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Dupe mania: dai profumi agli accessori, perché le ‘copie’ stanno invadendo TikTok

Sui social spopolano le alternative low cost di abiti, profumi, perfino rossetti famosi. Questi video virali di ‘caccia alla copia’ però hanno dei rischi: qual è il limite con la contraffazione?
A cura di Beatrice Manca
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Ci sono quelli dei profumi, e quelli del make-up. Ci sono quelli delle borse e quelli degli accessori, e perfino quelli dei più famosi prodotti di skincare. Parliamo dei dupe, il fenomeno che ha travolto TikTok e che sta cambiando la percezione che abbiamo del valore della moda. Avete presente i video in cui le beauty guru mettono vicini due illuminanti, giurando che sono identici in tutto, tranne che nel prezzo? Ecco, quello è un ottimo esempio di dupe, termine anglosassone che letteralmente significa falso, ingannevole. Questi video spopolano perché permettono di trovare alternative cheap di prodotti famosi, ma il fenomeno pone grandi interrogativi di tipo economico, ambientale ed etico: qual è il confine tra prodotto ‘simile' e il plagio?

Cosa sono i dupe di profumi e make-up

La parola dupe (anzi, #dupe) abbraccia cose diverse tra loro. L'idea di base è quella di trovare alternative economiche a prodotti di lusso o famosi, che si tratti di profumi o di borse firmate. Questo si declina in vari settori e in vari filoni. Nel mondo della cosmetica, per esempio, è facile trovare delle beauty guru che propongono ombretti, rossetti e mascara a basso costo che però riproducono esattamente la sfumatura di colore, o il grado di coprenza, di famosi (e costosi) prodotti di make up. Non si tratta di copie vere e proprie, ma di prodotti destinati a target diversi che però, una volta applicati, possono sembrare equivalenti. In questo filone un capitolo a parte meritano le fragranze: TikTok impazzisce nella caccia al ‘clone olfattivo' che ricordi l'aroma di profumi molto famosi, ma a un terzo del prezzo.

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Un altro filone ancora è quello legato alla skincare: dermatologi o semplici appassionati cercano alternative low cost a creme e sieri famosi. Anche in questo caso non parliamo di vere e proprie copie, ma di prodotti di marchi più economici che però contengano gli stessi principi attivi, al netto delle inevitabili differenze di formulazioni, che possono essere più o meno mirate, più o meno compatibili con alcuni tipi di pelle.

Il ritorno dei falsi nella moda

Il terzo caso è quello più problematico: la moda. I colossi dell'ultra fast fashion hanno sdoganato le riproduzioni a basso costo degli abiti e degli accessori delle grandi case di moda e nessuno si stupisce più di trovare nei negozi un tipo di sandali apparso due mesi fa in passerella, ad esempio, o una linea di vestiti che hanno una stampa praticamente identica a quella lanciata da una Maison pochi mesi prima. È vero che il fast fashion ha sempre guardato alle sfilate per intercettare le tendenze, ma con i brand di ultra fast fashion il fenomeno è diventato così sistematico, capillare e preciso da poter essere considerato plagio a tutti gli effetti.

Giuliano Calza, direttore creativo di GCDS, ha attaccato duramente Shein per una copia dei suoi sandali morso. La cultura dei dupe può essere più pericolosa di quanto sembri e ‘sdoganare' la contraffazione: lo dimostra il dilagare delle Birkin false, puntualmente rintracciate dall'account The Fake Birkin Slayer. Il paradosso è che perfino chi ha le capacità di spesa per acquistare gli originali spesso preferisce puntare sui falsi. il mercato parallelo dei falsi, oltre a essere illegale, spesso è legato a organizzazioni criminali e i prodotti non danno a chi li compra nessuna tutela sulla loro qualità, sui materiali usati, sulle condizioni dei lavoratori che li hanno creati. Inoltre è un furto della creatività dei designer. Cosa cerchiamo in ciò che compriamo, un valore o l'apparenza d

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