Anche le donne vogliono le tasche: la moda Primavera/Estate 2023 riscopre la comodità
Il mondo si divide in due categorie: chi non esce mai senza la borsa e chi "mette tutto in tasca". Nell'abbigliamento femminile, però, le tasche spesso sono assenti. Sono rare sugli abiti, finte nei cappotti, assenti spesso anche sui pantaloni: una tradizione dura a morire, che affonda le radici nella storia della moda e ancora oggi rappresenta un dibattito aperto sulle disparità tra i sessi. Le tasche non sono solo un dettaglio di stile, sono una vera e propria questione femminista. Quest'anno però la musica è cambiata: da Miu Miu a Stella McCartney, le passerelle Primavera/Estate 2023 non si tirano indietro e riscoprono la comodità, in un'esplosione di tasche e tasconi.
Perché le tasche sono una questione femminista
Se è vero che la moda è il riflesso dei tempi in cui viviamo, le tasche raccontano una pagina molto interessante (e controversa) della storia del costume. Innanzitutto, le tasche iniziarono a essere cucite sugli abiti maschili solo nel Seicento, mentre le donne indossavano piccole sacche sotto le gonne per tenere con sé oggetti, una consuetudine consolidata per tutto il Settecento. Ma con l'avvento dello stile impero e una nuova linea – più fluida – degli abiti con il taglio sotto il seno, era impossibile tenere con sé gli oggetti: tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento iniziarono a comparire le antenate delle borsette, piccole reti al braccio.
Ma alla fine dell'Ottocento l'abbigliamento iniziò a essere guardato con occhi nuovi, più consapevoli. Questione tutt'altra che frivola, l'abbigliamento femminile era al centro della Society for Rational Dress, fondata nel 1881, che credeva che solo vestendosi comode le donne avrebbero potuto avere davvero le stesse opportunità degli uomini. Per non parlare del corsetto – odiato, abiurato e poi riscoperto dalla moda – simbolo dell'oppressione degli uomini. Per le suffragette le tasche erano una questione politica: averle sugli abiti significava rivendicare indipendenza, proprio come facevano gli uomini, e infatti se le facevano cucire in punti più o meno nascosti.
Ma la moda femminile è sempre in equilibrio tra la funzione e la forma, spesso a chiaro vantaggio della seconda: la geniale Elsa Schiaparelli disegnò un celebre cappotto a otto tasche negli anni Trenta, ma Christian Dior lapidariamente chiuderà la questione dicendo che "gli uomini hanno le tasche per conservare le cose, le donne per ornamento". Definizione un po' antiquata, ma tutto sommato ancora calzante. Diverse indagini confermano un dato empirico: in media, le tasche da donna sono meno profonde di quelle da uomo anche a parità di modello di jeans.
Qualcuno ricorderà un curioso trend di TikTok, virale qualche anno fa: giovani donne che mostravano abiti eleganti, o da sposa, esclamando orgogliose: "It has pockets, ha le tasche!". Nella moda infatti vige questa regola non scritta: più è elegante l'abito, più è formale, meno è probabile che abbia le tasche. Tasche e tasconi dominano i pantaloni cargo – genderless e sportivi – resistono sui jeans, ma sono rare nei tailleur eleganti e praticamente introvabili su tubini o abiti da cocktail, perché ne ‘rovinerebbe' la linea. In più, nel corso dei secoli si è consolidato l'uso delle borse, da giorno e da sera, che assolvono alla funzione delle tasche.
C'è infine un ultimo motivo, più sottile: la gestualità. Avete mai visto Kate Middleton, o la regina Elisabetta, camminare con le mani in tasca a un evento ufficiale? Un gesto così naturale e rilassato viene ancora percepito come "poco elegante", troppo rilassato, troppo sfrontato. Troppo maschile. Un abito da sera con le tasche? Avanguardia pura.
Le tasche sono le protagoniste della moda Primavera/Estate 2023
Forse va letto in chiave femminista, allora, il dilagare di tasche XXL sulle passerelle Primavera/Estate 2023. La moda guarda all'abbigliamento da lavoro, pieno di tasconi per contenere gli attrezzi, e lo declina in chiave femminile e pop. La sfilata di Miu Miu è l'esempio lampante, con tasconi capienti come marsupi che spuntano su minigonne, microtop e gilet.
Il trend è evidente anche sulle passerelle di ACT N°1, Burberry e Diesel, che celebrano la funzione "utile" degli abiti: regalarci libertà di movimento, sicurezza, forza. Da Louis Vuitton a Stella McCartney, le tasche ricompaiono in versione maxi – sottolineate da cerniere e bottoni. Non solo: perfino tra gli abiti da sposa, ultimo baluardo della classicità, si insinuano le tasche, facendo tirare un sospiro di sollievo alle malcapitate damigelle che devono tenere fazzoletti, cellulari e rossetti sempre a portata di mano.
Matrimoni a parte, due i motivi per cedere alla tendenza: la libertà di infilare le chiavi in tasca e uscire così, senza prendere nulla in più, e la comodità di avere un rifugio sicuro dal mondo. Quanto è liberatorio poter mettere le mani in tasca?