Andrea Incontri presenta la nuova linea a Milano: “Per chi ha il coraggio di seguire ciò che vuole”
Reale, seriale, ripetitivo e crudo: così Andrea Incontri descrive il suo approccio alle collezioni, una visione pragmatica figlia dei suoi studi da architetto. Nel 2022 il designer è tornato con un nuovo progetto, "I": una lettera che è un segno grafico, disegnata come un palazzo (un ricordo dei suoi studi da architetto). I come Incontri, come identità, ma anche come industriale e interconnesso. Tutte caratteristiche che si ritrovano nella linea che presenterà venerdì 25 febbraio durante la Milano Fashion Week Autunno/Inverno 2022-23: capi Made in Italy realizzati con grande attenzione ai materiali, pensati per durare nel tempo. Linee semplici, funzionali, per una donna "che abbia il coraggio di intraprendere e seguire ciò che vuole".
Maschile e femminile, nei capi di ‘I', non sono categorie rigidamente definite ma attributi che descrivono lo spirito umano, chi siamo e chi vorremmo essere. La linea è accompagnata dal progetto fotografico di Giampaolo Sgura, che coglie l'essenza di una collezione fluida e contemporanea. Intervistato da Fanpage.it, il designer Andrea Incontri ha spiegato la sua visione della moda, tra sostenibilità ambientale e fluidità di genere.
Nel 2022 sei tornato con un nuovo concept e un nuovo inizio, ‘Season 1': cosa ti ha spinto a questo ritorno?
Il destino è sempre sorprendente. Mi è stato proposto un progetto sul mio marchio con una strategia definita. Proprio su questa premessa ho deciso di proseguire il mio progetto.
Quanto c’è della vecchia linea in “I” e cosa c’è di diverso?
Ci sono io e la mia immaginazione, il mio sguardo. C’è tutto e nulla rispetto al passato. Perché la visione evolve ma radicata sul vissuto.
A gennaio abbiamo visto linee fluide e tessuti sportivi, cosa vedremo nella collezione femminile A/I 22-23?
Ho presentato uomo e donna a gennaio. A febbraio presento un’estensione della donna. L’espressione del guardaroba è lineare, mi interessa molto lavorare collegato al senso della realtà.
Come descriveresti la nuova donna di Andrea Incontri?
Mi piace pensare che la donna che desidera il mio marchio abbia il coraggio di intraprendere e seguire ciò che vuole. Estremamente rivoluzionaria nella sua semplicità.
Chi c’è sul tuo moodboard? Da dove è arrivata l’ispirazione per la nuova collezione?
Io credo nel prodotto. Mi piace essere reale, seriale, ripetitivo e crudo. Ho un approccio molto legato alla mia formazione da architetto. Ad esempio nel mio moodboard non c’è un vaso né una foglia. Perché trovo che progettare abiti sia un’osservazione da vicino del prodotto e non citazioni, evocazioni che profumano di qualcosa che non mi portano alcun valore aggiunto.
La I, il simbolo della linea, è disegnata come un palazzo: un ricordo dei tuoi studi di architetto?
Si, è così.
Il motto della tua linea è “non c’è niente di più maschile del femminile e niente di più maschile del femminile”: la definiresti una linea genderless?
No. Direi che c’è del sentimento. Una forma di appagamento e un senso nuovo di apertura verso qualcosa che prima forse anche in me era celato. I generi sono tanti e vanno accolti. Ma oltre il genere ci sono delle caratteristiche che mi incantano in alcuni esseri umani. Anche nel non detto. Forse è quello che voglio dire in questa frase “non c’è niente di più maschile del femminile e niente di più maschile del femminile” in mezzo a questo c’è un mondo.
Un valore importante per te è la sostenibilità: che strategie hai messo in campo?
Sono argomenti che aprono tantissime riflessioni e a volte anche atteggiamenti un po’ conditi di ipocrisia. Produrre inquina. Produrre meno inquina meno. Produrre prodotti di qualità crea durabilità nel tempo, al contrario dell'usa-e-getta. Una parte della mia collezione per esempio utilizza nylon riciclato: tutto è Made in Italy realizzato nel distretto produttivo vicino a Firenze.
Dal tuo esordio ad oggi sono passati dieci anni: in che direzione sta andando la moda?
La moda è un orizzonte ricco con molteplici versi. Il mio modo di fare moda sicuramente ha raggiunto maggiore consapevolezza e maturità. Ma forse è solo dovuto all’esperienza che ti dà la possibilità di fare una scelta consapevole. Un grazie ad un amico e professionista veramente speciale. Giampaolo Sgura ha realizzato tutto il progetto fotografico di gennaio e quello che presenterò il 25 febbraio. È riuscito ad interpretare al meglio l’essenza del mio racconto.