Eros e amore nei disegni di Frida Castelli: “Sul sesso ci sono ancora dei tabù”
Nell'intimità dei nostri sentimenti e nell'unicità delle nostre relazioni, c'è però un andamento comune, c'è un filo sottile che lega le nostre storie: è per questo che ci emozioniamo leggendo un romanzo, ascoltando una canzone, vedendo un film. In quei personaggi e nelle loro vicissitudini troviamo un pezzo di noi e delle nostre vite, ci immedesimiamo, ci riconosciamo. Accade anche quando guardiamo un quadro, un'immagine, un'illustrazione: un disegno ha una forte carica evocativa capace di risvegliare ricordi e sensazioni. E anche per questo il lavoro di Frida Castelli ha iniziato a correre veloce sui social, dove sempre più persone si sono specchiate nelle sue opere, in quella storia d'amore "atipica" messa su carta in cui ciascuno poteva trovare parte del proprio passato o del proprio presente. Dell'illustratrice si sa poco, per sua scelta: a differenza di chi urla la propria identità e sbandiera la propria quotidianità sui social, lei sin dall'inizio ha voluto che a parlare fossero solo i suoi disegni. In questi anni ha raccontato, sui social e nei libri pubblicati, i sentimenti in ogni sfumatura, dall'amore romantico alla passione sfrenata. Ha dato forma nel tempo, prendendo spunto dalla propria esperienza personale, all'evoluzione di un rapporto: dall'entusiasmo degli inizi al dolore della fine. A Fanpage.it l'illustratrice ha spiegato come è cambiato il suo lavoro, come vive la censura di cui spesso è vittima sui social, cosa la distingue dalle altre.
Qual è la tua formazione artistica e quando sei sbarcata sui social?
Ho studiato arti figurative e la mia formazione artistica mi ha fornito le basi per approfondire gli aspetti tecnici indispensabili nel mio lavoro. Anche dopo il percorso scolastico, lo studio e la formazione sono rimasti costanti. Con l’avvento di Internet e i progressi della tecnologia, fino ai social media, ho osservato due effetti opposti sulle persone: la connessione o l’isolamento. Per me, la tecnologia è sempre stata un mezzo per connettermi agli altri. Utilizzare i social media per accorciare le distanze tra me e il mio compagno è stato un processo naturale e necessario, dato che non potevamo vederci spesso. Così, nel 2016, ho iniziato a dedicargli un disegno al giorno, raccontando attraverso il tratto ed il colore il mio punto di vista su qualcosa che era successo o che stava per accadere.
Quali sentimenti guidano la tua opera e quali le fonti di ispirazione?
Ognuna delle mie illustrazioni descrive una situazione e un’emozione vissuta in prima persona. Tutto fa parte del mio vissuto. L’immaginazione è solo un mezzo per poter comunicare la mia esperienza emotiva in modo più efficace.
Ti sei sempre dedicata solo ai temi relativi alla coppia, all'intimità e all'eros?
Per lavoro mi è capitato di illustrare qualsiasi soggetto o situazione; si tratta però di esecuzioni tecniche lontane dall’emotività e dalla potenza espressiva della sfera artistica. Quando poi la mia storia su Instagram è diventata popolare sono stata identificata come un’illustratrice erotica e il mio percorso ha preso inevitabilmente quell’indirizzo.
Sei un'illustratrice molto seguita: cosa ti distingue dagli altri?
Non saprei esattamente. Probabilmente mi ha aiutato il fatto di non avere come obiettivo la popolarità; ho lavorato su un piano molto personale e intimo, senza l’ansia di ottenere l’approvazione del pubblico. Questo mi ha permesso di esprimermi liberamente, e forse proprio questa libertà (e ingenuità) espressiva ha incuriosito e attirato le persone.
Cosa provi sapendo che le tue emozioni viaggiano attraverso i tuoi disegni e arrivano a centinaia di migliaia di persone?
All'inizio, quando il numero di follower ha cominciato a crescere in modo esponenziale, è stato strano e del tutto inatteso. Non riuscivo a capacitarmi di come qualcun altro, al di fuori di me e del mio compagno, potesse interessarsi alla nostra relazione a distanza. Ben presto, però, mi sono resa conto che la nostra condizione non fosse così atipica, anzi… Spesso la "distanza" non si misura soltanto in chilometri, ma può esistere anche a pochi metri: in amore, possiamo intenderla come quell'unità di misura, prevalentemente temporale, che ci separa dal prossimo incontro con la nostra persona preferita. Che siano duemila chilometri o cinque minuti, è il desiderio di stare insieme che determina quanto ci sentiamo "lontani". Mi piace pensare che i miei disegni emozionino gli altri come la trama di un film, le vicende di un romanzo o le note di una canzone, tanto quanto io mi emoziono rievocando i momenti che cerco di immortalare su carta.
A differenza di altre persone, che hanno messo la loro identità e la loro professionalità su binari sovrapposti, nel tuo caso viaggiano su binari paralleli. Come mai la scelta di non dare informazioni su di te, di non mostrare la tua vita?
Il fatto che si sappia poco di me è una scelta che ho dovuto fare per sentirmi libera di esprimermi al massimo. Ritengo che l’anonimato, soprattutto in un’epoca come questa, in cui tante persone sono alla ricerca della visibilità ad ogni costo, sia una grande virtù che io abbraccio, condivido e cerco di proteggere quanto e come posso.
Sei stata vittima di censura da parte di Instagram? O di commenti da parte di chi ritiene i tuoi disegni eccessivi/offensivi?
Nel momento in cui si sceglie di utilizzare una piattaforma social ci si deve rendere conto di operare in un “ambiente pubblico di proprietà privata” e dunque ci si deve adattare alle regole che impone la community. Non spetta a me stabilire regole e limiti, tanto meno quello del comune senso del pudore, diverso per ogni individuo, cultura e/o religione. Per questo, quando un mio disegno viene censurato, provo grande dispiacere e frustrazione, perché le mie intenzioni sono tutt’altro che provocatorie. Il problema, però, è un altro. La censura è una privazione della libertà di espressione in ogni caso, in ogni ambito e in ogni situazione. Censurare significa delegare al censurante il compito di proteggere le persone che dovrebbero ricevere già dalla scuola e dalla famiglia gli strumenti per contestualizzare, scegliere, comprendere e interpretare i contenuti a loro disposizione; obbliga infine il censurato a limitare preventivamente la sua espressività per non incorrere in sanzioni o limitazioni nel suo operato, soprattutto in ambito artistico, in cui le intenzioni non sono mai criminose. Personalmente vivo la censura molto male, anche perché il mio profilo Instagram (e conseguentemente anche quello su Facebook) subiscono da anni forti limitazioni che pregiudicano la visibilità di post e storie, spesso in maniera del tutto aleatoria e pregiudizievole, considerando che “teoricamente” non ho mai infranto nessuna delle linee guida stabilita dalle piattaforme in cui opero. Questo perché i controlli vengono sempre più spesso affidati ad algoritmi e IA incapaci (per ora) di distinguere i contenuti per il loro significato semantico, per cui non è possibile pubblicare un disegno in cui due mani si sfiorano (perché considerate allusive) mentre post reclamizzanti cartomanzia, consigli nutrizionali senza basi medico/scientifiche, favoreggiamento della prostituzione, violazioni di copyright o identità personale, vengono diffusi con assoluta disinvoltura e in accordo con le policy di tutela della comunità.
Come sono cambiati i tuoi disegni nel tempo?
I miei disegni hanno semplicemente seguito l’andamento della mia relazione. La passione, l’amore, l’attesa dei primi anni. La rabbia, la malinconia, la solitudine, il rifiuto. Fino all’abbandono, l’accettazione, la conta dei feriti. Ogni fase del mio percorso creativo è stato scandito dalla pubblicazione di un libro illustrato: “Love is the devil” parla del periodo della passione più accesa e pura, “Dear X” è basato su lettere d’amore illustrate che nel tempo ho dedicato al mio caro, “Hotel rooms” parla degli incontri nelle camere d’albergo. Poi c’è “Frattaglie”, che segna la rottura. Un libro totalmente diverso dagli altri, con disegni inediti tutti realizzati in bianco e nero con l’inchiostro di china e solo pochissimi tocchi di colore. Un libro che parla di cuore, ma anche di cervello, di fegato, e in cui ho coinvolto alcuni chef italiani, che hanno scritto per me delle ricette su come cucinare ciò che resta della mia persona: un cuore a pezzi. Dopo una pausa, come nell’ultima fase dell’elaborazione di un lutto, insieme al mio editore abbiamo pubblicato “Once upon a time… you. (C’eri una volta)”. Un'antologia ricca di illustrazioni, interviste e articoli che ripercorre in modo completo il mio percorso artistico e aggiunge un inedito capitolo illustrato contraddistinto dai ricordi di una bellissima storia d'amore che non c'è più.
Le illustrazioni sono sempre accompagnate da citazioni: come le scegli?
Le citazioni sono comparse solo nell'ultima fase del mio lavoro, ovvero da quando la storia con X è terminata. Precedentemente, ogni testo era farina del mio sacco in quanto componente essenziale del mio tentativo di comunicare a distanza con lui. Le citazioni invece non presuppongono più tale scopo, avendo un carattere puramente introspettivo e in qualche modo autocompassionevole. Spesso cerco un legame con il tema o il messaggio che intendo comunicare, ma prevalentemente mi piace trovare citazioni che siano in grado di amplificare o arricchire il significato dell'immagine, aggiungendo un elemento di profondità o di riflessione. Talvolta, le citazioni provengono da autori o personaggi famosi che hanno influenzato il mio lavoro o che hanno accompagnato particolari periodi della mia vita. Raramente, sono semplici frasi che ho trovato ispiranti o che ho ritenuto adatte all'immagine. In ogni caso, cerco sempre di trovare un equilibrio capace di armonizzare il mio lavoro col pensiero degli autori che scelgo.
Il sesso è ancora un tabù?
Le nuove generazioni vivono il sesso con una maggiore apertura rispetto alle generazioni precedenti. Tuttavia, i retaggi culturali e le norme sociali più conservative influenzano ancora la percezione del sesso. Quindi, mentre ci sono segni evidenti di progresso verso una maggiore apertura e accettazione, rimangono ancora tabù in molti contesti. Sono convinta che la chiave per superare queste barriere risieda nell’educazione, nel dialogo aperto e nella rappresentazione positiva della sessualità nei media e nella società, ma purtroppo siamo ancora lontani da questo traguardo: basti pensare che ancora oggi un film o un gioco di guerra (dai soldatini ai videogames) siano considerati preferibili, a livello etico e morale, rispetto alla nudità o all'amore fisico.