Balenciaga dopo le foto choc: non ci saranno azioni legali ma donazioni a enti per l’infanzia
Tira aria di tempesta, nella Maison Balenciaga, finita al centro di una polemica che non accenna a placarsi e che inevitabilmente ha costretto i vertici ad esporsi su quanto accaduto. La campagna natalizia della Casa di moda si è rivelata un passo falso: il pubblico si è indignato dinanzi a foto di bambini ritenute offensive e disturbanti, al limite della pedopornografia. Il ritiro delle immagini da parte dell'azienda non è bastato. La prima a parlare è stata Kim Kardashian, musa del direttore creativo Demna Gvasalia. Poi, dopo giorni di silenzio, è stato lo stilista stesso ad affidare ai social un messaggio ufficiale di scuse. Si è aggiunto anche Cedric Charbit, presidente e CEO di Kering, il Gruppo di cui la Maison fa parte.
Come è iniziato lo scandalo Balenciaga
La campagna natalizia Gift Shop di Balenciaga ha creato un putiferio. La Maison è corsa ai ripari scusandosi ed è stata costretta a prendere provvedimenti immediati, ritirando tutte le foto incriminate. Gli scatti, realizzati dal noto fotografo Gabriele Galimberti, ritraevano bambini circondati dagli Objects del brand. Però l'associazione tra l'infanzia e oggetti chiaramente appartenenti al mondo bondage non è affatto piaciuta al pubblico: si intravedevano cinghie, collari, orsacchiotti-fetish della collezione Primavera/Estate 2023.
La posizione di Kim Kardashian e Demna Gvasalia
Kim Kardashian, da tempo amica di Demna Gvasalia e sua musa, a pochi giorni dallo scandalo che ha coinvolto la Maison ha preso una posizione netta e chiara. L'imprenditrice, che è solita sfoggiare le creazioni del brand in tutte le grandi occasioni, ha affidato ai social un lungo messaggio in cui si è detta profondamente disturbata dalle foto della campagna. L'influencer ha a chiare lettere scritto di voler rivalutare il suo rapporto con la Casa di moda: taglierà definitivamente i rapporti con il marchio o continuerà ad indossarne gli abiti?
Dopo di lei Demna Gvasalia ha voluto in prima persona rilasciare una dichiarazione e si è assunto la piena responsabilità dell'accaduto. Innanzitutto lo stilista si è scusato: "Non era appropriato che i bambini promuovessero oggetti che non avevano nulla a che fare con loro. Per quanto a volte mi piace provocare un pensiero attraverso il mio lavoro, non avrei mai avuto intenzione di farlo con un argomento così orribile come l’abuso sui minori che condanno". Ha poi parlato a nome dell'azienda: "Balenciaga garantisce che verranno prese misure adeguate per evitare che si commettano errori simili in futuro ma farà anche tutto ciò che può per proteggere il benessere dei bambini".
La dichiarazione di Cedic Charbit
Non poteva mancare la dichiarazione di Cedric Charbit, presidente e CEO di Kering. L'amministratore delegato del Gruppo attraverso i social ha fatto le sue scuse e si è assunto le sue responsabilità. Ha poi condiviso alcune delle future iniziative che ha in mente: una riorganizzazione del dipartimento che si occupa dell'immagine del brand, un nuovo sistema di controllo sui contenuti interni ed esterni, la revisione delle campagne. Charbit ha fatto sapere che Balenciaga non intraprenderà un'azione legale: non ci sarà la causa contro North Six e Nicholas Des Jardins di cui si era parlato a inizio settimana.
North Six è la società di produzione di Brooklyn che c'è dietro un altro servizio fotografico della Maison finito al centro delle polemiche, che vedeva Nicholas Des Jardins come scenografo. Questo caso si è acceso dopo le polemiche sulla campagna Gift Shop, ma riguarda una campagna precedente (che includeva Nicole Kidman, Isabelle Huppert e Bella Hadid come modelle). Proprio nella foto in cui posa Isabelle Huppert è stato notato, alle sue spalle, un libro d’arte di Michael Borremeans, la cui produzione include spesso bambini coinvolti in nudità, violenza, cannibalismo.
Un'altra iniziativa riguarda l'istituzione di un fondo da destinare alle organizzazioni di beneficenza che si occupano di bambini e infanzia. Il Ceo ha concluso ribadendo che Balenciaga non tollera nessun tipo di violenza né messaggio di odio.