Cento anni di Maria Callas, lo stile della diva greca che conquistò l’opera e la moda
Cento anni fa nasceva Maria Callas. Un secolo che non ha scalfito l'icona, ancora oggi ammirata da appassionati di opera e non, a cui il Teatro alla Scala ha dedicato una mostra. Una donna la cui vita, spesso sulle prime pagine dei giornali, è stata segnata da un'eterna infelicità, una malinconia che l'ha accompagnata fin da bambina e che non l'ha mai abbandonata fino alla sua morte, in solitaria, nel suo appartamento di Parigi. Rimpianti e rimorsi, una famiglia che non è mai riuscita a costruire, amori tragici e tormentati, la Divina incarnava nella realtà le donne narrate nelle opere di cui era protagonista, un'esistenza segnata dal dramma, sul palco come nella vita. Mitologica, come le sue origini greche, talmente leggendaria da non perire nemmeno con la morte. "Era quasi una persona immortale incarnata nell'arte lirica", aveva raccontato Riccardo Muti. Una frase azzeccata, Maria Callas sopravvive nella cultura di massa, un fenomeno che è riuscito a rendere democratico qualcosa di elitario come l'opera lirica, una donna divina, nella voce e nello stile.
La nascita del mito della Divina
Nata a New York il 2 dicembre 1923 la piccola Callas visse fin da subito la competizione con la sorella Jackie, ammirata per la sua grazia e bellezza, mentre lei, con il suo carattere introverso era considerata "il brutto anatroccolo della famiglia". Un'insicurezza che la accompagnerà a lungo e che riuscirà a compensare solo grazie alla sua voce, che si rivela al tempo stesso dono e croce. Maria Callas rinuncia a infanzia e giovinezza, intraprendendo uno studio sfiancante ed estenuante che la porta ad esibirsi all'Arena di Verona, dove conosce colui che diventerà suo marito, l'industriale Giovanni Battista Meneghini che gli farà anche da manager, contribuendo così al successo della soprano.
Maria Callas, da "matrona in pelliccia" a una delle donne meglio vestite al mondo
La cantante lirica stava conquistando i teatri di tutto il mondo, ma non aveva ancora conquistato se stessa: non amava il suo aspetto, quel corpo pesante le stava stretto. "Mi trovai davanti una matrona in visone, tremendo il cappello, guancia vermiglia e labbra gonfie", scrive Camilla Cederna. Maria Callas torna sulle scene visibilmente dimagrita, il pubblico stenta a riconoscerla. Una perdita di peso talmente repentina che si diffuse la leggenda che fosse dovuta alla tenia, volutamente ingerita dalla cantante. Da donna imponente e sgraziata, diventa emblema di eleganza, nasce l'icona mediatica, la diva capricciosa e sempre ben vestita.
A farla diventare oggetto dell'attenzione dei tabloid ha contribuito Elvira Leonardi Bouyeure, detta Biki, nipote di Giacomo Puccini che vestiva alcune delle donne più famose dell'epoca. Assieme al couturier francese Alain Reynaud, Biki ridefinisce lo stile di Maria Callas, rifacendole il guardaroba e trasformandola nell'incarnazione dell'eleganza. Maria Callas impersona alla perfezione il New Look di Christian Dior. Scena dal palco, la soprano abbandona i pomposi abiti di scena per abbracciare uno stile semplice e sofisticato, pantaloni a sigaretta, camicia di seta, gonna a matita tacco basso.
La folta chioma sempre accuratamente raccolta è spesso coperta da cappelli o foulard, lo sguardo nascosto sotto un paio di occhiali da sole dalle lenti scure e un accessorio che non ha mai abbandonato, i guanti, da giorno o da sera, rimanevano il suo segno distintivo. E poi ancora cappotti in tweed, boleri, turbanti e abiti con lo strascico che lasciarono di stucco persino Yves Saint Laurent. Contrapposta ai lineamenti delicati delle dive di Hollywood, Maria Callas impone un altro tipo di grazia, quella dei suoi antenati, quei lineamenti marcatamente greci che la rendono più profonda ed espressiva di qualunque attrice. La stampa americana la inserisce tra le dieci donne più eleganti al mondo e nel 1958 ottiene l'Abito d'oro, un premio dedicato alla signora più raffinata di Milano. Camilla Cederna deve ritrattare, in un articolo su L'Europeo del 31 ottobre 1954 afferma: "Maria Meneghini Callas, sempre più sottile, sempre più bella".
L'epilogo di una tragedia greca
Una bellezza che non lascia indifferente il magnate Aristotele Onassis, che la conosce a una festa in maschera a Venezia nel 1957. È l'inizio della fine. Callas si separa dal marito e inizia un rapporto travagliato che la lascia inerme quando lui nove anni dopo, sceglie di sposare Jackie Kennedy, da poco rimasta vedova. In quel periodo conosce Pier Paolo Pasolini, che la sceglie per interpretare Medea nel suo film omonimo. Tra i due nasce una relazione platonica, un amore impossibile in cui Maria Callas ha sempre voluto credere, sperandoci fino alla fine. "Oltre a mia madre, è l'unica donna che abbia mai amato", afferma il regista parlando di lei.
Ma la Divina non è destinata al lieto fine, la sua carriera da cantante lirica si sta piano piano sgretolando, ha sempre meno forza, sempre meno voce, inizia a dare forfait ai concerti e si chiude in se stessa. Pier Paolo Pasolini viene assassinato sul lungomare di Ostia il 2 novembre del 1975, Maria Callas lo piange molto, ma il suo cuore, già da tempo malato, non resiste a lungo, spirando a Parigi il 16 settembre 1977, a soli 53 anni. In piena solitudine.