Abiti che sembrano fatti di stracci vecchi attaccati tra loro, tubini realizzati con jeans o cinghie e ancora longdress creati con felpe street, maglie da calcio o giacche a vento. Così Demna, Direttore Creativo di Balenciaga, distrugge, dall'interno, l'Haute Couture, così abbatte gli stereotipi di quella Moda, Alta e Sartoriale, che nell'immaginario comune è fatta di preziosi ricami, abiti principeschi, tessuti pregiati e ricami unici fatti a mano.
Alla Settimana dell'Alta Moda di Parigi va in scena una nuova provocazione di Balenciaga e del suo designer che, addirittura, osa far sfilare sulla passerella Couture una collezione Autunno/Inverno 2024-2025 che di sartoriale e pregiato sembra avere poco o nulla. Sì, perché Demna prende le sue amate felpe con il cappuccio e le shirt da calcio Umbro in tessuto sintetico per creare le spalle e il bustino di un vestito da sera mono spalla. Utilizza le maniche di felpe colorate per legarle tra loro e comporre un tubino.
Ricrea i celebri cappelli a falda larga di Cristòbal Balenciaga coprendoli con T-shirt invecchiate e materiali plastici. Costruisce look con tessuti dorati che ricordano la carta stagnola oppure avvolge il corpo con una nuvola di tulle che nasconde la silhouette senza rendere palesi le linee e la costruzione dell'abito. Non mette in mostra lavorazioni e tagli accurati, li nasconde. Dunque fa tutto il contrario di quello che la Couture solitamente fa.
Balenciaga distrugge le stanze più sacre della moda, quelle Couture. Lo fa ribaltando completamente le regole. E' raro vedere su una passerella d'Alta Moda un piumino o un completo in denim o una felpa stampata. Demna dialoga e scrive con la lingua e con i simboli che conosce meglio, quelli della street culture e porta nei saloni parigini più snob una realtà dura, sporca, ruvida, meno patinata e scintillante, fatta di jeans oversize e bomber dalle spalle cadenti.
Sta qui la sua genialità. In un mondo in cui tutto è già stato fatto e tutto e già stato detto, Balenciaga riesce a dire qualcosa distruggendo i canoni di bellezza contemporanea, sovvertendo le regole del buon gusto, modificando i dettami ben codificati dell'Alta Moda.
Quella di Demna per Balenciaga è una moda straniante, la sua felpa su una passerella Couture rappresenta uno squarcio su una tela, una distruzione della materia Alta che porta a dare valore e significato ai "semplici stracci". La distruzione stessa è un significato. La ribellione è significato. Il gesto di rottamare per ricreare è un gesto ricco di significato.
Perché tutto questo dovrebbe piacerci? Come si può apprezzare un vestito fatto di stracci rispetto a un modello con ricami preziosi? La risposta è: non dobbiamo. E' possibile però leggere oltre e ascoltare le sensazioni stranianti che una sfilata com quella Couture A/I 24-25 di Balenciaga può provocare. Abbiamo bisogno del bello, del sereno, del lineare. Necessitiamo, però, del caos che porta a un nuovo ordine, abbiamo bisogno di vivere anche il dolore del brutto, di ascoltarlo e capirlo. Questo sembra volerci sbattere in faccia con i suoi "abiti brutti" Demna. E se una cosa che ci appare senza senso, brutta, inconsueta, ci spinge a immaginare nuove possibilità, ci smuove dall'immobilismo del consueto, ecco come anche un vestito brutto assume un significato immenso.