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Come cambia il selfie: c’è meno esibizionismo, non si tende all’omologazione estetica

I giovanissimi sono i meno ossessionati dall’immagine: tra di loro perde punti il selfie narcisistico, in cui ci si ritrae da soli per puro esibizionismo.
A cura di Giusy Dente
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I social e gli smartphone sono parte integrante delle giornate di tutti. Ci sono, però, aspetti critici nel loro uso e abuso, conseguenze che interessano soprattutto la popolazione più giovane e sensibile, incapace di fare le dovute differenze tra reale e virtuale. Questa fusione ha ripercussioni sulla vita sociale, sul modo di vivere le relazioni, su come si imposta il rapporto con la propria immagine, sempre più schiava di stereotipi e confronti. Il progetto SatisFACE di UniSR (Università Vita-Salute San Raffaele), di cui sono stati da poco illustrati i risultati, ha indagato proprio l'impatto che le nuove tecnologie hanno su adolescenti e giovani adulti.

Che cos'è SatisFACE

Il progetto SatisFACE di UniSR (Università Vita-Salute San Raffaele) è uno studio interdisciplinare ideato dal Centro Universitario di Statistica per le Scienze Biomediche e realizzato in collaborazione con ricercatori della Facoltà di Psicologia di UniSR e della Facoltà di Biomedicina dell’Università della Svizzera Italiana (USI). Si tratta di un'analisi quali-quantitativa dell’impatto delle tecnologie digitali sull’immagine che i giovanissimi hanno di loro stessi: il focus riguarda in particolare gli eventuali disagi psicologici causati sui ragazzi in età pre e post adolescenziale. I risultati sono stati presentati presso l'Aula Newton dell’Università Vita-Salute San Raffaele nel corso di un evento del Festival della Statistica e della Demografia 2024, promosso dalla Società Italiana di Statistica (SIS), dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e dalla Società Statistica Corrado Gini. Nel 2024 il progetto ha coinvolto, tramite sondaggio somministrato online, oltre 1.600 partecipanti: 1.208 preadolescenti e adolescenti (12-21 anni), 399 giovani adulti (18-30 anni).

I risultati dello studio sui selfie

L’uso dei social si conferma molto diffuso nei ragazzi, ma contrariamente al pensiero comune non è causa di isolamento, non più. Da parte dei ragazzi c'è piuttosto il desiderio di fare comunità. Dallo studio emerge, infatti, che i preadolescenti e gli adolescenti li usano prevalentemente per comunicare tra loro, per interagire con amici, conoscenti, famiglia, personaggi famosi di loro interesse, influencer. Il bisogno narcisistico di farsi vedere sta andando a scemare, soprattutto tra i giovanissimi.

Lo studio si è soffermato molto sull'immagine che i giovani hanno di loro stessi e come vivono la pratica del selfie, la versione moderna dell'autoscatto. I selfie preferiti dagli adolescenti sono quelli allo specchio, scattati con amici, ad un evento e in gruppo, a conferma che le tecnologie digitali sono viste come il mezzo per fare community e restare in continuo contatto, per avere ricordi con le persone care. La classifica cambia nei giovani adulti, che amano immortalarsi, nell’ordine: con il proprio animale domestico, ad un evento, con gli amici e davanti a un panorama o a un monumento. Per loro è importante la narrazione, il racconto del "cosa sto facendo, con chi sono e dove sono". Perde punti il selfie narcisistico, quello in cui ci si ritrae da soli per puro esibizionismo, a prova del fatto che l‘ossessione per la propria immagine è un concetto che non appartiene alle nuove generazioni.

Chi usa il fotoritocco e edita le foto

I selfie vengono editati dal 43.7% dei preadolescenti e degli adolescenti che li scattano, percentuale che si alza al 48.8% nei giovani adulti: principalmente lo fanno in nome della cosiddetta beautification, ovvero la volontà di apparire secondo i canoni estetici. Così non è per i giovanissimi, i quali procedono con l'editing solo per abitudine o quando non sono soddisfatti dell'immagine, più che del loro aspetto. Tra chi edita, il 43.4% degli adolescenti e preadolescenti e ben il 64.4% dei giovani adulti, si preoccupa raramente o mai che il proprio volto si uniformi ad un modello standard. La generazione 2.0 è la più attenta a valorizzare le diversità, senza premiare l'omologazione estetica.

Quali sono le app più usate

WhatsApp è l’App di messaggistica istantanea preferita. Cambia, invece, l'uso dei social in base all'età: TikTok, YouTube, Instagram e BeReal sono i più amati nella fascia di età 11-13, mentre nella fascia 14-18 c'è al primo posto Instagram, seguito da TikTok, YouTube e BeReal. Tra i 18 e i 30 anni, i più popolari sono Instagram, TikTok, YouTube e Facebook, quest’ultimo completamente assente nei gusti dei giovanissimi.

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