Brooklyn Beckham e Nicola Peltz sono ufficialmente marito e moglie: con una sontuosa cerimonia a Miami si sono scambiati le fedi, le promesse nuziali e anche…i cognomi. Ha fatto molto scalpore la decisione del figlio di David e Victoria Beckham di aggiungere al suo nome il cognome della moglie, la modella ereditiera Nicola Peltz. Molti giornali l'hanno salutata come una svolta "moderna" e "femminista", dimenticandosi però di aggiungere che anche anche la moglie ha aggiunto, in maniera più ortodossa, il cognome del marito al suo. Insomma, ora hanno lo stesso cognome e si presentano al mondo come i signori Peltz Beckham. Una decisione che scardina le usanze tradizionali, ma non è né unica né storica. Anzi.
L'usanza di prendere il cognome del marito è molto radicata nei paesi anglosassoni: negli Stati Uniti le donne cambiano addirittura i documenti, diventando un'altra persona. Lo sanno bene gli appassionati di serie tv statunitensi: la Bree Van De Kamp di Desperate Housewives conserva il cognome del primo marito anche da vedova, così come la divorziata e rimaritata Lily Van Der Woodsen di Gossip Girl. In Italia invece il codice civile prevede l'aggiunta del cognome del marito al proprio (fino al divorzio o alla morte) ma è una scelta, non un obbligo. Sicuramente, anche in Italia, è molto raro che un uomo prenda il cognome della moglie come ha fatto Brooklyn Beckham. Parità assoluta tra i due coniugi quindi: entrambi porteranno il doppio cognome. La decisione non è ancora stata ufficializzata all'anagrafe, ma su Instagram i due già si firmano "Mr and Mrs Peltz Beckham".
Beckham però non è il primo uomo a prendere questa decisione: il capostipite di questa tradizione è John Lennon, che dopo le nozze con Yoko diventò John Winston Ono Lennon. Anticonformisti, ma più avanti negli anni, sono stati Jack e Meg White dei White Stripes, dove il cognome del duo è quello di lei, non di lui. I due non hanno mai chiarito il fatto di essersi sposati o meno, ma sicuramente è interessante che sia lui a prendere il nome di lei, e non viceversa. La decisione di Brooklyn Beckham sicuramente riflette un enorme cambiamento culturale: in un matrimonio i due coniugi hanno pari valore. Ma immaginatevi che gesto storico sarebbe stato se Brooklyn avesse voluto abbandonare il cognome del padre superstar per prendere quello della moglie, diventando "il signor Peltz". Si dirà che nessuno dovrebbe rinunciare al suo cognome per il matrimonio. Giusto, ma è anche vero che l'esigenza nasce da un discorso di praticità: se la somma dei due cognomi va avanti di figlio in nipote, di matrimonio in matrimonio, la situazione diventa ingestibile nel giro di poche generazioni. Forse sarebbe più semplice che ognuno si tenesse il suo, ma qui ci perdiamo nei meandri della legge e non è la materia di chi scrive. Una cosa è certa: ci volevano due sposi giovani e innamorati per far capire che l'epoca del patriarcato romantico in stile Bridgerton è definitivamente conclusa.