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Cosa pensa Giorgio Armani dei colleghi stilisti: “Prada vive nel suo mondo, Dolce&Gabbana furbacchioni”

Valentino Garavani, Dolce&Gabbana, Alessandro Michele, Miuccia Prada: ecco cosa pensa re Giorgio dei colleghi stilisti.
A cura di Giusy Dente
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Giorgio Armani, Miuccia pRADA
Giorgio Armani, Miuccia pRADA

Giorgio Armani si è raccontato ad Aldo Cazzullo e Paola Pollo, rilasciando una lunga intervista per Corriere della Sera in cui si è soffermato sulla sua vita privata e su quella professionale. Lo stilista ha parlato della fondazione dell'azienda assieme all'amato compagno di allora Sergio Galeotti, del sodalizio attuale con Leo Dell'Orco, del rimpianto per non aver avuto figli, del suo successo mondiale. Ha detto la sua anche su alcuni colleghi, di oggi e del passato.

Gli inizi di Giorgio Armani

Quando Giorgio Armani fornì gli abiti indossati da Richard Gere in American Gigolo, immediatamente quello divenne il prototipo dell'uomo elegante degli anni Ottanta, tra giacche destrutturate e pantaloni morbidi. "Il protagonista avrebbe dovuto essere John Travolta. Poi per fortuna Schrader cambiò protagonista, perché Travolta non era assolutamente il personaggio che poteva mettere con eleganza i miei vestiti" ha ricordato lo stilista. Nel creare quell‘estetica fondata sul garbo e l'eleganza, si è rifatto molto all'immaginario francese: "Chanel non era arrogante, era una persona elegante che aveva riscoperto l’eleganza della donna. Saint Laurent trovò la formula giusta per essere un po’ più sexy di Chanel, un po’ più attuale. Come loro, anch’io ho cercato di liberare donne e uomini da tante costrizioni". Qualcuno ha anche ipotizzato un suo coinvolgimento professionale con Chanel: "L’avrei fatto volentieri: avrei trovato la pappa fatta. In effetti, diciamolo pure, io gli occhi su Chanel li ho messi. Si copia il meglio. Non si copia la mezza calza; si copia lo stivalone di cuoio. Oggi tante aziende hanno bisogno di un apporto valido, perché quello che si vede sono copie".

Cosa pensa Giorgio Armani dei colleghi stilisti

Nell'intervista Giorgio Armani si è soffermato anche su un'analisi del panorama attuale. C'è un mercato in crisi con cui fare i conti: "Hanno puntato tutto sulla Cina e ora si ritrovano con -30, -40%. Speriamo passi. Noi però non abbiamo mai fatto il passo più lungo della gamba. A differenza di qualche gruppo francese non abbiamo costruito grattacieli; abbiamo fatto un palazzetto a New York, a Madison, di cui avevo capito che sarebbe diventato la nuova Quinta Strada". Oggi tra i nomi di spicco del settore ce ne sono alcuni su cui lo stilista ha detto la sua. Ha ammesso che è un mondo in cui si dialoga poco: "Non ci si confronta mai, è un mondo chiuso. Si ha come paura di esporre le proprie iniziative, le proprie idee".

Giorgio Armani
Giorgio Armani

Giorgio Armani ha avuto parole di stima per Valentino: "È una persona molto carina, pure con me lo è stato. Anche adesso ogni anno non manca mai di mandarmi un piccolo messaggio sulle mie collezioni". Ha definito Dolce&Gabbana: "Due furbacchioni. Però li ammiro. Nel bene e nel male, se ne parla. Hanno una clientela diversa, però guardo le loro cose e mi chiedo: ma quale donna le metterebbe? Vedo che ora stanno cambiando". Di Miuccia Prada ha detto: "Vive nel mondo di Miuccia Prada più che nel mondo vero. Non pensa che quel vestito deve essere portato. Quel vestito le piace, lei se lo metterebbe, esce salutando, ma non ha la percezione di quello che succede dopo". Per finire, ha parlato di Alessandro Michele, che ha appena portato in passerella la prima collezione in qualità di Direttore creativo di Valentino: "Sta cercando una strada che sia la sua".

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