A Firenze riapre il Museo del costume a Palazzo Pitti: la storia della moda dialoga con l’arte
![Abito e cappotto in panno di lana con intarsi di Federico Forquet (1968) e tailleur in crespo di lana bianco e nero di Valentino (1966). Sulla parete l’opera Bianco e nero di Alberto Burri (1969) | Foto Gallerie degli Uffizi](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/33/2024/07/museo-della-moda-e-del-costume-firenze-cosa-vedere-quando-visitare-1200x675.jpg)
Il Museo della moda e del costume torna a incantare Firenze. In un dialogo incessante tra moda e arte, l'istituzione riapre, comeannunciato lo scorso dicembre, con un nuovo allestimento all'interno di Palazzo Pitti. La storia della moda italiana e internazionale viene celebrata in otto nuove sale, dove sono esposti abiti e accessori dal Settecento agli anni Duemila. Dopo quattro anni di lavori di ristrutturazione e di chiusura al pubblico, riapre il percorso che è stato inaugurato nel 1983 e che vanta il fatto di essere stato il primo museo statale italiano dedicato al costume e alla moda, alla sua storia e alla celebrazione dell'alta sartoria italiana.
Cosa vedere al Museo della moda e del costume
Nelle sale restaurate sarà possibile trovare scarpe borse ventagli e altri accessori che vanno dal Settecento al Duemila messe a confronto con alcune delle opere provenienti dalla Galleria degli Uffizi, da Carle Vanloo agli artisti dell'avanguardia italiana come Alberto Burri, Corddao Cagli e Massimo Campigli. Dodici nuove sale dello storico palazzo fiorentino, più il Saloncino da ballo, riprendono l'idea di Kirsten Aschengreen Piacenti, ex direttrice del Museo degli Argenti e figura chiave nel portare avanti il progetto di una galleria dei costumi che celebrasse la tradizione italiana.
![Una sala di Palazzo Pitti | Foto Gallerie degli Uffizi](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/33/2024/07/museo-della-moda-firenze-palatto-pitti.jpg)
Si parte dagli abiti à la française tipici dell'ultimo secolo della Monarchia francese prima della Rivoluzione, per poi proseguire con capi della Restaurazione, come abiti da pomeriggio di inizio Ottocento in taffetas e abiti da sposa rappresentativi dei gusti dell'epoca, come quelli in raso firmati Charles Frederick Worth. Non mancano anche i capi più moderni firmati da quella che sarà la pioniera della moda borghese, incensata dal New York Times per le sue creazioni contemporanee e rivoluzionarie: Catherine Donovan, che diventerà la designer più amata dai Vanderbilt e altre famiglie newyorchesi, che faranno la fila nella sua boutique in Madison Avenue.
![Alcuni abiti settecenteschi | Foto Gallerie degli Uffizi](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/33/2024/07/SALA-1.jpg)
Come racconta la curatrice della mostra Vanessa Gavioli l'obiettivo dell'esposizione era "che dal racconto di questo itinerario emergessero i momenti salienti di una raccolta di 15mila numeri di inventario. Ovviamente per ragioni conservative vi saranno rotazioni ma la griglia cronologica e concettuale rimarrà stabile". Insomma, il tuffo nella storia degli abiti, prettamente femminili, rimarrà lì, a disposizione dello sguardo del visitatore. Ma il vero fulcro, per gli amanti della moda contemporanea, sono gli omaggi ai grandi designer del secolo scorso, da Elsa Schiaparelli a Emilio Schubert, noto come il sarto delle dive poiché realizzava i vestiti per Gina Lollobrigida e Sophia Loren negli splendidi anni Cinquanta e Sessanta.
![Due abiti a Palazzo Pitti | Foto Gallerie degli Uffizi](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/33/2024/07/SALA-11.jpg)
La rivoluzione culturale a opera di grandi stilisti corre parallela ai grandi divi della storia della musica e del cinema. Lungo le sale di Palazzo Pitti si susseguono i capi ideati da Gianni Versace e indossate dalla regina dalla bambola del pop italiano, Patty Pravo. Nella rivoluzione culturale delle forme, dei colori e della rivendicazione della libertà sessuale si inserisce anche Jean Paul Gaultier, la cui guaina nera indossata da Madonna ha trasformato la lingerie in un abito da sera a tutti gli effetti. Un viaggio anche emotivo che colloca la moda nell'Olimpo dell'arte, esaltando creazioni di cui spesso, ancora oggi, non si comprende il valore storico, artistico e rivoluzionario.
![Sulla sinistra abiti anni cinquanta e sulla destra un abito di Elsa Schiaparelli | Foto Gallerie degli Uffizi](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/33/2024/07/SALA-10.jpg)