Andrea Incontri, nuovo stilista di Benetton: “Disegno vestiti per essere chi vogliamo”
Leggerezza, benessere, colore. Sono queste le parole chiave che hanno guidato lo stilista Andrea Incontri nella collezione di debutto per Benetton. Architetto e stilista, Andrea Incontri ha presentato la collezione Primavera/Estate 2023, la prima per lo storico marchio trevigiano, nel flagship store di Milano durante la Fashion Week. Un ponte tra la grande storia del marchio e uno sguardo più contemporaneo, come ha spiegato lo stilista a Fanpage.it. Il "nuovo" Benetton rispetta l'anima democratica del brand e punta su linee genderless: tanta maglieria colorata, capi dalle linee essenziali "accesi" da righe pop e stampe vivaci ispirate alla frutta e all'estate. Vestiti creati per tutti, da indossare senza diktat né regole, ma interpretando la propria personalità. "La normalità – spiega il designer – secondo me, è la cosa più importante per raccontare la propria diversità".
Alla Milano Fashion Week hai presentato la prima collezione per Benetton: come la descriveresti?
Stilisticamente tendo ad andare verso l’essenza. Un’essenza chiara, riconoscibile, pura. Quello che ho cercato di fare è – sia nel look del bambino, che della donna e dell’uomo – lavorare con lo stesso criterio, creando cioè un messaggio trasversale, attraverso elementi molto riconoscibili, applicati su tutte le aree merceologiche.
C’è un’ispirazione particolare? Come viene declinata nei capi?
In questa collezione mi sono concentrato su alcuni elementi fondanti: il primo in assoluto, e imprescindibile, è la maglieria. Ci sono tantissime lavorazioni jacquard, a maglia calata, moulinè, sottolineando un elemento signature importante del brand. Poi ho sviluppato la confezione, la camiceria, le vestibilità, che sono di diverso tipo, per ogni corpo e ogni look… E ho lavorato su un altro punto cardine di Benetton: il colore, che è sempre protagonista. Io amo la progettazione autentica, leggera, con un’anima positiva. Creare leggerezza, creare benessere.
Cosa porterai della tua visione personale all’interno di Benetton?
Benetton appartiene a un mio retaggio culturale, al mio percorso personale. E per me non è mai stato solo un fashion brand, ma piuttosto un marchio di cultura. Nel mio mestiere di designer, la progettazione va oltre la moda: io nasco come architetto e non penso mai a un tempo “stagionale”, ma creo sempre seguendo un respiro molto più ampio. Voglio onorare la storicità del marchio e insieme renderlo estremamente contemporaneo. La mia cifra distintiva è essere trasversale: credo molto nell’architettura, nella strategia del marchio. Non mi fermo a disegnare una collezione, ma penso sempre alla sua struttura, con un approccio molto concreto. E penso sempre molto a come viene comunicata. Se non c’è una comunicazione efficace, il messaggio si perde. Le mie esperienze personali precedenti, che ringrazio, mi hanno inoltre fatto capire come sia importante arrivare al consumatore, che è il grande protagonista di questa storia.
Per anni Benetton è stato sinonimo di colore e moda democratica: come sta evolvendo oggi?
Benetton è un marchio che deve raccogliere tantissime offerte. Benetton ha sempre lavorato sui multipli, penso alle cartelle colori, e sui capi basici, estremamente “normali”. Il cliente ha la possibilità di interpretare il prodotto Benetton, nella sua vasta gamma di offerte: vestiti come vuoi, non è mai una legge, un’imposizione! E di questo Benetton ha fatto un manifesto. Ecco perché è uno stile che mi appartiene: la normalità, secondo me, è la cosa più importante per raccontare la propria diversità. Ecco: nella mia visione progettare la normalità è la sfida più difficile di sempre.
Benetton parla di inclusività da anni, ben prima che diventasse un tema sociale diffuso: oggi che significa per un brand essere inclusivo?
Penso sempre che quando fai un prodotto, un abito, un accessorio, quello diventa uno strumento per raccontare la tua personalità. Non mi interessa vestire la celebrità, la cantante, l’attore. Ci sta e succederà, di sicuro, ma a me interessano le vite degli altri. Mi interessa raccontare questa bellezza, questa fascinazione verso chi non ha voce. Nella moda ci sono tanti capi che sono codificati o da uomo o da donna ma in realtà senza giustificazione: basti pensare a una felpa! È un prodotto che è letteralmente per tutti, come lo sono le sneakers. E io credo che la moda debba andare in questa direzione, in capi che possono essere indossati trasversalmente.
Quali sono i valori di Benetton oggi?
La componete umana, l’anima. Come siamo davvero. Da qui è nato il claim “Be Everything”. Come posso illustrare, mi sono chiesto, i tanti modi di essere che ognuno di noi incarna e che Benetton da sempre racconta? Poteva essere un Be Proud, Be Different, Be Green.. ci sono miliardi di “be”, milioni di modi di essere: come tutti noi che siamo tante cose in una. E così ho scelto Be Everything: essere chi vogliamo, esaltando la nostra personalità.