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C’è sempre un ricordo d’infanzia legato a Barbie, nei cuori di adulti e bambini da 65 anni

Sono 65 anni splendidamente portati per Barbie, nata nel 1959 da un’intuizione di Ruth Handler. Da allora è la migliore amica di generazioni di bambini.
A cura di Giusy Dente
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Generazione dopo generazione, non c'è bambino nato negli ultimi 65 anni che non abbia un ricordo d'infanzia legato a Barbie, la bambola più famosa del mondo. C'era nei pomeriggi di gioco con l'amichetta del cuore, c'era nella lista di regali da mandare a Babbo Natale, si stava ore a piangere per un "no" alla richiesta dell'ennesimo acquisto, ci si scambiava i vestitini tra cugine e guai a perdere anche solo una scarpetta! Chi giocava con Barbie decenni fa, oggi vede ancora l'amata bambola tra le mani dei nipoti, perché ora come allora resta una compagna di giochi irrinunciabile. A lei, che porta splendidamente i suoi 65 anni, è dedicata la mostra BARBIE: A Cultural Icon Exhibition.

Una mostra per celebrare la bambola

Per omaggiare questi 65 anni di storia arriva a Milano la mostra BARBIE: A Cultural Icon Exhibition, aperta al pubblico dal 13 settembre in via Paolo Sarpi 6/8 e visitabile fino al 19 gennaio 2025. Nata dalla collaborazione tra Mattel e Next Exhibition, è una full immersion nel mondo della bambola che attraversa più decenni, percorrendo parallelamente anche le evoluzioni sociali, culturali, stilistiche che si sono avute di questo arco di tempo. Il percorso, infatti, è anche un approfondimento sulle tendenze della moda dagli anni Sessanta a oggi: Barbie quei decenni di trasformazioni li ha attraversati tutti. Il viaggio si compone di oltre 200 bambole, provenienti da collezioni private.

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C'è la prima Barbie prodotta nel 1959 (con l'iconico costume a righe e gli occhiali da sole), c'è la prima Dreamhouse del 1962, c'è la bambola realizzata nel 2024 per il 65esimo anniversario (il cui abito principesco forse non a caso richiama i colori della prima Barbie). Incantevoli le Barbie vestite da Oscar De la Renta, dei capolavori in miniatura. Alcune delle Barbie esposte sono quelle i cui costumi sono stati recentemente ripresi da Margot Robbie durante il press tour del film dedicato alla bambola, per esempio l'outfit total black firmato Schiaparelli oppure il mini dress coloratissimo di Barbie Totally Hair.

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Come è cambiata Barbie nel tempo

Prodotta da Mattel nel 1959, Barbie è nata da un'intuizione di Ruth Handler. All'epoca non c'era niente di simile sul mercato: esistevano le bambole (a immagine di bambino), ma non c'erano giocattoli che avessero le sembianze di un adulto. Eppure il successo fu travolgente. Ciò che proponeva era un modello di perfezione a cui le bimbe ambivano, a cui guardavano pensando di voler essere così una volta diventate grandi. Negli anni Sessanta Barbie si è trasformata nelle più importanti figure femminili dell’epoca e ha fatto la sua comparsa Ken (1961).

Barbie Superstar 1977
Barbie Superstar 1977

In seguito la sua fortuna è stata quella di aprirsi a mille sfumature, mille personalità, tutte rappresentative delle possibilità aperte dinanzi alle bambine. Ecco perché se all'inizio le sue carriere lavorative erano molto tradizionali, negli anni Settanta si sono fatte avanti le professioni più disparate. Barbie Chirurgo è nata in un periodo in cui pochissime donne studiavano Medicina, perché era un lavoro considerato prettamente maschile. Mattel invece dice alle bambine: potete farlo anche voi, facendosi promotrice della parità dei sessi nell’ambito lavorativo. Il curriculum di Barbie da quel momento si è allungato a dismisura: istruttrice di yoga, dentista, veterinaria, pilota, bagnina, vigile del fuoco, hostess, ingegnere, giornalista.

Black Barbie 1980
Black Barbie 1980

Gli anni 2000 sono stati quelli della svolta. Quando l'immagine di Barbie si è configurata come irrealistica e inarrivabile, l'azienda è stata pesantemente criticata e ha coraggiosamente fatto un'inversione di rotta. Il progetto di rebranding che ha investito il marchio ha puntato molto sui valori e gli ideali in primis, mettendo in secondo l'estetica. La perfezione ha fatto posto alla diversità, concetto su cui l'azienda ha puntato in modo massiccio mettendo sul mercato per esempio le versioni curvy, tall e petit, più simili alle donne vere (linea Fashionistas). Questo processo viene raccontato nel documentario Tiny shoulders. Rethinking Barbie della piattaforma statunitense Hulu. Messi da parte gli stereotipi, l'azienda si fa portavoce di due messaggi in particolare, veicolati in due spot diventati famosissimi: "You can be anything" e "A Doll Can Help Change The World". La linea Fashionistas si è poi ampliata con il primo Ken con vitiligine, la Barbie non vedente, quella con l'apparecchio acustico, in sedie a rotelle e tante altre. Per avvicinarsi ancora di più alla realtà e celebrare le grandi donne, ciascuna con la sua peculiarità, hanno fatto la loro comparsa anche le bambole a immagine e somiglianza di grandi donne dell'attualità promotrici di cambiamento e inclusione: quella dedicata a Samantha Cristoforetti, quella con le fattezze de L'Estetista Cinica, per invitare le giovani donne a lottare per i propri sogni.

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Perché tutti amano Barbie

In questi 65 anni Barbie è stata capace di entrare in tutte le case, di rendere felici milioni di bambini, che in lei hanno visto la loro proiezione, il prolungamento dei loro sogni. Stringerne una tra le mani significava dare vita a innumerevoli storie: potenzialmente non c'era limite alla fantasia, ci si poteva sbizzarrire diventando chiunque, inventando un mondo intero senza muoversi dalla propria cameretta. Oggi quegli stessi bambini (diventati adulti) continuano a portare Barbie nel cuore, perché ha segnato in modo indelebile la loro infanzia e lo stesso vale per i loro figli e nipoti, che continuano a sceglierla. L'iconica bambola è molto più di un giocattolo: è la bandiera della forza femminile, dell'indipendenza, della tenacia, della determinazione, della volontà di inseguire i propri sogni e realizzarli.

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