Elena D’Amario, vita a passo di danza senza mai perdere il ritmo: “Il talento non basta. Ballo per gli altri”
Il talento basta per avere successo nella vita? Elena D'Amario non ha avuto dubbi: ha risposto di no. Lo testimonia la sua storia, raccontata nell'intervista rilasciata a Fanpage.it. Ballerina stimata da pubblico e insegnanti nell'edizione di Amici 2009-2010, viene scelta da David Parsons per entrare a far parte della sua prestigiosa compagnia. Elena a 18 anni vola a New York, comincia come apprendista per poi diventare prima ballerina all'interno della compagnia. Merito del suo innegabile talento? Certo che sì, ma non solo: nulla di tutto ciò che ha realizzato nell'ultimo decennio sarebbe stato possibile senza tenacia, passione, forza di volontà, sacrificio, dedizione, disciplina, ambizione e senso del ritmo. Perché quello non serve solo nella danza, serve anche nella vita, per capire quando è il momento di spingere e accelerare, quando quello di rallentare e magari tornare sui propri passi, quando quello di voltarsi e cambiare strada.
Elena D'Amario: un'italiana alla Parsons Dance
Quelli della Parsons Dance sono molto più che ballerini: sono atleti. Ciò che mettono in scena, quando sono sul palco, è qualcosa che va oltre la coreografia, che va oltre l'esecuzione di una sequenza di passi: si crea magia, si crea spettacolo, si celebra la vita in tutti i suoi aspetti con un'energia senza pari. Far parte della compagnia richiede impegno, sacrificio, dedizione. Lo sa bene Elena D'Amario, che sin dal primo momento è stata catturata dalla vitalità di quel mondo, trovando una grande sinergia col coreografo. A Fanpage.it ha ricordato commossa gli inizi con lui: "Dalla seconda stagione si è venuta a creare una confidenza creativa maggiore e così anche coi miei compagni di viaggio". Far parte della Parsons è a tutti gli effetti una responsabilità: "Siamo un po' ambasciatori della danza nel mondo" ha confidato la ballerina.
Il coreografo, raggiunto dai microfoni di Fanpage.it, ha ripercorso questi anni in compagnia di Elena: "Il tempo con lei è stato straordinario. Eravamo in tour in Italia e ho ricevuto una chiamata da Amici. Mi volevano come giudice, è stato molti anni fa. Ci innamorammo di Elena. Lei è una persona straordinaria oltre che un'artista. Quando arrivò a New York, ricordo che non parlava inglese. Diceva: Okay. Una sola parola. Mi innamorai della sua passione, e anche i ballerini del mio staff, quindi la assumemmo e siamo stati in tour in tutto il mondo. Non ha mai avuto un momento di declino, ha continuato a crescere sempre nella tecnica e nelle performance. Era fantastico, perché devi nutrirti dei tuoi ballerini per darti energia. La sua energia era assolutamente positiva. Ha aiutato questa compagnia ad essere quella che è".
La commozione della ballerina: "L'assenza del pubblico è letale"
Tra le tante doti necessarie per esibirsi davanti a un pubblico, una si chiama altruismo. Esibirsi significa donarsi a qualcuno che dall'altra parte riceverà qualcosa di te, del tuo lavoro di mesi fatto di sudore, lacrime, rinunce, continua ricerca della perfezione. Quando si alza il sipario devi essere disposto a donare tutto questo con gioia: ti stai mettendo in qualche modo a nudo, ti sta mostrando senza difese. Stare lontano da tutto questo per un ballerino equivale a sottrargli l'ossigeno. Difatti Elena ha subito molto la lontananza dal teatro, durante il lockdown e i mesi di pandemia: "L'assenza di un pubblico live per me è letale – confessa commossa ai microfoni di Fanpage.it – Per me è una festa ritornare, perché io ballo per gli altri, la danza è un'arte di condivisione".
Il legame con Maria De Filippi e l'esordio ad Amici
E difficile è stato anche, in questi anni, gestire la lontananza dalla famiglia, dal paese d'origine: "Le radici le sento molto. Sono sempre molto lontana, ma appena ho un attimo corro a Termoli, in Molise, da nonna Incoronata che ha 97 anni". Proprio in concomitanza con la pandemia, si è avvicinata a casa intensificando il lavoro in Italia. Continua a collaborare con Maria De Filippi, in qualità di coreografa e insegnante nella scuola di Amici, la stessa scuola in cui ha mosso i primi passi e attraverso cui ha fatto il suo esordio nel mondo dello spettacolo. Alla conduttrice la legano stima e inevitabilmente anche affetto: "Un rapporto di alta professionalità" lo ha definito.
Il corpo racconta: "Tutto ciò che è differente va bene"
A evolversi non è stato solo il rapporto umano e professionale con i membri della compagnia. Il corpo di Elena si è modellato sul suo lavoro quotidiano: "Ho acquisito lo stile. La forza nei muscoli, nelle gambe, nelle braccia hanno assunto una valenza diversa". Quel corpo scolpito racconta la sua vita di ballerina. Il mondo della danza è stato spesso investito di polemiche, in merito ai cosiddetti requisiti fisici, a quelle doti imprescindibili per potersi affermare come professionisti. Elena ha sviluppato un pensiero ben preciso, soprattutto viaggiando tanto ed entrando in contatto con una moltitudine di ballerini diversi, di ogni fisicità: "C'è una diversity e tutto ciò che è differente, forme e pesi differenti, va bene".
Finding Center: il passo a due al Teatro Olimpico di Roma
Il pubblico ha accolto con grande entusiasmo l'esibizione di Elena al Teatro Olimpico di Roma, uno spettacolo organizzato in collaborazione con l'Accademia Filarmonica Romana. La ballerina ha condiviso ancora il palco con la Parsons Dance. La compagnia è tornata nella Capitale e sta portando in scena in tutt'Italia un repertorio di forte impatto, che coniuga momenti di spettacolo puro ad altri che lasciano letteralmente senza fiato. Shining Star, The Envelope, Balance of Power, The Road, e Caught: i ballerini si muovono sul palco senza sosta e senza tregua, non perdono mai la loro potenza fisica e visiva, coinvolgendo gli spettatori e facendoli immergere nella loro danza primordiale.
Nella tappa romana, Elena si è esibita sulle note di Finding Center, pas de deux creato da Parsons esclusivamente per lei nel 2015. Da allora non lo aveva più danzato e si è ritrovata a provarlo per la prima volta col suo partner la sera prima del debutto romano. "Si balla in due, ma è come se fossimo un corpo solo: ci sono sollevamenti in slow motion, è importantissimo essere in ascolto totale del partner" ha raccontato a proposito della coreografia, che richiede tanta intensità. David Parsons a Fanpage.it ha spiegato: "La storia è molto semplice, parla di un amore maturo, non di un amore adolescenziale. Parla dell'amore maturo di una coppia, di due persone che guardano al loro futuro insieme". Riproporre a distanza di anni una coreografia così intima e personale, ha necessariamente messo Elena di fronte al suo cambiamento, come donna e come danzatrice, un cambiamento del tutto naturale legato al passare del tempo.
Le priorità cambiano, cambiano gli obiettivi e quel famoso centro si sposta: "Sicuramente c'è un aspetto più responsabile che si direzione più verso la famiglia. Questo cambiamento costante mi stimola tantissimo e spero di poter fare sempre più cose diverse tra loro". Perché (ed è stato già detto) nella vita così come nella danza servono timing e senso del ritmo: bisogna tenere il passo con decisione e costanza, sia quando la strada è dritta che quando è tortuosa, ma anche quando c'è da cambiare direzione e viaggiare verso altri orizzonti, alla ricerca di un centro nuovo.