Bella Hadid fuori da uno spot dopo le critiche di Israele, la modella palestinese: “Sempre col mio popolo”
Dopo giorni di attesa, Bella Hadid ha rotto il silenzio e ha deciso di dire la sua sulla vicenda he l'ha vista coinvolta in prima persona. La modella era stata scelta come testimonial per una campagna Adidas, ma il brand ha poi preso la drastica decisione di rimuoverla da questo spot, in seguito alle polemiche sollevate dal governo di Israele, che si era pubblicamente esposto in modo critico sulla sua presenza. La 27enne su Instagram ha condiviso un lungo messaggio in cui spiega la sua versione dei fatti.
Cosa è successo tra Adidas e Bella Hadid
Bella Hadid era stata scelta da Adidas come testimonial per la campagna pubblicitaria dedicata al lancio delle scarpe da ginnastica SL72. La campagna era stata lanciata a inizio mese, in concomitanza con il 52esimo anniversario dei Giochi di Monaco. Quell'edizione delle Olimpiadi è ricordata nel segno della tragedia: terroristi palestinesi del Settembre Nero fecero irruzione e massacrarono atleti e allenatori israeliani. La presenza di Bella Hadid, che è proprio di origini palestinesi, ha immediatamente suscitato un'ondata di polemiche. L'accostamento con i Giochi di Monaco è risultato fuori luogo. Lo ha fatto notare anche l'American Jewish Committee, che ha condannato il coinvolgimento della modella nella campagna a causa delle sue esplicite posizioni pro Palestina anche in merito a quanto sta accadendo a Gaza, durante la guerra tra Israele e Hamas. Adidas a quel punto ha rimosso la modella dalla campagna. L'azienda si è in seguito anche scusata "per qualsiasi turbamento o disagio causato alle comunità in tutto il mondo", facendo riferimento a un "errore involontario".
La risposta di Bella Hadid
Bella Hadid su Instagram ha condiviso un lungo messaggio in merito al suo coinvolgimento nella campagna e alle reazioni che sia questo che l'estromissione hanno suscitato. Hadid ha scritto nelle Stories:
Non mi impegnerei mai consapevolmente in un'opera d'arte o in un'opera legata a una tragedia orribile di alcun tipo. Prima dell'uscita della campagna, non ero a conoscenza del collegamento storico con gli atroci eventi del 1972. Sono scioccata, arrabbiata e delusa dalla mancanza di sensibilità che è stata messa in atto in questa campagna. Se ne fossi stata informata, dal profondo del mio cuore, non avrei mai partecipato.
Ha anche aggiunto che chi di dovere (sia il suo team che Adidas) avrebbe dovuto fare più ricerche, documentarsi meglio. Ha poi continuato:
Come ho sempre fatto e farò sempre, ho parlato di ciò che ritengo sbagliato. Mentre le intenzioni di tutti erano di fare qualcosa di positivo e unire le persone attraverso l'arte, la mancanza di comprensione collettiva da parte di tutte le parti ha minato il processo. Non credo nell'odio in nessuna forma, incluso l'antisemitismo. Ciò non vacillerà mai e sostengo questa affermazione nella misura più ampia possibile.
A proposito del suo Paese d'origine ha aggiunto:
La Palestina non è sinonimo di terrorismo e questa campagna ha involontariamente evidenziato un evento che non rappresenta chi siamo. Sono una donna palestinese orgogliosa e c'è molto di più nella nostra cultura rispetto alle cose che sono state equiparate la scorsa settimana. Starò sempre al fianco del mio popolo palestinese continuando a sostenere un mondo libero dall'antisemitismo. L'antisemitismo non ha posto nella liberazione del popolo palestinese. Sosterrò sempre la pace sulla violenza, ogni giorno. L'odio non ha posto qui e difenderò sempre non solo il mio popolo, ma ogni persona nel mondo.