La profezia c'era stata e si è avverata, anche se in quel momento nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo. Era infatti il lontano ottobre 2020 quando in uno dei famosi sketch messi in rete da Drusilla Foer, la nobildonna toscana si rivolgeva al direttore di Rai 1, nel corso di una telefonata chiaramente immaginaria. Lo interrogava circa una sua ipotetica presenza all'Ariston, chiedendo: "Le piace l'idea di una valletta agè al Festival?". La valletta agè alla kermesse ci è arrivata sul serio, un anno e mezzo dopo. E ci è arrivata rivendicando proprio quel ruolo di valletta, una parola che al pubblico moderno non piace molto (non che co-conduttrice sia necessariamente meglio).
Drusilla Foer primeggia a Sanremo 2022
Nello scegliere le figure femminili che lo avrebbero accompagnato al Festival, Amadeus ha puntato sulla varietà. Ha scelto sicuramente cinque donne diverse, ciascuna capace di portare all'Ariston qualcosa di intimo e personale: Ornella Muti, Lorena Cesarini, Maria Chiara Giannetta, Sabrina Ferilli, Drusilla Foer. Età e personalità diverse, carriere diverse, maturità artistiche diverse. Ma è su Drusilla Foer, l'alter ego dell'attore Gialuca Gori, che c'erano le maggiori aspettative e la prova l'ha superata alla grande. Di lei sappiamo cosa non è: non stiamo parlando di una drag queen né di un travestito. E come spiega nella sua autobiografia, guai a considerarla un'icona di stile: "Tenderei a lasciar perdere. Credono che sia una fashion icon, figuriamoci".
E sappiamo chi è: un personaggio che nel tempo ah acquisito sempre più vita propria staccandosi dal suo creatore, perché ne conosciamo l'infanzia, le avventure amorose, le passioni e la quotidianità. Eppure ancora tanto c'è da scoprire perché anche lei un essere in divenire, alla ricerca di certezze consapevolezze, qualcuno che in fondo non sa tutto di sé e dunque non può trasmetterlo in pieno agli altri: esattamente come tutti noi. La nobildonna toscana non aveva bisogno di caricare la sua presenza di orpelli: certi eccessi non servono, quando hai una personalità così forte e un talento così naturale.
Sul palco dell'Ariston, infatti, non ha sfoggiato piume, lustrini, cristalli e paillettes (benché queste ultime siano il pezzo forte del suo guardaroba di solito!). Niente diamanti o gioielli di particolare valore, se non quello affettivo: ha puntato su alcune creazioni appartenute alle donne importanti della sua vita, che ha voluto omaggiare in questo modo, portandole con sé sul palco più importante di tutti. E nessun abito di lusso, a differenza di tutte le colleghe che l'hanno preceduta e che la seguiranno su quel palco. Non l'ha seguita alcuno stylist, a spingerla non ci sono stati sponsor.
Ha detto no alle grandi Case di moda, che certamente avrebbero avuto piacere di vestirla coi loro capi. Ha rinunciato alle grandi firme, affidandosi alla sua sarta di sempre, alla sartoria fiorentina dove acquista di solito. E in barba a ogni forma di spreco, ha sì ceduto alla comprensibile vanità dei cambi d'abito, ma riciclando quelli già in suo possesso. Durante la gara canora ha sfoggiato la stessa jumpsuit della conferenza stampa, per esempio. Quindi sì, certamente una diva: sul palco era palpabile il suo charme, quell'eleganza raffinata e il suo essere una donna d'altri tempi anche un po' vanesia, ma capace di stregare con intelligenza e portamento, senza strafare per attirare su di sé l'attenzione.
Ma antidiva al tempo stesso: perché estremamente semplice e naturale, capace di mettersi in gioco e fare ironia, ma sempre con intelligenza, come quando ha tirato in ballo l'ormai famosa ‘farfallina' di Belen o quando ha lanciato una frecciatina a Iva Zanicchi. O ancora, quando si è mascherata da Zorro per uno sketch con Amadeus, con tanto di spada e baffi finti, per giocare (anche qui sapientemente) sul concetto di ‘travestimento'. La Drusilla sul palco dell'Ariston è esattamente quella degli sketch teatrali e dei social e la sua carta vincente è stata proprio questa: ha portato alla kermesse esattamente ciò che è, nulla di più e nulla di meno. Non c'è stato bisogno di ‘costruire' un personaggio, perché tutto il necessario già c'era e lo incarnava alla perfezione di suo. Che la si chiami valletta poco importa, anzi ben vengano le vallette se sono come Drusilla Foer.