Papà, come si fa a essere felici? Da questa semplice (che semplice non è) domanda comincia il viaggio di Alessandro Cattelan, raccontato nel docushow da poco sbarcato su Netflix. Nei sei episodi, lo speaker e conduttore si lancia in una ricerca che attraversa la religione, la famiglia, il lavoro, le ambizioni, la malattia, l'amore, la spiritualità, la fede, la paternità. Si mostra fragile e appassionato insieme, mosso da qualcosa di viscerale che lo spinge a far di tutto, pur di tornare da sua figlia con una risposta esaustiva. Per certi versi tornerà da lei a mani vuote, o meglio con una risposta apparentemente banale, ma in fin dei conti l'unica possibile.
Paternità a prova di make-up
Il conduttore ha due figlie, Nina e Olivia. Quest'ultima ha compiuto proprio ieri 6 anni e per l'occasione i genitori le hanno organizzato una piccola e colorata festa. La bimba si è divertita a truccare entrambi i genitori e Cattelan ha fatto vedere il risultato sui suoi social. "Vorrei dirvi che è un filtro, invece è Olivia che prova i suoi regali di compleanno su di me" ha scritto. Ed eccolo: con un rossetto sgargiante color oro, degli ombretti rosa e viola sfumati sulle palpebre, le guance rosse e per non farsi mancare nulla pure un tocco di verde sulla fronte. Qualcuno nei commenti gli ha chiesto se avesse anche lo smalto alle unghie. In effetti non sarebbe affatto una novità e non sarebbero una novità neppure le critiche. Lo sa bene Fedez, che si è sentito dire di tutto, dal "Fai l'uomo ora sei padre" al "Che schifo", per il solo fatto di amare la nail art anche al di fuori dei momenti di gioco con suo figlio.
Proprio perché convinto che non sia il trucco a determinare il valore di un individuo o la sua identità, non si è mostrato affatto turbato nel vedere Leone giocare con bambole e trucchi. Se negli ultimi anni il concetto di mascolinità si è liberato (a fatica) di certi rigidi vincoli, è perché la virilità non ha a che fare coi cosmetici. Si teme che questo possa portare a una sorta di femminilizzazione della figura paterna: non a caso si usa il termine ‘mammo', come se certe cose fossero inerenti la sola sfera materna e femminile. Ma tutto ciò che si chiede a un padre è essere presente e amorevole, con o senza rossetto.
Come si fa a esser felici?
Sul piccolo schermo Alessandro Cattelan porta i tormenti, le fragilità e le domande che lo assillano da quando il centro della sua esistenza si è spostato, ossia da quando è diventato padre. Ammette di essere un uomo fortunato, benestante, di successo, con una bella famiglia, che ha viaggiato: ma non sa essere felice. Guardarlo col viso colorato di viola, rosa, verde, rosso e oro porta la semplice domanda un po' più vicina alla risposta.
Perché è banale, ma il segreto è non smettere di porsi domande, ma magari con un po' di spirito fanciullesco. Nel comunicare l'esito della sua ricerca, a fine percorso, Alessandro Cattelan scopre di aver fatto tutto inutilmente, perché alle sue figlie quella tanto agognata risposta non interessa affatto! Era a lui che serviva in quanto adulto, non a loro, che in quanto bambine riescono a vivere la felicità nella sua essenza più vera, cogliendola in ogni più piccolo istante e liberandolo da sovrastrutture, stereotipi e preconcetti. La felicità è nelle piccole cose, compresa una bambina che armata di pennelli ti colora il viso e un po' pure la giornata.