Barbie ci ha fatto rivalutare la visita dal ginecologo: se ci va lei puoi farlo anche tu
La visita dal ginecologo non rientra certamente nella top five delle cose più divertenti da fare per trascorrere un sabato pomeriggio in spensieratezza, ma è un gesto importante, di amore verso se stessi. Molte donne vivono questo momento con particolare ansia, spesso addirittura con vergogna, con imbarazzo: arrivano su quel lettino del tutto impreparate, impaurite, senza alcuna conoscenza del proprio corpo. C'è sempre stata molta tensione intorno all'argomento, come se fosse qualcosa di peccaminoso: quando si tratta di sessualità improvvisamente tutto assume un'aura scura, si parla sottovoce, si bisbiglia per non farsi sentire. E poi arriva Barbie, che smonta questo scenario presentandosi nello studio del ginecologo con un sorriso smagliante, come se stesse per entrare piuttosto in gelateria. Il finale del film campione d'incassi di Greta Gerwig, con Margot Robbie protagonista, ha ribaltato l'idea della visita ginecologica e la figura del ginecologo. Lo conferma anche uno studio.
Barbie porta le donne dal ginecologo
Quando lascia Barbie Land per vivere nel mondo reale, Barbie scopre l'esistenza dei genitali, scopre che esiste il ginecologo e che deve sottoporsi periodicamente a visita ginecologica. Per lei è una novità assoluta e la accoglie con un (eccessivo forse) entusiasmo. La scena finale del film, che la vede appunto entrare nello studio del medico, ha condizionato l'immaginario femminile in merito ai controlli dal ginecologo.
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open ha scoperto che il finale del film ha influenzato l'interesse e le ricerche online relativi alla ginecologia. Gli autori dello studio hanno scoperto che nella settimana successiva all'uscita del film (nel luglio 2023) c'è stato un aumento di circa il 51% delle ricerche per parole chiave come "ginecologo" e "ginecologia". I ricercatori hanno anche notato un aumento di ricerche su "definizione di ginecologo" oppure "cosa fa un ginecologo": addirittura +154% rispetto alle ricerche di definizione della settimana precedente.
I ricercatori hanno intuito l'impatto avuto dalla scena finale del film sui comportamenti del pubblico in materia sanitaria. Per questo hanno ben pensato di esaminare l'effetto "Barbie" sull'interesse delle donne verso la loro salute riproduttiva. Non è una novità. Qualcosa di simile si era visto per esempio quando Angelina Jolie pubblicò un saggio sul cancro al seno: portò a un aumento del 64% dei test genetici, come fanno notare gli autori nello studio.
"Rendendo questi argomenti meno astratti, spaventosi o intimidatori, semplicemente accennando ad essi nei film e nelle cose che le persone consumano nella loro vita quotidiana, si aiuterà anche le persone a essere più consapevoli di qualcosa che le donne affrontano nella loro vita quotidiana" ha affermato Eva Sénéchal, autrice principale dello studio e ricercatrice laureata presso la McGill University di Montreal.
Ovviamente, difficile dire se la ricerca si sia tradotta poi effettivamente in appuntamenti fissati dal ginecologo, anche perché magari le ricerche provenivano da bambine o da chi non necessita di cure ginecologiche. "Non sappiamo se questo avrà un impatto sulle persone che fisseranno appuntamenti in futuro, perché non sappiamo chi ha cercato queste cose, ma è possibile – ha aggiunto la ricercatrice – Immagino un ragazzino di 12 anni che va a vedere questo film con sua sorella e non ha mai sentito questo termine prima. E forse è così che ottiene la motivazione per imparare di cosa si tratta. Anche se non ne hai bisogno, sapere cose sulla salute delle donne è importante per essere un buon amico, parente e partner per una donna. Quindi penso che sia fantastico per l'alfabetizzazione sulla salute pubblica".
In fondo lo aveva detto proprio la regista Greta Gerwig a USA Today, in un'intervista del luglio 2023. Aveva spiegato: "Quando ero un'adolescente, ricordo che crescendo mi vergognavo del mio corpo, e mi vergognavo in un modo che non riuscivo nemmeno a descrivere. Mi sembrava che tutto dovesse essere nascosto". Da qui la famosa scena finale, pensata proprio come un tentativo di "dare alle ragazze la sensazione che: anche Barbie lo fa". E quindi possiamo e dobbiamo farlo anche noi.