Caroline Daur a Cannes 2023 “imita” Chiara Ferragni: sul red carpet indossa l’abito col corpo dipinto
Continua il successo della 76esima edizione del Festival di Cannes, uno degli eventi più attesi dell'anno nel mondo del cinema che fino al 27 maggio vedrà diversi registi e attori presentare i loro film in anteprima mondiale. Ieri è stato il turno del capitolo finale di Indiana Jones, la pellicola si intitola Indiana Jones And The Dial Of Destiny e si preannuncia un successone al botteghino. Le star che hanno calcato il red carpet sono state moltissime e in molte hanno celebrato la femminilità, da Karlie Kloss col pancione ad Adriana Lima, una meravigliosa neomamma con maxi scollatura e strascico. A loro si è aggiunta Caroline Daur, che per l'occasione ha sfoggiato un look particolarmente noto al pubblico italiano.
Chi ha firmato l'abito dipinto di Caroline Daur
Per calcare il red carpet della terza serata del Festival di Cannes Caroline Daur ha curato il suo stile nei minimi dettagli, puntando sul surrealismo di Schiaparelli. Ha sfoggiato un lungo abito in seta celeste, un modello a girocollo dalla silhouette dritta, la cui particolarità sta nel fatto che sul davanti è dipinto con delle pennellate total gold a effetto body painting che riproducono le forme femminili. Non sono mancati i tacchi a spillo, per la precisione un paio di décolleté con le punte a forma di dita dei piedi in oro (sempre di Schiaparelli), e i gioielli preziosi. I bracciali e gli orecchini pendenti sono tutti rigidi e gold e sono firmati da Elsa Peretti x Tiffany&Co.
Il significato dell'abito body painting
Per quale motivo l'abito col seno dipinto ci sembra essere "già visto"? Perché Chiara Ferragni lo aveva indossato durante la finale del Festival di Sanremo 2023, in occasione della quale si era affidata proprio alla Maison Schiaparelli. All'epoca sui social spiegò anche il messaggio rivolto alle donne nascosto dietro quella precisa scelta di stile: l'imprenditrice prese ispirazione dall'artista francese Yves Klein (1928-1962) e dalle sue tre Antropometrie, opere in cui le modelle si coprivano di colore per poi stendersi sulla tela lasciando così l'impronta dei loro corpi. L'obiettivo di Chiara? Far riflettere sulla necessità di rinnovare il ruolo della donna nella società contemporanea, dicendo addio alla donna manichino e accogliendo l'idea di una donna libera.