Come cambia il turismo: previsioni e tendenze per l’estate 2024
Il 2023 è stato l'anno della decisiva ripresa per il turismo, dopo il difficile periodo della pandemia, che con le sue inevitabili restrizioni ha molto inciso sul settore. Per il 2024 si prevedono numeri ancora positivi per l'Italia, con molti arrivi da diverse parti del mondo e la propensione non solo a spendere, ma anche a vivere a pieno il territorio, a stretto contatto con le comunità locali. C'è tanta voglia di fare esperienze profonde, di connettersi con le persone, per arricchire davvero il proprio bagaglio. Fanpage.it ha chiesto a Carmela Colaiacovo, Presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, cosa c'è da aspettarsi per questa estate.
I trend per l'estate 2024
Visti i numeri positivi del 2023, c'è molto ottimismo per il turismo di questa estate. "Il 2023 si è consolidato come anno della ripresa: abbiamo avuto 400 milioni di presenze complessive di cui il 52% è stato di viaggiatori stranieri, quindi è stato sicuramente un anno che si è chiuso in maniera molto positiva. Inoltre la spesa in generale dei turisti in Italia ha registrato un +40%: si parla mi sembra di 50 miliardi di spesa complessiva. Per quest'anno i numeri ci fanno dire che l'Italia è una distillazione molto desiderata. C'è il turista americano che ama moltissimo l'Italia, si cominciano a vedere turisti cinesi, anche se abbiamo perso a causa delle guerre tutta una fetta di mercato".
Sono tre i grandi trend di questa estate. Uno in particolare è una novità: "Oggi l'Italia si affaccia a un nuovo tipo di turismo in maniera molto più forte rispetto al passato: il turismo di lusso. È una delle tendenze più importanti che abbiamo avuto dal post-Covid. L'Italia si è imposta come meta anche sotto questo punto di vista, anche grazie alle aperture di tanti hotel di lusso da parte dei gruppi internazionali. Questo ha portato tanti turisti, ma è un turismo completamente nuovo che prima non c'era, non era di questa portata".
Resiste tutto ciò che riguarda le vacanze di assoluto riposo e relax, che piacciono sempre molto: "Il benessere resta un punto fondamentale". Ma più di tutto, è l'esperienza in generale a vincere: "Oggi il viaggiatore vuole vivere e calarsi nelle comunità locali, soprattutto i turisti internazionali vogliono avere un contatto con il territorio e con la comunità. Costruire esperienze diventa sicuramente una leva importante di competitività tra le destinazioni".
Come è cambiato il turismo
La pandemia ha influito non solo economicamente sul turismo: "Dopo il Covid il turista è molto più attento all'igiene e alla pulizia" ha spiegato la Presidente. E poi c'è sicuramente la voglia di calarsi nelle comunità e di vivere il viaggio in pieno, a contatto con le persone, senza distanze: "Essendo un momento riconquistato tutti se lo vogliono godere senza disservizi". Non solo: "Un altro tema trasversale che oggi è molto sentito, sia da parte del turista che del gestore alberghiero, è tutto il tema della sostenibilità. Da parte di chi viaggia c'è una maggiore attenzione: la cultura sull'ambiente passa attraverso piccole abitudini, anche il modo in cui si usa l'aria condizionata".
Come combattere l'overtourism
L'invasione dei turisti in alcune località è diventata un problema. È recente la notizia che riguarda Amsterdam: il governo locale ha deciso di vietare la costruzione di nuovi hotel in città, proprio per contrastare l'affluenza di massa. Il problema è anche italiano. L'amministrazione comunale di Venezia per contrastare l'overtourism ha dato il via libera al ticket di ingresso. Non solo: in Laguna è stata approvato anche una sorta di codice deontologico con cui albergatori e operatori si impegnano a mettere in pratica una serie di comportamenti per rendere più vivibile la città sia ai turisti che ai residenti. Una delle misure è proprio incentivare le visite programmate e prenotate, favorendo una migliore distribuzione dei flussi turistici.
A tal proposito la Presidente ha spiegato che una buona mossa, dal lato dei turisti, sarebbe la ricerca di destinazioni poco battute: "Bisogna cogliere questa opportunità, anche perché l'Italia nasconde realtà tutte da scoprire". Chiaramente contro l'overtourism, cioè il sovraffollamento turistico, serve un lavoro combinato, assieme alle strutture e agli operatori del settore: "Bisogna lavorare il più possibile sulla destagionalizzazione e sulla creazione di situazioni che portino il turista a essere spalmato durante l'anno piuttosto che in pochi periodi. Il problema esiste e va affrontato anche con delle leve che a volte sembrano antipatiche, come quelle economiche. In Italia il problema può riguardare Roma, Venezia, Milano e Firenze. Bisogna cercare di incentivare le destinazioni che fanno da corollario a queste grandi destinazioni. Allarghiamo la maglia delle visite, perché anche così si possono conoscere dei posti bellissimi. Magari in provincia si scoprono tante cose bellissime e si porta a casa l'esperienza di un'Italia vera".