Casa mia, la canzone che ha portato alla gara canora, ha un testo importante, in cui si parla di ricerca delle proprie radici, di guerra, di problemi del mondo moderno. I riferimenti all'attualità e alla politica sono chiari, come quando canta: "Ma come fate a dire che qui tutto è normale, per tracciare un confine, con linee immaginarie, bombardate un ospedale, per un pezzo di terra o per un pezzo di pane". Per accompagnare in modo potente le sue performance, l'artista ha scelto di avere sempre con sé accanto Rich Ciolino, grande protagonista della kermesse.
È l'extraterrestre con cui il rapper guarda la Terra, è l'alieno a cui cerca di spiegare cose che spiegazione non ce l'hanno; è quello che ispira riflessioni sull'umanità e che spinge a guardarsi dentro, a dialogare con la propria coscienza. In realtà Ghali ha fatto anche di più. Oltre a far parlare la propria musica, ha personalmente lanciato un messaggio di pace. "Stop al genocidio" ha detto nella serata finale in riferimento a Gaza, al termine della performance, quando è salito sul palco il suo amico. E anche da Mara Venier a Domenica In ha ribadito le sue posizioni, a cui ha fatto seguito un comunicato dell'Amministratore Delegato Rai Roberto Sergio, letto in diretta dalla padrona di casa.
Il cantante ha consapevolmente scelto di usare il palco dell'Ariston al pari di qualunque altro palco calcato durante la sua carriera, ponendosi come artista e come essere umano. Da sempre la sua musica è intrisa di messaggi legati ai problemi dell'attualità, problemi sociali e politici di cui non si è certo accorto ora che la guerra è sotto gli occhi di tutti (tranne di chi continua a voltarsi dall'altra parte fingendo che non esista). "Da quando ho scritto le mie prime canzoni a 13-14 anni parlo di quello che sta succedendo. Questa cosa va avanti da un pò" ha detto da Mara Venier.
Il messaggio di pace e di speranza per la popolazione della Striscia di Gaza, è un inno alla pace che vuole ridare valore alla dignità umana, all'uguaglianza, al diritto a un'infanzia felice senza il suono delle bombe nelle orecchie. Per potenziare questa comunicazione, Ghali si è avvalso anche di un'esperta di styling, che ha capito perfettamente il contesto della canzone e ha cercato di renderlo visibile anche attraverso gli abiti. Ramona Tabita nelle sue scelte ha lasciato proprio che trasparisse questa concezione "spaziale", che inevitabilmente per contrasto ci riporta poi sulla Terra, sul nostro pianeta.
In fondo, Casa mia è un dialogo con un alieno, quindi ha incentrato tutta la sua ricerca soffermandosi sulla space age, quell'estetica ideata dal designer Pierre Cardin negli anni Sessanta ispirata proprio allo spazio. È un'estetica moderna declinata passando dal total black al black&white fino all'effetto sparkling. E non è mancato un omaggio a Michael Jackson con mocassini, guanti e calzini bianchi. In ogni look Ghali ha incarnato umanità e spazialità, con un occhio al passato e uno al futuro, ma inchiodandoci al presente con le sue parole, ricordandoci ciò che succede proprio sotto ai nostri occhi. E non succede dall'altra parte del mondo, non su un altro pianeta: le bombe ce le abbiamo proprio dietro casa.