Cosa significa essere la donna più alta del mondo, Rumeysa Gelgi: “È ciò che mi spinge oltre i limiti”
Rumeysa Gelgi è da ormai 10 anni nei Guinness World Records. Ci è entrata la prima volta nel 2014 in qualità di adolescente più alta del mondo, quando aveva 17 anni ed era già ben oltre la media. Oggi detiene invece il titolo di donna più alta del mondo, con un'altezza di 215,16 cm. Questa statura è dovuta a una malattia rara con cui ha dovuto iniziare a fare i conti molto presto, ma con cui convive serenamente: si chiama sindrome di Weaver. Questa malattia rarissima, dovuta a mutazione genetica, accelera la crescita e la maturazione scheletrica. Già da piccola la statura di Rumeysa era fuori dal comune: questo l'ha esposta a sguardi non sempre benevoli, che crescendo ha imparato a gestire. Oggi non la infastidisce la curiosità della gente, come ha raccontato nell'intervista a Fanpage.it.
La vita di Rumeysa Gelgi
Rumeysa Gelgi quando pensa alla sé bambina, già si vede con un corpo diverso rispetto a quello dei coetanei, molto più sviluppato in altezza. Non a caso, è entrata nel Guinness World Records appena adolescente. A Fanpage.it ha raccontato: "La mia crescita eccessiva avviene dalla nascita. Sono sempre stata una bambina grande, di più rispetto a quelli della mia età. Ho sempre avuto un corpo femminile di grandi dimensioni per quanto possa ricordare. Non mi conosco in nessun altro modo". Nel tempo, ha sviluppato un rapporto sereno col suo corpo e la sua statura: oggi è una giovane donna di quasi 30 anni e non si lascia più scalfire facilmente dai commenti e dagli sguardi altrui.
Nell'infanzia è stato più difficile. Ha spiegato: "Quando ero piccola mi sono imbattuta in ragazzi sia molto educati che sconsiderati. Mi sono state poste domande inutili e ho ricevuto sguardi inquietanti. Essendo molto più alta rispetto ai bambini della mia età, loro rimanevano sorpresi quando scoprivano che eravamo magari coetanei. Ma i bambini con cui interagivo più spesso, cugini o compagni di scuola, sono stati assolutamente gentili verso di me". La gentilezza è una caratteristica che le appartiene, la stessa con cui a sua volta si pone verso le persone che la circondano. Gli sguardi sono una costante nella sua vita, sa di attirare ancora molta curiosità e questo non le dà fastidio.
Ha ammesso: "Non è un problema. Mi va assolutamente bene che le persone siano curiose e intrigate e fare domande sulla mia altezza o sindrome purché lo facciano con un certo atteggiamento. Da quando sono diventata detentore del Guinness World Record, le persone mi raggiungono per salutarmi e fare due chiacchiere o scattare una foto insieme. Le persone ora mi guardano con orgoglio e apprezzamento, il che è qualcosa di cui sono grato".Con propositività e tanta voglia di fare esperienze, Rumeysa Gelgi non ha mai lasciato che la sua condizione si tramutasse in una gabbia, non ritiene la sua altezza un limite, o meglio: "Dipende dalla prospettiva. È sia ciò che mi limita sia ciò che mi spinge oltre i limiti".
Viaggia molto, ha ancora tanti sogni nel cassetto per cui sta lottando, è riuscita a ottenere un certificato professionale all'Università di Harvard e di recente le è stato dedicato un documentario uscito su Rakuten TV. A testa alta racconta proprio il suo viaggio alla scoperta di sé e di altre straordinarie storie di persone da Record. Riesce a fare tutto questo perché la sua salute è sotto controllo e non ha particolari restrizioni. Su questo aspetto ha raccontato: "Ci sono alcune cose che non posso fare, ma cerco di dare il massimo e più che posso. La malattia mi ha portato alcune limitazioni fisiche per cui di solito mi muovo sulla sedia a rotelle e cammino col deambulatore, per brevi tratti. Faccio sessioni regolari di fisioterapia, ma mi sono presa una pausa per un po'. Soffrivo di scoliosi, malattie cardiache, ernia, ma li ha superati con interventi chirurgici e trattamenti di successo. Quindi al momento non ho problemi di salute, faccio solo visite mediche periodiche".
Guinness World Records le ha dato la possibilità di fare tante esperienze e il titolo che detiene è qualcosa di cui va fiera, che per lei ha molta rilevanza. Ha infatti detto: "Per me significa esattamente ciò che è. Sono l'unica persona al mondo che riesce a raggiungere quell'altezza. Non voglio che sembri arrogante. Mi aiuta solo a mantenere la motivazione e una visione positiva della vita. I titoli dei Guinness World Records sono ciò di cui vado più fiera e sono più che grata a Guinness World Records (e a molti altri) per avermi permesso di trasformare quello che sembra uno svantaggio in un vantaggio". Da quando ha ottenuto il titolo, non ha mai smesso di parlare di sé e di raccontare la sua storia, per essere utile non solo a chi ha la sua stessa malattia ma a tutti coloro che sperimentano la discriminazione.
A Fanpage.it ha dichiarato: "So che ci sono troppe persone al mondo che lottano con l'essere diverso. Può essere la sindrome di Weaver o qualsiasi tipo di sindrome. Ci sono tante cose che rendono una persona diversa e discriminata. Fondamentalmente voglio far sapere che c'è una luce alla fine del tunnel. Le persone con differenze possono farsi accettare, avere successo e realizzare i propri sogni. Io voglio semplicemente trasmettere il messaggio: Io ho raggiunto questo obiettivo, puoi ottenerlo anche tu. Ecco perché da anni condivido la mia storia con il mondo su varie piattaforme. Sto ricevendo anche moltissimi feedback positivi. Sapere di aver ispirato così tante persone persone mi fa sentire di aver raggiunto il mio scopo".