Anthony Loffredo, tatuaggi e operazioni estreme per trasformarsi in un alieno
"Ogni limite che supero è potere che guadagno", scrive Anthony Loffredo sul suo account Instagram, un profilo interamente dedicato a testimoniare la sua trasformazione. Il suo è un progetto ben preciso, che in questi anni di limiti gliene ha fatti superare tanti. Ma la strada, per arrivare alla meta, è ancora lunga. Il 33enne un po' di tempo fa ha dato avvio al Black Alien Project: lo metamorfosi del corpo in ogni sua parte, per "alienizzarsi". Attualmente si trova al 46% del percorso ed è ufficialmente entrato nella fase 3.
Come è nato il Black Alien Project
Anthony Loffredo sta portando avanti il suo progetto con convinzione. Ha iniziato sette anni fa e da allora il suo aspetto è radicalmente cambiato. Sui social sono poche, le foto che risalgono a quel periodo, antecedente la metamorfosi. Ha completamente stravolto il suo aspetto, tra tatuaggi e interventi chirurgici. Ha accettato anche di sottoporsi ad operazioni estreme, ma necessarie per essere il più possibile simile a un alieno nero: da testa a piedi la sua pelle è ricoperta di inchiostro, ma ha colorato di nero anche i bulbi. Inoltre ha tagliato la lingua per renderla biforcuta, si è fatto inserire una quarantina di impianti sottocutanei, ha rimosso narici e orecchie. Di recente si è anche fatto amputare due dita della mano per renderla più simile a un artiglio. Ma perché tutto questo?
Perché Anthony Loffredo vuole diventare l'alieno nero
La decisione di Anthony Loffredo è sicuramente radicale, ma l'ha fatta per stare bene con se stesso. A Mirror ha spiegato che è una questione di confidenza, perché sentiva di essere nato in un corpo a cui non apparteneva. Ma è anche un modo per innescare, nel suo piccolo, una sorta di rivoluzione sociale, che per qualcuno può fare la differenza: "Ci sono persone che mi hanno ringraziato perché si sentono più sicure. Che ora gli sguardi che ricevono da altre persone, non li infastidiscono più".
Questo è fonte di gioia per lui, lo fa stare bene, ma ha sinceramente ammesso che la sua drastica scelta lo ha esposto anche a certe discriminazioni che inevitabilmente lo fanno soffrire. Ha detto a LadBible TV: "Se voglio mangiare in un ristorante, a volte il cameriere dice che non posso stare sulla terrazza". Durante il podcast Club 113 ha raccontato di avere difficoltà nella vita di tutti i giorni che incidono molto.
Se da un lato sta facendo qualcosa per stare bene con se stesso, dall'altro la società gli rende le cose difficili: "È positivo perché sto meglio, ma bisogna sapere che c'è anche un lato oscuro. A volte le persone attraversano la strada pur di non incrociarmi e ho difficoltà a trovare un lavoro. È una lotta continua, perché ogni giorno trovi nuove persone che non capiscono, che vogliono giudicare. È la vita, non tutti capiscono tutto. Io stesso non capisco molte cose di molte persone. Ma non si deve giudicare qualcuno, perché nessuno sa cosa c'è nella testa di un altro" ha raccontato. Lui si sente un individuo normale: "Sono una persona come tante, ho una famiglia, degli amici, lavoro: tutto questo mi rende normale".