai secondo te?

Rispetto alle altre edizioni di Pechino le coppie di quest'anno sono proprio accese, hanno molti meno filtri, si dicono molto più le cose in faccia, i concorrenti sono molto veri. Credo che questa cosa sia in grado di accendere molto la gara e rende il tutto inaspettato. Sono molto contento perché la prima puntata ha raggiunto un record di ascolti, registrando più ascolti di tutte le prime puntate di Pechino Express su Sky. E' stata una delle migliori prime puntate di Pechino Express.

La tua partecipazione a Sanremo sul palco con i The Kolors è ormai iconica, anche in quel caso hai scelto un look molto particolare?

Devo dire un look pazzesco, lo ha selezionato per me la stylist, Gabriella Piluso, con la quale abbiamo collaborato per la prima volta a Sanremo e che secondo me ha fatto un lavoro incredibile, ha trovato un capo che secondo me ha reso ancora più iconico quel momento. Non so come abbia fatto, soprattutto nel poco tempo in cui è stato realizzata questa invasione di palco. C'è stata una belle lettura, mi è piaciuto avere un completo che fosse a metà tra il serio e il giocoso.

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