Come è riuscita Kim Kardashian a incassare milioni vendendo semplici body e mutande Skims
Skims è il brand del momento. Virale sui social e unico marchio non di alta moda che è riuscito a conquistare un posto nella classifica di Lyst delle firme più desiderate, l'azienda fondata da Kim Kardashian prosegue la sua scalata verso il successo, continuando a proporre collaborazioni e iniziative in grado di allargare sempre di più la fetta di mercato interessata. Dalle donne al menswear, che conquista anche gli atleti, compresi i giocatori di bascket, diventando partner ufficiale dell'NBA. I dati sono la prova di questo trionfo: Skims, fondato nel 2019 ha raggiunto nel 2021 con un valore di 1,6 miliardi di dollari (pari a 1,5 miliardi di euro) per arrivare, l'estate scorsa, a toccare i 4 miliardi di dollari (pari a 3,7 miliardi di euro); numeri da record per un progetto che sembrava essere solo l'ennesimo influencer-brand ma che si è rivelato un vero e proprio fenomeno sociale e il cui prossimo passo, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere la quotazione in Borsa.
Il successo di Skims e l'immagine di Kim Kardashian
Quale strategia si nasconde dietro un marchio apparentemente così semplice come Skims? Proprio la sua essenzialità. Kim Kardashian entra a gamba tesa nel mercato dell'underwear portando quello che da sempre l'ha caratterizzata e che l'ha resa un'icona: un corpo morbido, in grado di sfidare le imposizioni dettate dagli ideali di bellezza sociali, diventando il nuovo canone estetico.
In netto contrasto con le celeb androgine e filiformi, la regina dei reality show era in grado di conquistare tutte quelle donne a cui era sempre stata proposta una fisicità distante dalla loro, che si erano sempre sentite in difetto e che ora, finalmente, si potevano identificare in una star lontana dalla perfezione a cui erano state abituate. Tra le prime paladine della body positivity, Kim Kardashian ha trasformato la sua parabola in un business affacciandosi a un comparto che non era inesplorato, era solo stato esplorato male.
L'orgoglio dello shapewear
La regina delle influencer con Skims rilancia un'idea che il mercato aveva già proposto, con scarso successo. L'intimo modellante era già arrivato nei negozi molto tempo prima di Kim Kardashian, Spanks prometteva alle donne un vitino di vespa con i suoi body contenitivi, mentre sul lato abbigliamento i vestiti fascianti erano una prerogativa di Hervé Léger. Nomi che ora non ci dicono quasi nulla, caduti nel dimenticatoio o nell'armadio di pochi fedelissimi, in un mondo in cui l'orgoglio curvy si affermava sempre di più e le donne iniziavano a non voler più nascondere le proprie forme, la comunicazione di questi marchi non poteva più funzionare.
Skims punta proprio su questo, lo shapewear non deve servire per sembrare più magri ma deve essere in grado di valorizzare ogni corpo, e non va per forza nascosto sotto gli abiti, può sostituirli perché oltre a essere modellante è anche bello. Kim Kardashian fa una cosa che in pochi avevano pensato di fare: proporre un range di taglie che andasse da XXS alla 4XL, e una serie di tonalità che si adattassero ad ogni corpo, rendendo estremamente inclusiva una nicchia che non lo era per niente.
Una comunicazione capillare in grado di conquistare il pubblico
L'inclusività di Skims non si esaurisce nelle taglie e negli incarnati del suo pubblico, ma va oltre con un marketing capillare, in grado di conquistare tutti i livelli di compratori. Con un entry price relativamente economico e una comunicazione che non si pone mai come snob o talmente chic da risultare altezzosa, il marchio riesce a parlare ai compratori di fascia media, ma si rivolge anche al pubblico più alto grazie al suo stile minimal che cavalca l'onda del fenomeno del quiet luxury. A fidelizzare anche i compratori più pretenziosi ci pensano poi le collaborazioni, come l'ultima con Swarosvki, che ha ricoperto di cristalli gli abiti essenziali di Skims (imitando un po' il famoso vestito di Marylin Monroe indossato al Met Gala del 2022), o quella con Fendi, che è stata una scommessa anche per l'azienda. "Eravamo preoccupati per il prezzo del prodotto molto più alto. Ma si è scoperto che gli articoli con i prezzi più elevati sono andati sold-out prima", ha raccontato al The New York Times Jens Grede, cofondatore e amministratore delegato del marchio.
Questa è la conferma che la comunicazione di Skims funziona, che una figura "nazional popolare" come Kim Kardashian, se studiata bene, può rivolgersi anche alla clientela più sofisticata. Il marchio stravolge quella tradizione anni Novanta e primi Duemila in cui le collezioni realizzate dalle celeb risultavano dozzinali e di scarsa qualità dimostrando come anche un'influencer possa costruire un prodotto in grado di rimanere attraente nel tempo. "Il cielo è il limite", ha affermato Kim Kardashian in un'intervista con il The New York Times. "Voglio essere in ogni paese possibile", ha continuato svelando i suoi progetti futuri: una serie di pop-up nei maggiori rivenditori di lusso del mondo.