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Danza e inclusività, Leroy Mokgatle: ballerina non binary che scardina i ruoli di genere nel balletto

Leroy Mokgatle ha scelto di identificarsi con il pronome femminile. È una danzatrice dello Staatsballett Berlin e interpreta in prevalenza ruoli femminili.
A cura di Giusy Dente
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Leroy Mokgatle viene dallo Staatsballett Berlin diretto da Christian Spuck: è una ballerina non binary che usa pronomi femminili. Quotidianamente col suo lavoro prova a mettere in discussione i rigidi ruoli di genere del mondo del balletto, dove c'è una netta separazione tra figure maschili e femminili. Originaria del Sud Africa, si è fatta notare vincendo alcuni riconoscimenti: il premio del pubblico Margot Fonteyn al Genée International Ballet Competition, poi il premio del pubblico del prestigioso Prix de Lausanne, con conseguente borsa di studio per accedere alla scuola del Balletto Nazionale Olandese. La CNN l'aveva soprannominata "Billy Elliot del Sudafrica". Ha avuto modo di danzare con il Béjart Ballet Lausanne e poi col Balletto di Zurigo, prima di approdare a Berlino. Ad oggi, è la prima ballerina non binary che lavora per un'istituzione pubblica.

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Nella sua carriera ha avuto modo di danzare diversi ruoli femminili: il suo sogno è ovviamente vestire i panni che tutte le ballerine sognano, quelli di Giselle. Questo talento non è passato inosservato agli esperti occhi di Daniele Cipriani, che lo ha voluto sul palco del gala Les Étoiles: si esibirà nella serata di venerdì 15 marzo all'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma. È un segnale forte di apertura verso una società realmente inclusiva, che dia a tutti le stesse possibilità, consentendo di sviluppare il proprio talento oltre ogni apparente barriera. Per lo stesso motivo il Direttore Artistico ha invitato anche Lutz Förster, che interpreterà un assolo nella lingua dei segni per i non-udenti. E ci saranno anche Claudia García Carriera e Dani Hernández, che omaggeranno con un pas de deux la ballerina assoluta Alicia Alonso, che danzava nonostante la cecità.

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Intervistata da The Guardian alcuni anni fa, quando era ancora agli inizi, Leroy Mokgatle aveva messo in chiaro subito di voler fare della danza la sua ragione di vita. In questo percorso, che l'ha portata allo Staatsballett di Berlino, non sono mancate le difficoltà: era l'unico ragazzo nella sua prima scuola di danza, quando adottava ancora i pronomi maschili. Poi c'è stato il problema della fisicità minuta: per i ruoli maschili è richiesta altezza e prestanza. "Voglio fare qualcosa che nessun altro può fare. Non bisogna mai fare mai un piano B nella vita. Farlo è come dire: va bene se non funziona. Per me non esiste un piano B" aveva detto nell'intervista: e a quanto pare, le cose sono andate esattamente come dovevano andare, senza bisogno di piani di riserva.

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