Arancia Meccanica con abiti Gucci: è Alessandro Michele il Kubrick della moda?
Alessandro Michele è lo stilista italiano "significante" per eccellenza, da quando è stato scelto come Art Director della Maison Gucci è riuscito a creare interi mondi intorno a un abito o a un paio di scarpe. Sono questi mondi caotici, confusionari, ricchi di elementi distopici, che hanno decretato negli ultimi anni l'enorme successo del marchio italiano di proprietà del gruppo Kering. Le sfilate di Gucci affascinano perché sono sfaccettate e caleidoscopiche, simili a Wunderkammer in cui l'eleganza si mescola con il kitsch, le opere d'arte sono conservate insieme a oggetti di poco valore. Luoghi in cui il singolo elemento diventa significante se visto nell'insieme. Proprio come un frame di un film guadagna un senso o un altro nel momento in cui il montaggio crea significato.
Alessandro Michele ama accostare l'alto e il basso, la pop culture con ispirazioni "elevate" rubate alla letteratura, all'arte e al cinema. Ed è proprio al cinema che lo stilista ha rivolto lo sguardo per creare il concept della nuova campagna della collezione Exquisite, quella – per intenderci – del mash up tra Gucci e Adidas, presentata a febbraio durante la Milano Fashion Week. Non è la prima volta che Michele sceglie il cinema: la collezione precedente, intitolata Love Parade, aveva sfilato sulla Hollywood Boulevard ed era ricca di riferimenti alle star del cinema classico e alla vecchia Hollywood degli anni '50. Ora, l'universo distopico di Gucci si mescola con quello di Stanley Kubrick e l'eccesso di significato dei film del regista rivive nel video realizzato per il lancio della nuova collezione.
Mai scelta fu più azzeccata, dato che Kubrick è stato un regista che non ha costretto la sua arte nella fissità di un solo genere cinematografico. Passando dal dramma alla fantascienza, dall'horror al biopic storico, Kubrick i generi li ha esplorati praticamente tutti. L'astio kubrickiano verso l'immobilismo del singolo genere ci riporta alla moda mai lineare di Michele, in un paragone che senza dubbio farà storcere il naso ai cinefili. Come la moda di Michele, il cinema di Kubrick potrebbe essere definito fluido. Come nella cinematografia di Kubrick convivono storie o simboli opposti e contrastanti, così nello stile Gucci by Michele convivono elementi opposti e contrastanti che generano significato, anzi, eccesso di significato.
Nel video di lancio e nella campagna fotografica, firmata Mert e Marcus e realizzata sotto la direzione creativa di Alessandro Michele, rivivono le scene cult e i set iconici dei film di Kubrick, da Arancia Meccanica a Eyes Wide Shut, da Shining a 2001: Odissea nello spazio, fino a Barry Lyndon. Christopher Simmonds è l'Art Director della campagna, Thomas De Kluyver e Paul Hanlon hanno curato rispettivamente make up e hair.
Ogni set è meticolosamente ricostruito con tutti i dettagli dei film di Kubrick. Le scene kubrickiane diventano il luogo perfetto per quelle collezioni Gucci così ricche di significato. Si pensi ad esempio allo scatto in cui l'ormai celebre abito vittoriano bianco, logato Adidas by Gucci, perfettamente si inserisce nel set di Barry Lyndon. Gli elementi distopici delle collezioni di Michele si fondono dunque con le scene distopiche di Kubrick creando un legame tra l'arte dello stilista e quella del regista.
"Quando penso a un vestito non lo immagino mai separato dalla storia e dalla vita di chi lo indossa – afferma Alessandro Michele – Un abito, per me, non è mai solamente un pezzo di stoffa". Le collezioni di Michele sembrano sempre un film, pellicole in cui generi opposti si mescolano insieme per creare un crush semanticamente coerente. Proprio come Kubrick, Michele esplora i generi, mescola le ispirazioni per creare nuovo significato. Un significato altro oltre l'abito, un significato che ha valore dato che, per dirla con le parole dello stilista: "Un abito è lo strumento attraverso cui riusciamo a narrare chi decidiamo di essere, a mettere in forma i nostri desideri e il senso ultimo del nostro stare".