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Blanco e Mahmood nudi: il volto di una nuova mascolinità che non ha paura di spogliarsi

La nudità maschile sui giornali è ancora l’eccezione, più che la regola: Mahmood e Blanco senza vestiti in copertina sono un manifesto di libertà.
A cura di Beatrice Manca
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Nudo con i brividi, cantavano Mahmood e Blanco a Sanremo 2022 (vincendolo). E nudi ora lo sono davvero, sulla copertina di Vanity Fair in uscita il 23 febbraio. I due vincitori di Sanremo posano in una foto in bianco e nero come santi molto molto carnali, profeti di un mondo nuovo dove tutto è fluido, libero, autentico. Di fronte all'obiettivo di Luigi&Iango Blanco e Mahmood si sono messi completamente a nudo, fuori di metafora: restano solo due colombe bianche, come nell'iconografia di San Francesco, in un potente ritratto tra il sacro e il profano. Una copertina che ci racconta una nuova generazione, dove il corpo (maschile o femminile) è una forma di espressione, non solo di seduzione.

Perché Blanco e Mahmood sono nudi in copertina

A scattare la copertina di Vanity Fair sono stati Luigi & Iango, duo creativo celebre per le copertine di Vogue e leggendari servizi in bianco e nero. Via i mantelli di Valentino, le camicie in pizzo e i completi oversize di Prada e i look ci hanno fatto sognare durante le serate di Sanremo 2022: Blanco e Mahmood sono nudi come marmi greci, fuori dal tempo e dalle epoche. Una scelta non del tutto inaspettata per due artisti dallo stile anticonvenzionale come loro. Mahmood sfida gli steroetipi di genere indossando una gonna sul palco, mentre Blanco è decisamente a suo agio con la nudità. Il cantante 19enne ha fatto dei boxer una firma di stile: ha scritto un album in mutande e si è perfino esibito con la giacca firmata Valentino ma senza pantaloni. Il suo nudo non è mai erotico o provocatorio: è il suo modo di essere, anche quando nessuno lo fotografa. Carnale, passionale, autentico: Blanco si mette a nudo metaforicamente (e non) per spogliarsi da costrizioni, aspettative, etichette.

La (breve) storia del nudo maschile sui giornali

In qualche modo, la loro nudità ha anche un valore politico: per anni sono state solo le donne a spogliarsi in copertina per il piacere dello sguardo maschile. Gli uomini – tranne rare eccezioni – posavano nei loro "power suits", che fossero i completi firmati da businessman o le divise da calcio. Solo nel 1972 Cosmopolitan pubblicò il primo nudo maschile su un giornale (era l'attore Burt Reynolds) facendo annuire soddisfatte le femministe. Oggi i casi si moltiplicano, dagli attori alle stelle dello sport. Emancipazione? Parità dei sessi? Un po' di sano voyeurismo? In questo caso, possiamo dirlo senza indugi: la copertina di Vanity Fair è un inno alla libertà. Blanco e Mahmood non hanno bisogno di cravatte o giacche doppiopetto per affermare il loro valore. Ogni abito che indossiamo è in parte un travestimento: racconta qualcosa di chi lo indossa, vero o finto che sia. I vincitori di Sanremo ne fanno a meno: vogliono raccontarci cosa fanno ma chi sono. Vediamo la loro essenza, la loro arte, la loro anima. Benvenuti nel mondo nuovo, dove gli uomini non hanno più paura di mettersi a nudo.

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Nata a Roma nel 1992 e cresciuta a pane e libri a Viterbo, sono giornalista professionista dal 2019. In tasca una laurea in Editoria e un master in giornalismo alla Scuola Rai di Perugia. Lavoro a Fanpage nella sezione Stile e Trend. Mi occupo di questioni di genere e di moda, con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale. Prima al Fattoquotidiano.it e Fq Millennium.
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