È morto André Leon Talley, leggendaria firma di Vogue e icona di stile: aveva 73 anni
André Leon Talley, leggenda del giornalismo di moda e ex editor-at-large di Vogue Usa è morto all'età 73 anni. Icona di stile e paladino della diversità, è stato tra le primi afroamericani ad affermarsi in un settore tradizionalmente conservatore come quello della moda. La sua presenza non passava certo inosservata: sottolineava la sua statura imponente con abiti dai colori sgargianti e stravaganti. Per anni ha lavorato gomito a gomito con Anna Wintour, la celeberrima direttrice di Vogue. La notizia della morte – avvenuta a New York martedì 18 gennaio – è stata confermata dal suo agente, David Vigliano. Il mondo della moda è in lutto: tantissimi i messaggi di cordoglio da parte di colleghi, stylist e designer.
Icona di stile e pioniere a Vogue
La sua vita sembra materiale da sceneggiatori: nato il 16 ottobre 1948 e cresciuto in North Carolina in piena epoca epoca segregazionista, riuscì a lasciarsi alle spalle anni di abusi e di razzismo grazie a un master alla Brown University. Nella sua biografia, Chiffon Trenches: a Memoir, racconta gli anni in cui leggeva Vogue in biblioteca per scappare con la mente in un mondo fatto di lusso e bellezza. Non molti anni dopo quel mondo sarebbe stato suo: dopo alcune esperienze a W e a Interview, Talley nel 1983 iniziò a lavorare da Vogue, dove ha ricoperto il ruolo di editor at large e direttore creativo. Primo uomo di colore a ricoprire una posizione così importante, la sua figura diventò celebre anche per gli outfit sgargianti con cui esaltava la sua stazza: mantelli, caftani dorati, accessori di lusso, dalle borse Louis Vuitton che collezionava agli orologi di diamanti.
Il rapporto di André Leon Talley e Anna Wintour
Qui incontrò Anna Wintour, con cui nacque un sodalizio artistico e creativo durato 30 anni. La fine dell'amicizia – una vera e propria bomba nel fashion system – è stata raccontata nel suo memoir, dove Talley spendeva per l'ex collega parole al vetriolo, definendola "incapace di gentilezza" e "immune a tutto, tranne che al potere". Nel libro Talley denunciava anche apertamente i pregiudizi e le discriminazioni subite nella sua lunga carriera. Talley era noto anche al grande pubblico per il suo ruolo di giudice nel programma televisivo America’s Next Top Model. Nel 2017 è stato dedicato alla sua carriera e alla sua icona il documentario The Gospel According to André.
Perché André Leon Talley è stato rivoluzionario
Nella sua lunga carriera André Leon Talley ha lavorato a stretto contatto con tutti i giganti della moda: amico e confidente di Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld, ha lavorato con Paloma Picasso, Diane von Furstenberg, Bethann Hardison, Manolo Blahnik. Giornalista autorevole e talent scout, molti designer devono al suo occhio infallibile il loro successo. Un nome su tutti: John Galliano. Talley era amato e temuto in egual misura: nella lunga carriera ha vergato editoriali taglienti e provocatori, senza risparmiare stilettate. La sua figura è stata comunque rivoluzionaria: in un settore per definizione esclusivo, che solo di recente si è aperto alla diversità etnica e culturale, Talley ha scardinato antichi tabù e pregiudizi. Ha spinto molti designer a scegliere modelle di colore nei loro casting e ha usato la sua influenza per aprire le pagine di Vogue alla diversità. Gli inglesi lo definirebbero "larger than life", più epico della vita stessa.